Cambia il riscatto per i vuoti contributivi: come funzionerà nel 2024

Dal 2024 sarà possibile pagare ratealmente il riscatto dei vuoti contributivi. Ecco cosa prevede la bozza della nuova Manovra

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Tra le novità inserite all’interno della bozza della Manovra 2024 è stata inserita la possibilità per i lavoratori di andare a coprire i cosiddetti vuoti contributivi. Si tratta, in altre parole, di quei periodi che, per un qualsiasi motivo, non sono stati coperti dalla retribuzione e per i quali non sono stati adempiuti i consueti obblighi previdenziali. Sarà possibile, quindi, andare a coprire questi veri e propri vuoti contributivi e parificarli agli altri periodi di lavoro.

Quanto previsto dalla bozza delle Manovra 2024 prevede l’introduzione di un sistema simile al riscatto della laurea anche per quei periodi nei quali i contribuenti non hanno lavorato, permettendo loro di costruirsi, in maniera autonoma, un percorso contributivo lineare e continuativo. Ma entriamo un po’ più nel dettaglio.

Si potranno colmare i vuoti contributivi

Dal prossimo anno i lavoratori avranno la possibilità di andare a colmare i cosiddetti vuoti contributivi. Stiamo parlando di quei periodi nei quali le persone non hanno lavorato – o nei quali per un qualsiasi motivo i contributi non sono stati versati – e che costituiscono, a tutti gli effetti, un vero e proprio problema per il raggiungimento dei requisiti minimi per andare in pensione. O per ottenere un assegno previdenziale degno di questo nome.

Stando a quanto prevede la bozza della Manovra 2024 i vuoti contributivi saranno riscattabili nella misura massima di cinque anni. Anche quando non dovessero essere continuativi. I diretti interessati avranno la possibilità di effettuare un versamento in un’unica soluzione o, in alternativa, lo potranno fare in 120 rate mensili, il cui singolo importo non potrà essere inferiore a 30 euro. Nel caso in cui si dovesse optare per il pagamento dilazionato, non sono previsti degli interessi.

Nel caso in cui il lavoratore sia del settore privato, l’onere del riscatto potrà essere sostenuto direttamente dal datore di lavoro, che potrà destinare a questo scopo gli eventuali premi di produzione. Nel caso in cui le parti dovessero optare per questa soluzione, i costi risultano essere deducibili dal reddito d’impresa e dal lavoro autonomo.

Il riscatto dei periodi contributivi

Come funziona il riscatto dei contributi ai fini previdenziali in Italia? È possibile utilizzare questo strumento anche per altri periodi che non coincidano unicamente con gli anni passati a studiare per ottenere la laurea?

L’ordinamento previdenziale italiano permette di coprire i vuoti contributivi che un lavoratore può maturare nel corso della propria carriera professionale. L’operazione, molto semplicemente, permette di avvicinare il momento in cui è possibile andare in pensione e di aumentare l’importo dell’assegno previdenziale che spetta una volta andati in quiescenza.

Nella maggior parte dei casi, quando si parla di riscatto si pensa a quello relativo alla laurea, che permette di coprire gli anni passati all’università per ottenere il titolo di studio. Ma ne esistono anche altre tipologie: ed è proprio su queste che la Manovra 2024 si è soffermata per andare incontro ai lavoratori.

Riscatto contributivo: come funziona

Cerchiamo di capire in cosa consiste e come funziona il riscatto contributivo. È, sostanzialmente, una facoltà lasciata al lavoratore, che può esercitare presentando una semplice istanza direttamente all’Inps. L’obiettivo di questa misura è permettere al singolo soggetto di coprire dal punto di vista previdenziale eventuali vuoti contributivi, che potrebbero costituire un ostacolo al raggiungimento dei requisiti minimi per andare in pensione.

I soggetti che possono accedere alla misura

È importante, in primo luogo, comprendere quali siano i soggetti che possono andare a sanare gli eventuali vuoti contributi. Possono accedere a questa particolare misura:

  • i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO);
  • gli iscritti a una delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi;
  • gli iscritti alla Gestione Separata dei lavoratori parasubordinati;
  • gli iscritti ai fondi speciali, sostitutivi, esclusivi gestiti dall’Inps.

Riscatto Vs copertura figurativa

Di particolare importanza risulta anche riuscire a comprendere quali siano le differenze tra la copertura figurativa e il riscatto. La prima è sempre gratuita ed è prevista in determinati casi, come ad esempio la maternità o per l’espletamento del servizio militare. Discorso diverso invece per il riscatto, che è sempre a titolo oneroso e può comportare il versamento di cifre importanti (l’ammontare non è uguale per tutti, ma dipende dallo stipendio percepito e dall’età del richiedente).

Il riscatto è differente anche da versamenti volontari: questi ultimi costituiscono una prosecuzione volontaria dell’assicurazione. Il riscatto invece serve esclusivamente a coprire dei vuoti contributivi.

Quali sono i vuoti contributi che si possono riscattare

La normativa italiana ha dettato delle regole ben precise anche per quanto riguarda le tipologie di contributi che possono essere oggetto di riscatto. Possono essere oggetto di questa misura i periodi:

  • che risultino essere oggetto di omissione contributiva caduta in prescrizione. Quindi devono essere passati almeno dieci anni;
  • per i quali non era previsto alcun obbligo di versamento contributi. Oltre al già citato riscatto della laurea, possono rientrare in questa casistica anche i periodi di lavoro all’estero.

Riscattare i contributi conviene?

Per capire se il riscatto dei vuoti contributivi sia conveniente o meno è necessario analizzare la propria situazione. È bene, infatti, partire da un presupposto molto importare: stiamo parlando di un’operazione che, almeno nella maggior parte dei casi, è particolarmente costosa.

Tra i parametri da tenere a mente per comprendere se l’operazione sia conveniente ci sono i seguenti:

  • a quanto ammonterebbe l’assegno previdenziale dopo aver concluso l’operazione. È importante valutare, infatti, se l’aumento che si riuscirebbe ad ottenere giustifica economicamente l’investimento;
  • di quanti anni si anticiperebbe l’età della pensione. È necessario quanto risultino essere importanti, per uscire dal mondo del lavoro anticipatamente questi contributi.

In alcuni casi, tra le opzioni da prendere in considerazione vi è anche quella che prevede il versamento volontario dei contributi. Il suggerimento è quello di valutare quale opzione permetta di ottenere il miglior vantaggio rispetto all’investimento che si sta effettuando.