Italiani campioni di comportamenti green

L’EY Future Consumer Index fotografa che, lo stile di vita sostenibile regge nonostante la crisi e gli italiani sono in testa in Europa con un occhio al risparmio

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Gli italiani mostrano una grande responsabilità riguardo al tema della crisi climatica. Secondo un sondaggio globale condotto in 27 paesi, l’Italia ha fatto registrare una riduzione dei consumi energetici e idrici, delle emissioni e un aumento del riciclo dei rifiuti. Questo è stato possibile nonostante le preoccupazioni della crisi energetica, dell’instabilità geopolitica e dell’ingerenza che avrebbero potuto distogliere l’attenzione dalla crisi climatica. In Italia, però, questo non è successo. La popolazione italiana ha dimostrato di essere più sensibile a questo problema rispetto ad altri popoli.

L’indagine EY Future Consumer Index

Secondo l’ultimo EY Future Consumer Index, gli italiani sono fra i più preoccupati per l’ambiente, ritenendo che il cambiamento climatico peggiorerà nei prossimi sei mesi. Si tratta di un campione di 21mila persone di 27 nazioni, e c’è una forte consapevolezza da parte degli italiani che comportarsi in modo sostenibile sia un principio fondamentale della vita. Ciò si traduce anche nell’acquistare prodotti basandosi sull’impatto ambientale che avranno.

Italia fra i leader in Europa

Stefano Vittucci, leader del settore retail e consumer products di EY in Italia, sottolinea che, secondo l’ultima edizione del rapporto, l’Italia si posiziona fra i leader europei nei termini di sostenibilità ambientale. Ne è dimostrazione l’attenzione verso comportamenti concreti come: risparmiare energia e acqua, ridurre le emissioni dei viaggi aerei, riciclare e riutilizzare prodotti e imballaggi, acquistare prodotti con un’attenzione all’impatto ambientale ed etico, diffondere queste buone pratiche. Ci sono però ancora alcuni comportamenti in controtendenza, come la dieta a base vegetale (21% in Italia contro il 29% europeo) e il compostaggio dei prodotti (38% in Italia contro il 55% europeo).

Accelerazione nell’adozione di comportamento green

Secondo Vittucci, i risultati di un’indagine trimestrale, iniziata a maggio 2021, mostrano un’accelerazione globale nei comportamenti a minore impatto ambientale. Tra questi, il consumo di latticini e carne ridotto del 5%, l’utilizzo dei mezzi pubblici aumentato del 5%, l’alto sforzo di risparmio di energia e acqua (92%), il riciclo dei prodotti (88%) e la scelta di non usare l’auto per viaggi brevi (52%). Anche se oggi non viene messo in atto questi comportamenti, uno studio a tre anni suggerisce che c’è una chiara intenzione da parte del 32% degli intervistati di passare a un’auto alimentata da energia rinnovabile entro i prossimi tre anni.

Comportamenti oculati

L’attenzione verso la sostenibilità non è l’unico fattore che spinge i consumatori a comportamenti più parsimoniosi. I dati relativi alla benzina e ai vestiti mostrano come il 36% dei consumatori abbia ridotto l’acquisto, il 12% abbia optato per alternative più economiche, mentre il 4% ha smesso di comprarla. Allo stesso modo, il 41% ha comprato meno abiti e accessori. Sebbene una parte considerevole del campione (43%) dichiarasse di possedere più di quel che serve, una percentuale importante (67%) ha cercato di riparare i propri beni invece di sostituirli, l’85% si è impegnato a ridurre lo spreco alimentare e il 38% ha intenzione di acquistare più prodotti usati. Inoltre, sembra che vi sia una maggiore accettazione sociale del second hand e del riuso, aspetto che le aziende, non solo quelle del settore lusso,

La preoccupazione della crisi economica

Carlo La Giglia, responsabile insights & lead del settore retail & consumer di EY in Italia, ha affermato che la recente crisi economica ha aumentato le preoccupazioni finanziarie soprattutto nella generazione dei baby boomer, dove rappresentava il 34%, e nella generazione X, dove rappresenta il 19%. Tuttavia, il segmento più proattivo in materia di sostenibilità è ancora il più numeroso sia nella generazione X (33%), sia nelle generazioni più giovani (Gen Z con 33%) e, in particolare, nei millennial, dove rappresenta il 39%. A parte la centralità della sostenibilità, le due generazioni più giovani mettono al secondo posto l’esperienza di consumo, una tendenza in crescita rispetto agli ultimi due anni di pandemia.

Il cambiamento dell’atteggiamento dei consumatori

Confrontando l’indagine condotta a maggio 2021 con quella condotta a ottobre 2022, Vittucci ha rilevato un cambiamento di atteggiamento da parte dei consumatori nei confronti delle aziende. A maggio 2021 il 63% dei rispondenti aveva espresso dissenso verso un marketing considerato ingannevole, una qualità di prodotti definita bassa e meno duraturi. A ottobre 2022 tali percentuali sono scese rispettivamente al 50%, 43% e 39%. L’analisi ha inoltre evidenziato come i consumatori italiani assegnino alle aziende il compito di guidare iniziative che portino a comportamenti sostenibili per l’ambiente e la società (75% in Italia e il 70% nel mondo). Inoltre, gli italiani chiedono alle aziende di assicurare che anche i loro fornitori seguano le stesse regole di sostenibilità (75% in Italia e il 69% a livello globale).

Anche le aziende verso modelli di business green

Secondo lo studio “Seize the change” condotto da EY, nonostante la guerra in Ucraina, la transizione verso la sostenibilità non si è arrestata. L’analisi ha mostrato che oltre l’80% delle aziende quotate ha sviluppato un piano di sostenibilità e il 30% ha definito target quantitativi. Inoltre, il 47% delle aziende intervistate ha anche definito degli obiettivi di adattamento al cambiamento, al fine di aumentare l’utilizzo di energie rinnovabili.

I risultati dello studio dimostrano che le aziende italiane stanno cercando di fare sempre di più per integrare la sostenibilità nei loro modelli di business. Questo vale sia per le piccole-medie imprese che per quelle di grandi dimensioni e va notato che due anni fa erano proprio le grandi aziende a essere più veloci nel prendere in considerazione l’importanza di una sostenibilità ambientale. Tuttavia, la velocità con cui viene realizzata l’integrazione della sostenibilità varia a seconda del tema trattato e del settore in cui opera l’azienda; alcuni settori (energia e tessile) sono più veloci di altri (media & telecomunicazioni e costruzioni) nell’integrazione della sostenibilità nel business.