Superbollo, rivoluzione in arrivo: cosa cambia

La Commissione Finanze della Camera approva un emendamento che dovrebbe portare al "progressivo superamento" dell'imposta. Ecco quanto ci costa

Pubblicato: 2 Luglio 2023 09:44

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Dopo vari annunci da parte del Governo sull’abolizione del superbollo auto, la Commissione Finanze della Camera ha ultimato l’esame della legge delega di riforma fiscale. L’assemblea ha approvato un emendamento che prevede di “valutare l’eventuale e progressivo superamento” dell’imposta indiretta sulle vetture diesel di grossa cilindrata.

Dopo le promesse del ministro Matteo Salvini e i conti da parte del Parlamento, la Commissione ha modificato l’aspetto che riguarda le coperture finanziarie per l’abolizione del superbollo. Ora la “rivoluzione” potrà finalmente partire. Oppure no?

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Cos’è il superbollo e chi deve pagarlo

Iniziamo con un ripasso su cos’è il superbollo. Si tratta di un’imposta indiretta che si affianca al più conosciuto bollo auto, che grava sui possessori di autovetture e autoveicoli con una potenza superiore a 185 kW (o 251 cavalli). Per ogni kiloWatt che eccede tale soglia, verrà applicato un aumento di 20 euro sulla tassa di proprietà.

Il peso dell’imposta, introdotta nel luglio 2011, viene determinato anche dall’anno di immatricolazione del veicolo: il superbollo si riduce infatti a 12 euro dopo 5 anni, a 6 euro dopo 10 anni, a 3 euro dopo 15 anni e viene abolito del tutto dopo i 20 anni di “vita” della vettura. Nel giro di 13 anni, il superbollo è costato circa 1,2 miliardi di euro agli automobilisti italiani, stando ai calcoli di Federcarrozzieri. Vale a dire: 100 milioni di euro ogni anno.

Quanto costa il superbollo auto

Ecco di seguito la tabella degli importi del superbollo, realizzata dall’associazione delle autocarrozzerie italiane e differenziata per tipologia di automobile:

  • Toyota Yaris GR (192 kW): 140 euro
  • Jeep Grand Cherokee (200 kW): 300 euro
  • Ford Focus ST (206 kW): 420 euro
  • Hyundai i30 N Performance (206 kW): 420 euro
  • Hyundai Kona N Performance (206 kW): 420 euro
  • Alfa Romeo Stelvio (206 kW): 420 euro
  • Renault Mégane R.S. (221 kW): 720 euro
  • Range Rover Evoque 2.0 (221 kW): 720 euro
  • Mercedes A 35 AMG (224 kW): 780 euro
  • Mini Clubman John Cooper Works (225 kW): 800 euro
  • Volvo S60 T8 (228 kW): 860 euro
  • Volkswagen Golf R (245 kW): 1.200 euro
  • Bmw X3 xDriveM40d (250 kW): 1.300 euro
  • Audi S4 Avant TDI (251 kW): 1.320 euro
  • Lexus LC V8 (351 kW): 3.320 euro
  • Jaguar F-Type R75 (423 kW): 4.760 euro
  • Audi R8 Spyder performance (456 kW): 5.420 euro
  • Bmw X6 M Competition (460 kW): 5.500 euro
  • Maserati MC20 (463 kW): 5.560 euro
  • Mercedes GT Coupé 4 63 E-Performance AMG S (470 kW): 5.700 euro
  • Bentley Continental GT Convertible (485 kW): 6.000 euro
  • Aston Martin DBS (533 kW): 6.960 euro
  • Lamborghini Aventador Ultimae (577 kW): 7.840 euro
  • Ferrari 812 Superfast (588 kW): 8.060 euro
  • Ferrari Daytona SP3 (618 kW): 8.660 euro

Il superbollo verrà abolito?

Leggendo bene il testo dell’emendamento approvato, si nota che non si parla di “abolizione”, ma di “superamento” del superbollo auto. Il Governo intende “riordinare le tasse automobilistiche, anche nell’ottica della razionalizzazione e semplificazione del prelievo, valutando l’eventuale e progressivo superamento dell’addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture e gli autoveicoli destinati al trasporto promiscuo di persone e cose, aventi potenza superiore a 185 kiloWatt, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica a carico del settore delle tasse automobilistiche”.

Toccherà all’Esecutivo Meloni decidere come muoversi, tenendo presente che sicuramente l’abolizione dell’imposta non avrà luogo durante l’estate 2023, come invece promesso inizialmente. Federcarrozzieri spinge affinché il superbollo scompaia, poiché tra le altre cose “ha prodotto alterazioni al mercato dell’automotive“. Secondo l’associazione, si è assistito infatti al proliferare dei “falsi leasing”, ossia autovetture con targa estera fornite in noleggio a clienti italiani, “con conseguente mancato versamento del bollo auto, superbollo, e imposte varie”.

Sempre per evitare il pagamento del superbollo, aggiunge Federcarrozzieri, “sono inoltre cresciute in Italia i casi di radiazione di veicoli con potenza superiore ai 185 kW con la scusa di esportarli negli Stati Ue. Veicoli che però continuano a circolare sul territorio italiano con targa tedesca, austriaca, bulgara o romena”.