Regime forfettario: come ottenere il taglio dei contributi previdenziali

Entro il 28 febbraio è possibile fare richiesta per pagare i contributi Inps ridotti del 35%. Come fare la domanda

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

È possibile aderire al regime contributi agevolato ed effettuare i versamenti previdenziali in misura ridotta? Quali sono i soggetti che possono accedere a queste particolari agevolazioni? I titolari di partita Iva, che hanno aderito al regime forfettario, hanno la possibilità di richiedere di accedere anche al regime contributi agevolato.

Questa misura permette di ottenere uno sgravio del 35% dei contributi da versare. Attenzione: ci sono ancora pochi giorni per poter accedere a questa particolare agevolazione. E non riguarda tutte le partita Iva forfettarie.

Dal 2023 continuano a susseguirsi le novità, che coinvolgono i lavoratori autonomi che hanno aderito al regime forfettario – ricordiamo è anche stato ampliato con la Legge di Bilancio 2023 -, ma un punto continua a rimanere fermo ed è stato confermato dallo scorso anno: stiamo parlando del regime contributivo agevolato, che è riservato ai contribuenti che sono iscritti alla gestione artigiani e commercianti.

Regime forfettario: i contributi agevolati

Cerchiamo di entrare un po’ più nel dettaglio. I contribuenti, che hanno aderito al regime forfettario possono beneficiare di una riduzione dei contributi previdenziali nella misura del 35% su:

  • i versamenti dei contributi dovuti entro il minimale;
  • i versamenti sul reddito, che eventualmente eccede il minimale.

Devono continuare, invece, ad essere versati nella misura intera il contributo previsto per l’indennità di maternità, che è pari a 7,44 euro all’anno.

Quello a cui devono stare attenti i contribuenti è che la riduzione non è automatica, ma ha carattere opzionale. Questo significa che è necessario, per ottenerla, presentare una domanda direttamente all’Inps in forma telematica, attraverso il cassetto Previdenziale Artigiani e Commercianti.

Scadenza entro cui fare la richiesta

I contribuenti, che hanno optato per il regime forfettario, per poter accedere al regime contributivo agevolato devono presentare la domanda entro e non oltre il 28 febbraio 2023. Nel caso in cui questa scadenza non dovesse essere rispettata, l’accesso al regime agevolato non viene riconosciuto per l’anno in corso.

Il diretto interessato, a questo punto, dovrà presentare una nuova domanda il prossimo anno, sempre che continui ad essere in possesso dei requisiti necessari per potervi accedere.

La possibilità di accedere al regime contributivo agevolato non è data a tutti i contribuenti che hanno adottato il regime forfettario: possono accedervi solo gli artigiani e i commercianti, che sono iscritti alla relativa gestione Inps.

Regime contributivo agevolato: quando si perde il diritto

La normativa prevede casi particolari nei quali è prevista l’uscita dal regime contributivo agevolato. I diretti interessati perdono il diritto ad effettuare i versamenti in maniera ridotta quando:

  • vengono meno i requisiti, che hanno permesso di ottenere il beneficio;
  • il contribuente effettua una scelta diversa ed opta per abbandonare il regime agevolato tramite il cassetto previdenziale;
  • arriva un’informativa da parte dell’Agenzia delle Entrate all’Inps, con la quale viene comunicato che il contribuente non ha mai aderito al regime forfettario o non ha mai avuto i requisiti per potervi aderire.

Nel caso in cui si dovesse prefigurare uno dei due primi casi, il regime ordinario viene ripristinato dal 1° gennaio dell’anno successivo, rispetto a quello di perdita dei requisiti o di domanda di uscita. Nel terzo caso, invece, il regime ordinario viene imposto in maniera retroattiva: partirà, quindi, lo stesso giorno in cui era partito il regime agevolato.

L’applicazione automatica

Nel 2023, l’applicazione del regime contributivo agevolato avviene in maniera automatica per i soggetti che ne beneficiavano già nel corso del 2022. È necessario, comunque, che siano confermati i requisiti per continuare a rimanervi – quindi rientrare ancora nel regime forfettario – e non averne fatta espressa rinuncia.

Sono tenuti, invece, a richiederlo quanti:

  • hanno intrapreso una nuova attività nel corso del 2023, per la quale hanno aderito al regime forfettario. Il termine ultimo per effettuare la richiesta è fissato al 28 febbraio 2023;
  • quanti iniziano una nuova attività nel corso del 2023, anche dopo il 28 febbraio 2023. In questo caso, devono provvedere a comunicare, con la massima solerzia, la propria intenzione di aderire al regime contributivo agevolato rispetto alla ricezione della conferma d’iscrizione alla gestione speciale.

Ricordiamo che, nel caso in cui la riduzione dei contributi dovesse comportare un versamento inferiore rispetto al minimo annuo, ai fini previdenziali, verranno accreditati un numero di mesi inferiori proporzionati a quanto è stato realmente versato, quindi meno di dodici. Per il 2023 il versamento minimo deve essere calcolato sul minimale di reddito imponibile pari a 17.504,00 euro.

Regime forfettario, come si calcolano i contributi

I nostri lettori, a questo punto, potrebbero chiederci come si calcolano i contributi per i titolari di partita Iva che hanno optato per il regime forfettario? Non è possibile dare una risposta univoca, che valga per tutti i soggetti, perché sono diversi i fattori che condizionano questo tipo di operazione.

La differenza più importante è se il contribuente si debba iscrivere ad una Gestione separata professionisti senza cassa o alla Gestione Inps artigiani e commercianti.

Partiamo con il ricordare che devono iscriversi alla Gestione Separata Inps professionisti senza cassa, i titolari di partita Iva in regime forfettario, che svolgono un’attività professionale, ma che non hanno l’obbligo di iscriversi un particolare albo professionale. Questi contribuenti, per calcolare i contributi Inps da versare, devono utilizzare questa formula:

Reddito fiscale=Fatturato*coefficiente di redditività

Mettiamo il caso che il professionista abbia incassato 35.000 e il coefficiente di redditività sia del 78%. I calcoli da fare sono i seguenti:

Importo incassato: 35.000 euro

Coefficiente di Redditività: 78%

Reddito Lordo: 35.000×78% = 27.300 euro

Saldo contributi 27.300x 26,23% = 7.161 euro

Diverse le regole e le aliquote dei contribuenti titolari di partita Iva iscritti alla Gestione separata Inps artigiani e commercianti. Sono tenuti ad iscriversi a questa particolare gestione previdenziale i titolari di partita Iva in regime forfettario, che devono iscriversi anche alla Camera di Commercio. In questo caso il calcolo dei contribuenti deve essere effettuato sulla base del minimale contributivo, che abbiamo visto essere a 17.504,00 euro. Prevedendo, anche in questo caso un importo incassato pari a 35.000 euro ed un coefficiente di redditività del 67%, i calcoli da effettuare sono i seguenti:

Importo incassato: 35.000 euro

Coefficiente di redditività: 67%

Reddito lordo: 35.000×67% = 23.450 euro

Contributi fissi: 3.905,76 euro

Importo eccedente il minimale: 23.450-16.243 = 7.207 euro

Contributi variabili sull’eccedenza: 7.207×24% = 1.729 euro

Totale contributi INPS da versare: 3.836 euro+1.729 euro = 5.565 euro