La tredicesima non aumenterà. Partiamo da questo chiarimento: gli aumenti, che sono arrivati direttamente in busta paga, non andranno ad intaccare questa mensilità. La tredicesima, infatti, è completamente ed interamente esclusa dal taglio del cuneo fiscale e contributivo, anche se il governo Meloni ha annunciato diversamente.
Ma cerchiamo di capire meglio cosa stia accadendo. Nel corso del 2023 i lavoratori dipendenti hanno beneficiato di alcuni aumenti in busta paga grazie al potenziamento del taglio del cuneo fiscale e contributivo. Questa misura, però, non andrà ad impattare sulla tredicesima erogata nel 2023: su questa mensilità verrà applicato esclusivamente l’esonero contributivo ridotto, che sarà pari al 2% per le retribuzioni fino a 35.000 che sale al 3% per quelle fino a 25.000.
Questo significa, in altre parole, che almeno per quanto riguarda la tredicesima, i benefici che derivano direttamente dalla decontribuzione sono, a tutti gli effetti, meno favorevoli. Volendo effettuare un confronto tra questa mensilità aggiuntiva e lo stipendio è possibile affermare che c’è un vantaggio inferiore sulla prima e maggiore sulla seconda.
Sul lungo periodo la riforma fiscale prevede di introdurre una detassazione, andando ad applicare un’imposta sostitutiva dell’Irpef, dall’altro lato, per il momento, da quello che emerge dalle bozze della Legge di bilancio, almeno per il 2023, non sembra essere previsto alcun taglio.
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Tredicesima 2023: non è previsto alcun aumento
Cerchiamo di capire nel dettaglio cosa devono aspettarsi i lavoratori nel corso delle prossime settimane. La tredicesima, come ogni anno, arriverà nel corso del mese di dicembre (per legge deve essere erogata prima della vigilia di Natale). Alla luce delle novità introdotte dal taglio del cuneo fiscale e dalle varie proposte di cui si sta discutendo, è bene fare il punto della situazione è soffermarsi un attimo sulle regole previste per il 2023. Queste, almeno, sono certe, dato che sono state messe nero su bianco.
I lavoratori dipendenti, nel corso del mese di luglio, hanno ottenuto un aumento direttamente in busta paga grazie all’applicazione del taglio del cuneo fiscale e contributivo, che è arrivato fino al 7%.
Ad apportare alcune novità, infatti, è stato il Decreto Lavoro, attraverso il quale l’esonero contributivo del 2% e del 3% è stato aumentato di quattro punti percentuali, ma solo per la seconda parte dell’anno. Ossia da luglio a dicembre. I lavoratori dipendenti, in questo modo, hanno ottenuto, nella migliore delle ipotesi, un beneficio complessivo pari a 100 euro ogni mese.
Lo stesso trattamento, però, non è riservato alla tredicesima, per la quale è prevista la decontribuzione in misura ridotta, così come è stato previsto dalla Legge di Bilancio 2023. Nel decreto Lavoro, all’articolo 39, infatti, si legge:
Per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, determinato ai sensi dall’articolo 1, comma 281, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 è incrementato di 4 punti percentuali, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima.
Questo significa, in altre parole, che gli aumenti e i vantaggi previsti nel secondo semestre per gli stipendi percepiti dai lavoratori, non coinvolgeranno la tredicesima.
Le istruzioni Inps per la tredicesima
Per capire meglio cosa accadrà nella busta paga di fine anno e come calcolare la tredicesima, di particolare aiuto risulta essere la circolare n. 1932 del 24 maggio 2023 dell’Inps, nella quale sono chiariti come debbano essere applicati il taglio del cuneo fiscale e contributivo.
Nel caso in cui la tredicesima mensilità venga erogata in un’unica soluzione, la misura verrà applicata nel seguente modo:
- il taglio sarà pari a 2 punti percentuali, nel caso in cui la tredicesima non superi i 2.692 euro;
- il taglio sarà pari a 3 punti percentuali, qualora la tredicesima non superi i 1.923 euro.
Nel caso in cui la tredicesima venga erogata mensilmente – quindi ogni mese viene versato un dodicesimo di quanto spetta -, la misura viene applicata come segue:
- il taglio effettuato è pari a 2 punti percentuali nel caso in cui la rata mensile della tredicesima risulti essere inferiore a 224 euro, che corrisponde a 2.693 diviso dodici;
- il taglio risulterà essere pari a 3 punti percentuali, nel caso in cui la rata mensile risulti essere inferiore a 160 euro, ossia a 1.923 euro diviso dodici.
Benefici rinviati al prossimo anno
Questi sono i benefici previsti per il 2023 per i lavoratori che andranno a percepire la tredicesima nel corso del mese di dicembre. Adesso vale la pena soffermarsi un attimo per capire cosa è previsto il prossimo anno.
Il Disegno di Legge di Bilancio 2024 prevede la conferma del taglio del cuneo fiscale potenziato al 6% e al 7% per il prossimo anno. Dalle bozze che sono circolate si legge che l’esonero non toccherà la tredicesima.
Cosa vuol dire tutto questo? Molto semplicemente che anche per il 2024, salvo ripensamenti dell’ultimo momento, non sono previsti dei vantaggi particolari collegati alla tredicesima. Comunque vada la riforma fiscale dovrà proseguire nel corso dei prossimi mesi. Tra le novità che si vogliono introdurre vi è anche quella di applicare alla mensilità aggiuntiva un’imposta sostitutiva all’Irpef.
A spiegarlo, lo scorso 2 maggio 2023 in audizione presso le Commissioni riunite Finanze di Camera e Senato, era stato Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, che aveva anticipato:
L’incremento può essere anche il premio di produttività. E perché no? Assoggettare la tredicesima mensilità, laddove ci sono risorse, a una tassazione più bassa: mettere più soldi in tasca agli italiani quando nell’ultimo mese dell’anno dovranno sostenere spese per le festività natalizie, per i regali ai figli e via dicendo. È una cosa che già c’è nella delega, che dobbiamo sperimentare e vedere come costruirla.
In sintesi
In estrema sintesi il taglio del cuneo fiscale permette di ottenere un aumento direttamente in busta paga grazie alle riduzioni fiscali e contributi. Lo stesso vantaggio, però, non lo si ottiene in tredicesima: su questa mensilità viene applicato un taglio diverso rispetto a quello effettuato sullo stipendio normale.
A dicembre è bene, quindi, non aspettarsi un aumento in tredicesima della stessa portata di quello delle altre mensilità.