Riforma del Fisco? Ecco i 17 condoni del governo Meloni

Sono 17 le procedure avviate e annunciate dal governo di Giorgia Meloni in poco più di un anno. L'obiettivo è quello di migliorare il rapporto tra imprese e Fisco

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il governo continua a strizzare l’occhio ai condoni. La riforma del Fisco ha evidentemente preso una piega ben precisa, ormai da tempo. Un passo dopo l’altro, infatti, si è giunti a ben 17 condoni in totale. Una vasta gamma che, di fatto, evidenzia una particolare filosofia politica: niente sanzioni, o quasi, bensì dialogo. Alla base di tutto ciò troviamo la filosofia portata avanti dal ministero dell’Economia, evidenziata più volte dal vice ministro Maurizio Leo. Ha infatti ampiamente spiegato come si punti a un rapporto differente, nuovo e collaborativo tra le imprese e l’amministrazione finanziaria.

I 17 condoni del governo

Più di una sanatoria ogni 30 giorni nell’arco dei 13 mesi di governo di Giorgia Meloni. La Stampa ha proposto un elenco dettagliato, che va a evidenziare il trend inaugurato dall’esecutivo:

  1. rottamazione delle cartelle esattoriali;
  2. rottamazione delle multe stradali;
  3. condono per i guadagni dal mondo crypto;
  4. sconto adottato per le controversie tributarie;
  5. rinuncia agevolata;
  6. agevolazioni per gli avvisi bonari;
  7. cancellazione delle irregolarità formali nella denuncia dei redditi;
  8. sanzioni ridotte per gli atti di accertamento;
  9. definizione agevolata delle liti pendenti;
  10. sconto attraverso pagamento rateizzato per i ravvedimenti operosi;
  11. regolarizzazione dei versamenti;
  12. salva calcio;
  13. condono penale per i reati tributari;
  14. riduzione delle multe per chi non emette scontrini e fatture

Ora spazio ad altri tre interventi nel processo di riforma del Fisco, posti sulla stessa linea politica. Si è optato per degli sconti, che possono raggiungere anche l’azzeramento delle sanzioni, per chi aderisce all’adeguamento collaborativo. Si offre inoltre la possibilità di pagare per chiudere la lite fiscale. Il novero sale così a 16, con il numero 17 che è rappresentato dall’inserimento nel pacchetto di misure del potenziamento della conciliazione delle liti, il che estende l’applicazione anche in Cassazione.

Le ragioni dell’esecutivo

In merito a tale processo è intervenuto il vice ministro Maurizio Leo. Ha spiegato in conferenza stampa come uno degli obiettivi del Pnrr sia proprio quello di procedere allo smaltimento del contenzioso pendente: “In Italia il carico in Cassazione è di 42mila controversie pendenti, con 10mila nuovi ingressi”.

Prendendo in considerazione anche le liti nelle commissioni tributarie, il numero sale in maniera rilevante, toccando quota 100mila. Ciò si attesta su un valore di circa 40 miliardi di euro. Non soltanto condoni nei piani del governo Meloni, chiarisce Leo, ma anche un’accelerazione netta ai processi di digitalizzazione. Un modo per ridurre il carico, con udienze da remoto e comunicazioni via Pec.

Ci si muove inoltre in direzione di un abbassamento della soglia di accesso alla “cooperative compliance”. Parliamo quindi dell’adempimento collaborativo. Vengono garantite, in questo modo, zero sanzioni amministrative per i contribuenti che decidono di aprire una comunicazione. Si dimezzano invece le quote nel caso in cui il soggetto adotti “una condotta riconducibile a un rischio fiscale non significativo”, stando alla bozza.

Non tutto però rientra in questo grande calderone di agevolazioni. Escluse le violazioni fiscali determinate da condotte fraudolente o simulatorie. E per quanto concerne le soglie, invece, nel 2024 il regime di collaborazione per le imprese sarà rivolto a chi vanta un volume d’affari o fatturato non al di sotto di 750milioni di euro. Una variazione rispetto al miliardo attuale. Nel 2026 scenderà poi a 500 milioni e dal 2028 a 100 milioni.