L’Italia si conferma leader in Europa per il riciclo, raggiunto il 72%

Per vincere le sfide dell'economia circolare è necessario colmare alcune carenze, rafforzare i mercati delle materie prime seconde e innovare i processi di riciclo

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

L’Italia si distingue positivamente tra i Paesi europei per le sue notevoli performance nel riutilizzo e riciclo dei rifiuti urbani, nonché nei rifiuti di imballaggio. Attualmente, il tasso di riciclo complessivo dei rifiuti, sia speciali che urbani, ha raggiunto il 72%, superando la media europea del 58%. Particolarmente eccellenti sono i risultati nel riciclo degli imballaggi, con 10,5 milioni di tonnellate avviate al recupero di materia nel 2022, un aumento rispetto alle 9,3 milioni del 2018 e 2 punti percentuali al di sopra del target del 70% stabilito dall’Unione Europea entro il 2030.

Tuttavia, per consolidare ulteriormente la circolarità dell’economia, un aspetto cruciale sia per la competitività economica di un Paese che importa notevoli quantità di materie prime, sia per ridurre gli impatti climatici e ambientali, l’Italia deve andare oltre i risultati positivi ottenuti. È essenziale recuperare i ritardi presenti in alcune filiere, ad esempio, nei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), sviluppare nuovi settori come il riciclo delle batterie e dei pannelli solari, rafforzare i mercati delle materie prime seconde per ridurre il consumo di materie prime primarie e promuovere innovazioni, come il riciclo chimico delle plastiche, in specifiche filiere. Solo attraverso questi passi avanti potrà l’Italia consolidare la sua leadership e contribuire in modo significativo alla sostenibilità ambientale e alla riduzione dell’impatto climatico.

Nuove norme Ue per il riciclo e il riutilizzo degli imballaggi

La Commissione Europea ha proposto un Regolamento sugli imballaggi che mira a ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti di imballaggio. Il Parlamento Europeo ha approvato alcuni emendamenti che introducono nuove sfide per il settore. Tra queste, vi è l’obiettivo di aumentare il riutilizzo di imballaggi riutilizzabili, quando ciò è possibile e vantaggioso per l’ambiente. Inoltre, gli emendamenti non prevedono un unico sistema di gestione degli imballaggi, ma lasciano spazio a modelli diversi, purché siano efficaci e basati sul principio di responsabilità estesa del produttore. Un esempio di tale modello è quello italiano del Conai-Consorzi di filiera, che si basa sul contributo ambientale pagato da chi produce e utilizza gli imballaggi.

Conferenza Nazionale sull’Industria del Riciclo: le nuove frontiere del riciclo in Italia

Questi alcuni dei temi affrontati in occasione della Conferenza Nazionale sull’Industria del Riciclo, tenutasi il 14 dicembre a Milano:

  • L’eccellenza italiana nel riciclo dei rifiuti: l’Italia è uno dei Paesi europei con le migliori performance, con un tasso di riciclo del 72%, contro una media europea del 58%
  • Le nuove sfide del riciclo: l’Italia deve continuare a migliorare le proprie performance, anche in settori in cui i risultati sono ancora inferiori alla media europea, come i Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), le batterie e i pannelli solari
  • Il ruolo dell’innovazione: l’innovazione tecnologica è fondamentale per migliorare le performance del riciclo, in particolare per i materiali difficili da riciclare, come le plastiche

La conferenza è stata promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con il Conai e Pianeta 2030, il mensile del Corriere della Sera, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dell’Ispra e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. In occasione della conferenza è stato presentato il Rapporto “Il Riciclo in Italia 2023“, che fornisce una panoramica aggiornata sul settore del riciclo in Italia.

Bilancio e prospettive dell’industria del riciclo in Italia

Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e coordinatore del Rapporto “Il Riciclo in Italia 2023”, ha fatto il punto sulla situazione del settore del riciclo nel nostro paese. Ha riconosciuto le difficoltà affrontate nell’ultimo anno, dovute ai costi energetici, alle crisi di mercato e alle incertezze normative. Ha però anche evidenziato i segnali di ripresa e di miglioramento, grazie alla solidità e alla resilienza delle imprese del settore. Ha inoltre apprezzato il lavoro del Parlamento europeo, che ha approvato alcuni emendamenti favorevoli al riciclo e al riutilizzo degli imballaggi. Ha infine sostenuto l’importanza di applicare il nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi.

Il riciclo degli imballaggi, una priorità per l’economia circolare

Ignazio Capuano, presidente del Conai, ha evidenziato il ruolo fondamentale dell’economia circolare per la nostra economia. Ha elogiato la nostra industria del riciclo, che è un modello di riferimento in Europa, e ha apprezzato il riconoscimento che ne fa il nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi. Ha invitato a fare sempre meglio, soprattutto in un Paese che scarseggia di materie prime, e a puntare al riciclo e al riutilizzo degli imballaggi come obiettivo ambientale. Ha infine chiamato a unire le forze e a impegnarsi in questa direzione.

Il Riciclo in Italia 2023: le performance delle diverse filiere

Il Rapporto “Il Riciclo in Italia 2023” mette in luce le performance di 19 filiere del riciclo, con il settore degli imballaggi che continua a mostrare un solido andamento. I tassi di recupero dei rifiuti d’imballaggio, in particolare per carta, vetro e acciaio, si attestano su livelli di avanguardia in Europa, con un notevole 81%. Gli imballaggi in legno, con un tasso di riciclo del 63%, superano di gran lunga l’obiettivo UE del 30% al 2030, contribuendo al 97% del materiale legnoso riciclato trasformato in pannelli truciolari per l’industria del mobile e dei complementi d’arredo.

L’alluminio registra un tasso di riciclo del 74%, ben oltre il 60% previsto per il 2030 dall’UE, con la produzione in Italia limitata all’alluminio secondario da riciclo. Mentre il riciclo degli imballaggi in plastica è al 48,6%, vicino all’obiettivo UE del 50% al 2030, l’intercettazione delle bottiglie in PET è al 68%, al di sotto del 77% previsto per il 2030. L’Italia si distingue per il riciclo di rottami ferrosi in Europa, producendo l’85% del suo acciaio da tali materiali, con cittadini italiani e tedeschi ai vertici del riciclo per gli imballaggi, contribuendo con 160 kg/anno a testa.

Tuttavia, alcune filiere presentano sfide, come nel caso dei RAEE con un tasso di riciclo del 34% rispetto all’obiettivo del 65% del 2019. Al contrario, buone performance si riscontrano negli inerti da costruzione e demolizione, con un tasso di recupero dell’80%, superando l’obiettivo del 70%. Anche la rigenerazione degli oli minerali usati ha fatto progressi, con il 98% raccolto in Italia rispetto al 61% dell’UE. Infine, il tasso di riciclo di pile e accumulatori portatili è del 33,5%, registrando un lieve calo rispetto al 2021.

Mercato delle materie prime seconde: tra difficoltà e opportunità

Il mercato delle materie prime seconde (MPS) attraversa un momento particolare, caratterizzato da tensioni internazionali e fluttuazioni dei prezzi. Per alcuni materiali, come i rottami di vetro o quelli ferrosi, la domanda è elevata e il vantaggio economico è netto. Per altri, come le plastiche da riciclo, le difficoltà sono maggiori a causa della concorrenza dei polimeri vergini. Per altri ancora, come gli aggregati riciclati di qualità o gli asfalti modificati con materiale da riciclo, le difficoltà di mercato derivano anche da barriere normative o da resistenze all’impiego.

Un’indagine dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) ha evidenziato che solo tre mercati di MPS in Europa funzionano correttamente (alluminio, carta, vetro), mentre altri cinque (legno, plastica, rifiuti organici, rifiuti da costruzione e demolizione e tessili) “non sono ben funzionanti”.

Le innovazioni tecnologiche saranno la chiave per sviluppare le potenzialità delle MPS. Ci sono molte novità in questo campo, ma è necessario superare la fase della progettazione e sperimentazione per raggiungere la piena maturità.

Per esempio, sono necessarie nuove tecnologie di riciclo chimico per la plastica. Per far fronte alla domanda crescente di batterie, occorreranno tecniche avanzate per aumentare le quantità riciclate di rame, litio, nichel e cobalto provenienti dalle batterie esauste. Per aumentare la quota di pneumatici riciclati in quelli nuovi servono nuove tecnologie di riciclo e vulcanizzazione.

In conclusione, il mercato delle MPS è un settore in forte evoluzione, che offre grandi opportunità, ma che deve affrontare anche alcune sfide. Le innovazioni tecnologiche saranno fondamentali per superare queste sfide e rendere le MPS una componente sempre più importante dell’economia circolare.