Demanufacturing: cos’è e quali sono i vantaggi per l’ambiente e l’economia

La rivoluzione della produzione sostenibile attraverso il demanufacturing e il riciclo dei prodotti sta cambiando il modo in cui concepiamo l'industria moderna

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Avete mai sentito parlare di demanufacturing? Ebbene, si tratta del processo mediante il quale si riparano gli apparecchi elettronici e i materiali di cui sono composti. L’obiettivo sapete qual è? La loro reintroduzione sul mercato a un costo più basso.
Si tratta quindi, come tutti avranno capito, di un modello di economia circolare grazie al quale si evita di costruire nuovi apparecchi da zero a vantaggio non solo dei produttori ma anche dei consumatori e dell’ambiente. Il processo di rigenerazione, però, non riguarda solo gli smartphone o i tablet ma una vasta gamma di dispositivi elettrici nonché elettrodomestici. Ecco, dunque, come funziona tale processo e quali sono i principali benefici dell’iniziativa per l’ambiente e l’economia.

Il modello di economia circolare che si basa sulla rigenerazione

Contro il modello del “prendi, usa e getta” arriva il demanufacturing. Si tratta, come detto, di un sistema di produzione sostenibile il cui obiettivo è quello di ridurre al minimo l’utilizzo delle risorse naturali e della produzione dei rifiuti. Funziona in questo modo: quando un apparecchio si danneggia, i pezzi vengono smontati e quelli che ancora funzionano sono rigenerati e riassemblati per un nuovo apparecchio il cui costo sarà più basso. In questo modo si ridurranno gli sprechi e si preserveranno le risorse naturali.
Il demanufacturing, per chi non lo sapesse, è stato introdotto nel 1993 da Walter W. Olson e John W. Sutherland come pratica per tutte le industrie. L’obiettivo era quello di impattare il meno possibile sull’ambiente e allo stesso tempo preservare una sostenibilità economica dei processi coinvolti.

I benefici del demanufacturing

Come tutti immagineranno, il demanufacturing presenta diversi vantaggi: non solo per l’ambiente ma anche per i cittadini e le aziende. Ecco i principali:

  • Riduzione degli sprechi: il demanufacturing permette di ridurre la quantità di rifiuti che finiscono nelle discariche, negli inceneritori o termovalorizzatori. Il motivo, come spiegato, sta nel fatto che dagli apparecchi smontati si recuperano alcune componenti e così facendo si evita che tali prodotti, considerati oramai obsoleti o non funzionanti, vengano scartati come rifiuti;
  • Costi più bassi: con il recupero dei materiali e delle componenti ancora utilizzabili dagli apparecchi come gli smartphone, le aziende possono ridurre i costi di produzione diventando più competitive sul mercato. Ovviamente a beneficarne è anche il cliente in quanto si ritrova a sostenere un costo inferiore per un determinato articolo. Si tratta di una notizia ottima in un mercato sempre più competitivo in cui ogni giorno si cercano i metodi più disparati per risparmiare. La convenienza economica derivante dai prezzi ridotti , inoltre, rafforza il rapporto tra cliente e fornitore e promuove la fedeltà del cliente stimolandolo a fare ulteriori acquisti;
  • Recupero dei materiali critici. Un altro vantaggio del demanufacturing è che grazie a esso si possono recuperare materiali critici, come i metalli preziosi. Questi ultimi sono essenziali per la produzione di componenti elettroniche e per altre applicazioni industriali. La loro importanza sta nel fatto che non solo garantiscono la qualità e l’affidabilità dei prodotti finali ma soddisfano le esigenze sempre più complesse del mercato globale;
  • Nuovo lavoro: la rigenerazione richiede operai specializzati che avranno il compito di disassemblare e riciclare i prodotti per cui, implementando tale modello, si creeranno maggiori opportunità di lavoro nel settore della produzione sostenibile;
  • Sostenibilità ambientale: il demanufacturing riduce l’impatto umano nei confronti del territorio circostante. Come detto, infatti, favorisce il recupero e il riutilizzo dei materiali e in più riduce la quantità dei rifiuti destinati alla combustione o alle discariche.

Demanufacturing contro l’obsolescenza programmata

Rispetto al passato si sarà notato che molti apparecchi durano di meno. Si tratta della cosiddetta obsolescenza programmata che è una strategia commerciale con la quale si limita la vita di un determinato prodotto mediante processi di riparazione complicati e troppo costosi o con l’introduzione sul mercato di apparecchi più avanzati.

Spesso, infatti, invece di attendere per mesi la riparazione di un apparecchio, come ad esempio uno smartphone economico che smette di funzionare, molte persone trovano più vantaggioso sostituirlo con un nuovo modello. Questa scelta non solo evita i lunghi tempi di inattività, ma può anche risultare più economica considerando il costo e la disponibilità delle riparazioni.

L’obsolescenza segue quindi il modello dell’economia lineare del “produci, consumi e getta” che ha un impatto molto forte sull’ambiente in quanto ancora non ci si rende conto che le risorse sono limitate. Con il demanufacturing, invece, l’impatto sull’ambiente è limitato così come quello sul portafoglio. Il marchio che promuove il ricondizionamento, infatti, può abbassare il prezzo del prodotto anche più del 50% e il guadagno non è solo del cliente. L’azienda, infatti, in questo modo guadagna potenziali nuovi clienti.

L’importanza del demanufacturing

Riduzione dei costi di produzione, recupero dei materiali, valorizzazione del brand: ecco i tre principali motivi per i quali il demanufacturing può risultare una scelta più che vantaggiosa.

In un’epoca in cui vi è un aumento esponenziale dei rifiuti elettronici a causa dell’obsolescenza programmata e per il rapido avanzamento tecnologico, esso può quindi essere una soluzione pratica ed ecologica. Pratica perché si immettono nuovamente sul mercato i dispositivi a prezzo più basso ed ecologica perché acquistando questo genere di prodotti si contribuisce al risparmio delle risorse naturali. I dispositivi, infatti, si riparano e si rigenerano per cui non sono richieste nuove produzioni.

Tale pratica è poi importante perché promuove l’economia circolare: crea infatti nuove opportunità di lavoro nel settore della riparazione e del riciclo. In più, grazie alla reintroduzione dei dispositivi riparati e rigenerati sul mercato a prezzi molto concorrenziali, si dà la possibilità a un numero maggiore di consumatori di accedere a tecnologie più avanzate. In questo modo si riduce il divario digitale e si permette anche alle famiglie a basso reddito di poter accedere a dispositivi come tablet, smartphone e computer.

Il gap digitale, infatti, influenza in modo negativo l’accesso all’istruzione, alle opportunità di lavoro ma anche ai servizi essenziali. Proprio per questo le varie legislature hanno cercato e stanno cercando di implementare le politiche e i programmi per migliorare l’infrastruttura digitale e promuovere l’alfabetizzazione digitale cercando di rendere le tecnologie più accessibili a un pubblico sempre più vasto di cittadini.