Finanza sostenibile, nuovo pacchetto di misure per gettare e rafforzare le basi del quadro UE

Il pacchetto presentato da poco è un passo importante per rafforzare le basi del quadro finanziario sostenibile dell'UE. Cosa prevede e quali sono gli obiettivi

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

La Commissione europea amplia l’elenco delle attività che rientrano nella tassonomia dell’UE e propone nuove norme per le agenzie di rating ambientale, sociale e di governance (ESG), agevolando la trasparenza del mercato per gli investimenti sostenibili.

Il quadro finanziario sostenibile

L’UE avrà bisogno di circa 700 miliardi di euro ogni anno per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo. La maggior parte di questi investimenti dovrà provenire da finanziamenti privati.

Dal 2018 l’UE ha posto in essere tre elementi fondamentali per un quadro finanziario sostenibile:

  • la tassonomia dell’UE, un dizionario comune per le attività economiche che contribuisce agli obiettivi climatici e ambientali dell’UE;
  • norme sull’informativa e sulla rendicontazione per le imprese e gli investitori, per garantire una trasparenza adeguata per tutte le parti interessate;
  • strumenti, come gli standard e le etichette per i benchmark climatici e lo standard EU Green Bond.

Il quadro finanziario sostenibile dell’UE sta cominciando a funzionare come previsto, facilitando i finanziamenti privati per gli investimenti verdi e di transizione.

Sebbene, ad oggi, siano stati compiuti significativi passi in avanti e si stiano cogliendo le opportunità offerte dalla finanza sostenibile, le aziende si trovano ad affrontare sfide impegnative come l’individuazione di soluzioni in cui le tecnologie verdi non sono ancora disponibili, la programmazione di obiettivi e azioni di sostenibilità come parte delle strategie aziendali e il rispetto di standard ambientali più performanti, così come il rispetto dei nuovi obblighi di informativa e di rendicontazione, laddove proprio il primo ciclo di rendicontazione può sollevare questioni di implementazione e usabilità e richiede  investimenti.

Il finanziamento della transizione

Il pacchetto presentato dalla Commissione dimostra come il quadro giuridico dell’UE possa essere utilizzato in modo efficace per agevolare il finanziamento della transizione.

Le raccomandazioni formulate sul finanziamento della transizione intendono fornire alle imprese e al settore finanziario orientamenti ed esempi pratici, che mostrino come usare su base volontaria i vari strumenti del quadro per la finanza sostenibile per dirigere gli investimenti nella transizione e gestire i rischi derivanti dai cambiamenti climatici e dal degrado ambientale.

L’obiettivo è di agevolare il finanziamento della transizione, non solo alle imprese che sono già sulla buona strada, ma anche a quelle che partono da situazioni diverse, incoraggiandole ad adottare piani o obiettivi credibili per migliorare le loro prestazioni di sostenibilità.

Il nuovo pacchetto

Il pacchetto presentato da poco è un passo importante per rafforzare le basi del quadro finanziario sostenibile dell’UE e può essere riassunto come segue:

  • Gli atti delegati in materia di tassonomia faciliteranno gli investimenti in più settori e attività economiche che saranno riconosciuti come contributo agli obiettivi climatici dell’UE.
  • Viene introdotta la prima tassonomia ambientale in assoluto, comprese le attività e i criteri associati per quattro obiettivi ambientali del regolamento sulla tassonomia, diversi dal clima.
  • La proposta di regolamento sulla trasparenza e il funzionamento dei fornitori di rating ambientali, sociali e di governance (ESG) garantirà che i rating ESG diventino una componente più affidabile e trasparente della catena del valore finanziario sostenibile.

La Commissione illustra come il quadro finanziario sostenibile comprenda i finanziamenti di transizione e spiega come le imprese, gli investitori e gli intermediari finanziari possono utilizzare volontariamente l’attuale quadro finanziario sostenibile per finanziare la loro transizione verso un’economia sostenibile e neutra, con esempi pratici e spiegazioni.

I prossimi standard europei di reporting di sostenibilità (ESRS), ai sensi della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), attualmente soggetti al feedback degli stakeholder, consentiranno alle imprese di comunicare le informazioni sulla sostenibilità in modo standardizzato a una serie di finanziatori, investitori e altre parti interessate.

L’importanza del pacchetto

Il pacchetto rappresenta un passo importante verso il rafforzamento del quadro finanziario sostenibile.

Non aggiunge nuovi obblighi di segnalazione alle società oltre a quelli già stabiliti dal regolamento sulla tassonomia, ma aumenta l’usabilità e l’efficacia del quadro.

Gli atti delegati in materia di tassonomia includeranno ora le attività e i criteri associati per tutti e sei gli obiettivi ambientali del regolamento sulla tassonomia e ne agevoleranno la comunicazione, consentendo così a nuovi settori e operatori di mostrare il loro allineamento alla tassonomia.

Inoltre, la Commissione si impegna a sostenere attivamente l’attuazione e a garantire l’usabilità e l’inclusività del quadro per le imprese di diverse dimensioni, modelli commerciali e con diversi punti di partenza.

Per quanto riguarda i rating ESG, le aziende otterranno maggiore chiarezza sul modo in cui sono valutati e saranno in grado di prendere in considerazione tutti i potenziali rischi e opportunità derivanti dalle loro operazioni e canalizzare gli investimenti di conseguenza.

La raccomandazione sul finanziamento della transizione non è vincolante e non impone nuovi obblighi. È destinato alle società non finanziarie e finanziarie interessate a raccogliere o fornire finanziamenti per la transizione, nonché agli Stati membri e alle autorità di vigilanza per sostenere la sensibilizzazione e l’assorbimento dei finanziamenti per la transizione da parte degli operatori di mercato.

Il documento di lavoro dei servizi della Commissione “Migliorare l’utilizzabilità della tassonomia dell’UE e del quadro generale di finanziamento sostenibile dell’UE” riassume le misure e le iniziative più recenti adottate dalla Commissione per sostenere le parti interessate nei loro sforzi di attuazione, semplificare parti complesse del quadro e affrontare i problemi più urgenti di usabilità.

Il quadro finanziario sostenibile

Il quadro è inclusivo e proporzionato e consentirà alle PMI di ottenere finanziamenti per la loro transizione riducendo al minimo gli oneri amministrativi.

Mentre le PMI non quotate, in particolare le microimprese, non sono soggette all’obbligo di rendicontazione nell’ambito del quadro normativo comunitario in materia di finanza sostenibile, alcune PMI possono essere interessate a finanziare investimenti verdi e possono beneficiare dell’utilizzo volontario di strumenti finanziari sostenibili.

Le PMI possono aver bisogno del sostegno dei loro partner della catena di finanziamento e della catena del valore quando considerano le loro esigenze finanziarie di transizione e quando ottengono finanziamenti di transizione.

In tale contesto, gli intermediari finanziari sono incoraggiati a considerare che la capacità delle PMI di fornire informazioni dettagliate può essere limitata. Le grandi imprese e gli intermediari finanziari sono incoraggiati ad applicare il principio di proporzionalità quando si impegnano con le PMI e a dar prova di moderazione quando trattano con clienti di PMI interessati ad ottenere finanziamenti per investimenti verdi o quando richiedono informazioni alle PMI partner della catena del valore.

La situazione attuale del mercato dei rating ESG e gli obiettivi del pacchetto

I rating ambientali, sociali e di governance (ESG) forniscono una valutazione delle caratteristiche ESG, delle esposizioni ai rischi ESG o degli impatti sul mondo esterno di un’entità, di uno strumento finanziario o di un prodotto finanziario.

Di solito sono erogati da fornitori specializzati di rating ESG che offrono anche altri tipi di servizi, come i dati ESG.

Ci possono essere diversi tipi e categorie di valutazioni ESG, a seconda di:

  • ciò che valutano (fattori ESG aggregati, solo fattori ambientali, sociali o di governance individuali, o anche sotto-fattori specifici, come il clima);
  • quale prospettiva valutano (rischi per l’azienda, impatti sull’ambiente e sulla società in generale, rischi e impatti o rispetto dei principi internazionali);
  • come svolgono la valutazione (migliore in classe o in termini assoluti, valutazione quantitativa o qualitativa).

Gli investitori e gli amministratori dei benchmark utilizzano sempre più i rating ESG come parte delle loro strategie di investimento sostenibile per tenere conto dei rischi e/o degli impatti legati alle problematiche ESG.

I rating ESG sono spesso utilizzati

  • per lo screening pre-investimento (ad es. per l’inclusione o esclusione di azioni in un portafoglio o fondo)
  • l’analisi post-investimento (ad esempio, per valutare la ‘sostenibilità’ di un prodotto o fondo di investimento)
  • per l’integrazione degli investimenti (ad es. integrazione di ESG nelle strategie di investimento)
  • per l’impegno aziendale.

Le aziende utilizzano i rating ESG per cercare opportunità di investimento e per tenere conto dei rischi operativi, ma anche per verificare le loro prestazioni rispetto ai fattori ESG, rispetto ai loro omologhi.

I rating ESG svolgono un ruolo importante e abilitante per il corretto funzionamento del mercato finanziario sostenibile dell’UE, che, tuttavia, soffre di una mancanza di trasparenza per quanto riguarda le caratteristiche dei rating ESG, le loro metodologie e fonti di dati e il modo in cui operano i fornitori di rating.

Attualmente, i rating ESG non consentono, in maniera sufficiente, agli utenti, agli investitori e alle entità valutate di prendere decisioni informate in merito ai rischi, agli impatti e alle opportunità connesse ai principi ESG. Questo determina che la fiducia nei rating venga compromessa.

La Commissione ha lavorato per migliorare l’affidabilità, la comparabilità e la trasparenza dei rating ESG.

Il pacchetto, infatti, si pone come obiettivo di migliorare la qualità dei rating ESG:

  • incidendo sulla trasparenza delle caratteristiche e delle metodologie dei rating ESG
  • garantendo una maggiore integrità delle operazioni dei fornitori di rating ESG
  • prevenendo i rischi di conflitto di interessi a livello dei fornitori di rating ESG.

Poiché i rating ESG e i dati sottostanti sono utilizzati per le decisioni di investimento e l’allocazione del capitale, l’obiettivo generale dell’iniziativa è migliorare la qualità dei rating ESG per consentire agli investitori di prendere decisioni più informate in tema di investimenti sostenibili.

Saranno, inoltre, consentite alle entità valutate di gestire meglio i rischi ESG e l’impatto delle loro operazioni, promuovendo la fiducia nelle operazioni dei fornitori di rating ESG e assicurando che il mercato funzioni correttamente, prevenendo, così, conflitti di interesse.

L’obiettivo precipuo del lavoro della Commissione non è quello di  armonizzare le metodologie utilizzate per la creazione dei rating ESG, ma di aumentarne la trasparenza.

I fornitori di rating ESG manterranno il pieno controllo delle metodologie che utilizzano e continueranno ad essere indipendenti nella loro scelta, per garantire che nel mercato dei rating ESG sia disponibile una varietà di approcci.

Al fine di garantire, quindi, un migliore funzionamento del mercato dei rating ESG e migliorare la fiducia degli investitori e delle imprese, la proposta introduce una serie di requisiti sulle attività dei fornitori di rating ESG. In particolare:

  • In primo luogo, i fornitori di rating ESG, che offrono servizi agli investitori e alle società nell’UE, dovrebbero essere autorizzati e controllati dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (AESFEM). Ciò garantirà la qualità e l’affidabilità dei loro servizi per proteggere gli investitori e garantire l’integrità del mercato.
  • La proposta impone ai fornitori di rating ESG di utilizzare metodologie di rating rigorose, sistematiche, obiettive e soggette a convalida, per garantire la qualità e l’affidabilità dei rating ESG. I fornitori di rating ESG dovrebbero riesaminare le metodologie di rating ESG su base continuativa e almeno annualmente.
  • Le nuove norme introducono requisiti organizzativi che garantiscono la prevenzione e l’attenuazione di potenziali conflitti di interessi. I fornitori di rating ESG dovrebbero garantire di fornire rating ESG indipendenti, obiettivi e di qualità adeguata.
  • Per quanto riguarda la trasparenza, i fornitori di rating ESG dovrebbero divulgare al pubblico informazioni sulle metodologie, i modelli e le ipotesi chiave di rating che tali fornitori utilizzano nelle loro attività di rating ESG e in ciascuno dei loro prodotti di rating ESG.
  • I fornitori di rating ESG dovrebbero fornire informazioni più dettagliate sulle metodologie, i modelli e le ipotesi chiave di rating agli abbonati dei rating ESG e alle entità valutate.
  • Sono previste una serie di misure specifiche per i fornitori di rating ESG di minori dimensioni per garantire che le norme siano proporzionate. Tali misure dovrebbero includere la possibilità per l’AESFEM di esentare i fornitori di rating ESG più piccoli da una serie di requisiti organizzativi qualora soddisfino determinati criteri.

È inoltre opportuno introdurre un regime transitorio per i primi mesi successivi all’applicazione del regolamento, per facilitare la fase iniziale di applicazione per i fornitori di rating ESG più piccoli.

La Tassonomia

La tassonomia dell’UE è una pietra miliare del quadro finanziario sostenibile dell’UE e un importante strumento di trasparenza del mercato che aiuta gli investimenti diretti alle attività economiche più necessarie per una transizione verde.

A partire dal 17 maggio 2023, il 63% delle società dello STOXX Europe 600 ha già comunicato i propri dati tassonomici.

Tra questi, il 30% (178 società) ha segnalato alcuni livelli di allineamento con la tassonomia, in particolare per le spese in conto capitale (investimenti), il 23% (139 società), le entrate e il 21% (127 società) per le spese operative (opex).

In media, l’allineamento tassonomico di queste società è di circa il 17% per le entrate, il 23% per gli investimenti e il 24% per gli opex.

I dati riportati suggeriscono, inoltre, che due società su tre, che hanno diffuso il Taxonomy-eligible CapEx, hanno riportato alcuni livelli di allineamento con la tassonomia e una società su due, che ha diffuso la Taxonomy-eligible revenue, ha riportato livelli di allineamento con la tassonomia.

Il regolamento UE sulla tassonomia, entrato in vigore il 12 luglio 2020, consente alle società finanziarie e non finanziarie di condividere una definizione comune di attività economiche che contribuiscono in modo sostanziale agli obiettivi climatici e ambientali dell’UE, nel determinare le loro scelte di investimento e traduce gli obiettivi del Green Deal europeo definendo e classificando le attività economiche che sono allineate con il traguardo net zero entro il 2050 e gli obiettivi ambientali oltre al clima.

Il regolamento ha conferito alla Commissione il potere di stabilire criteri tecnici di screening mediante atti delegati.

Il primo Delegated Act, che si applica da gennaio 2022, definisce i criteri tecnici di screening per le attività economiche che possono dare un contributo sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento ai cambiamenti climatici.

Un secondo Delegated Act, che si applica anche dal gennaio 2022, specifica il contenuto, la metodologia e la presentazione delle informazioni che devono essere divulgate.

Un terzo Delegated Act, applicabile dal gennaio 2023, include attività specifiche nel settore dell’energia nucleare e del gas nell’elenco delle attività economiche coperte dalla tassonomia dell’UE.

La Commissione, in queste ore, ha approvato una nuova serie di criteri di tassonomia dell’UE per le attività economiche che contribuiscono in modo sostanziale a uno o più obiettivi ambientali non climatici, ossia:

  • uso e protezione sostenibili delle risorse idriche e marine
  • transizione verso un’economia circolare
  • prevenzione e controllo dell’inquinamento
  • tutela e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi

La legge delegata sull’ambiente, che definisce i criteri per le attività economiche che contribuiscono in modo sostanziale a uno o più obiettivi ambientali non climatici del regolamento sulla tassonomia, comprende 35 attività in 8 settori economici, principalmente:

  • Attività di tutela e ripristino ambientale
  • Manifatturiero
  • Approvvigionamento idrico, rete fognaria, gestione dei rifiuti e attività di bonifica
  • Edilizia e attività immobiliari
  • Gestione del rischio di catastrofi
  • Informazione e comunicazione
  • Servizi
  • Attività ricettive

In parallelo la Commissione ha adottato anche alcune modifiche mirate dell’atto delegato “EU Taxonomy Climate Delegated Act”.

EU Taxonomy Environmental Delegated Act

L’EU Taxonomy Environmental Delegated Act fornisce una serie aggiuntiva di criteri di screening tecnico per la definizione di attività che contribuiscono sostanzialmente a uno o più obiettivi ambientali non climatici.

L’inclusione di più attività economiche che coprano tutti e sei gli obiettivi ambientali e, di conseguenza, di un maggior numero di settori e imprese economiche offrirà nuove opportunità per incrementare gli investimenti sostenibili.

La tassonomia dell’UE mira a sostenere gli investitori nel finanziamento di progetti di transizione e sostenibili che migliorino sostanzialmente le prestazioni ambientali delle attività in tutti i settori economici chiave. Definendo chiaramente ciò che è in linea con gli obiettivi ambientali dell’UE, la tassonomia dell’UE cerca di incoraggiare le aziende a lanciare nuovi progetti, o aggiornare quelli esistenti, per soddisfare questi criteri.

La divulgazione da parte delle società delle attività allineate alla tassonomia comporterà la disponibilità sul mercato di informazioni sulla sostenibilità più affidabili e comparabili per gli investitori e le parti interessate. Le aziende possono, se lo desiderano, utilizzare in modo affidabile la tassonomia dell’UE per pianificare il loro clima e la transizione ambientale e aumentare i finanziamenti per questa transizione. Gli operatori del mercato finanziario possono, se lo desiderano, utilizzare la tassonomia dell’UE per progettare prodotti finanziari verdi credibili.

Prossimi step

Gli atti delegati della tassonomia dell’UE sono approvati in linea di principio e, una volta disponibili in tutte le lingue ufficiali dell’UE, saranno adottati e trasmessi al Parlamento europeo e al Consiglio, che avranno quattro mesi di tempo per esaminarli. Dovrebbero trovare applicazione a partire da gennaio 2024.

Per quanto riguarda la proposta di regolamento sulle agenzie di rating ESG, la Commissione si accinge a discuterla con il Parlamento europeo e il Consiglio.

Il pacchetto presentato è stato preceduto dall’avvio, il 9 giugno, del periodo di consultazione di quattro settimane durante il quale si raccoglieranno le osservazioni su una prima serie di principi di informativa sulla sostenibilità per le imprese.

La Commissione vaglierà i riscontri ricevuti prima di adottare i principi sotto forma di atti delegati e sottoporli al controllo del Parlamento europeo e del Consiglio.

Una volta adottati, i principi di informativa saranno utilizzati dalle imprese soggette alla direttiva relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità (CSRD).

Sarà così segnata una nuova tappa nella transizione verso un’economia sostenibile nell’UE.