In Italia evasi oltre 30 miliardi di IVA. Nessuno fa peggio in Europa

In UE ogni secondo evasi 4.000 euro di IVA. L’Italia in testa alla classifica, anche se non mancano timidi segnali. ecco le tasse più evase nel nostro Paese

Pubblicato: 19 Gennaio 2022 17:12

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Centotrentaquattro miliardi di euro: è l’ammontare di entrate fiscali che i Paesi dell’Unione Europea hanno perso solo nel 2019. A dirlo è il Rapporto 2021 sul divario IVA pubblicato dalla Commissione Europea. Ma quali sono le nazioni dove si evade di più l’IVA? E che cosa si potrebbe realizzare con questa cifra?

L’Italia è il Paese UE dove si evade di più l’IVA

Se il dato complessivo dell’evasione IVA in Unione Europea ammonta a 134 miliardi di euro nel solo 2019, quali sono gli Stati membri dell’Unione dove questo fenomeno è più diffuso? In prima posizione troviamo l’Italia. Secondo le stime della Commissione Europea l’evasione italiana è superiore ai 30 miliardi di euro: nel 2019 si è arrivati addirittura a 30 miliardi 106 milioni di euro. Una cifra che corrisponde a quasi il 50% dell’ultima manovra fiscale varata dal Governo Draghi. Dietro l’Italia, troviamo la Germania, con 23.443.000.000 euro e in terza posizione il Regno Unito con 17.176.000.000. Anche in Francia – quarta posizione – l’evasione dell’IVA è significativa, quasi 14 miliardi di euro, ma rispetto all’Italia il dato è inferiore di più del doppio.

Cosa si potrebbe realizzare con l’evasione dell’Unione Europea?

L’evasione fiscale generata dall’IVA in Unione Europea è pari a 4.000 euro ogni secondo. Ma quali opere si potrebbero realizzare con i fondi evasi? Con 134 miliardi di euro si potrebbero costruire 250 ospedali all’avanguardia, si riuscirebbero a completare tutti gli interventi del PNRR (nell’arco di tre anni) e realizzare l’intera linea ferroviaria ad alta velocità da Porto (in Portogallo) a Tallinn in Estonia.

Le tasse più evase in Italia

Secondo i dati presenti nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) del 2021 e rielaborati dall’Osservatorio sui conti pubblici, il fenomeno dell’evasione fiscale in Italia nel 2018 è in calo rispetto agli anni precedenti.

Nel 2018 il totale di tasse evase nel Belpaese è stato di poco inferiore ai 103 miliardi di euro. Nonostante si sia registrato un calo di oltre 5 miliardi rispetto all’anno precedente, l’evasione resta un enorme fardello per un Paese in cui la propensione all’evasione si aggira in media attorno al 30%.

Guardando alle singole imposte, la tassa più evasa è l’IRPEF da lavoro autonomo (quasi il 70% nel 2017). A seguire troviamo l’IVA con il 27,2% e, poi, l’IMU, l’IRES e l’IRAP rispettivamente con il 25,8%, il 24,6% e il 19,2%. In valori assoluti l’evasione IVA nel 2016 valeva quasi 37 miliardi di euro mentre l’IRPEF autonomo e imprese si attestava attorno ai 32 miliardi di euro; l’evasione sui contributi si “fermava” a 11.732 miliardi e l’IRES a 9 miliardi circa.

L’evasione è alta, ma non mancano segnali positivi

Se è vero che in Italia l’evasione fiscale supera i 100 miliardi di euro e che siamo il primo Paese per evasione IVA in Unione Europea, un qualche segnale positivo sembra comunque esserci. Se prendiamo l’IVA, la propensione al gap nell’imposta è passata dal 27,4% del 2014 al 19,9% del 2019. In soli cinque anni l’evasione dell’IVA è quindi calata di 7,5 punti. Anche l’evasione sul Canone Rai è diminuita, passando dal 35,6% al 10,9%. In controtendenza, si è invece alzata la propensione al gap dell’IRPEF da lavoro autonomo e impresa passato dal 63,9% del totale al 69,2%, sempre tra 2014 e 2019.

Sarà interessante vedere nei prossimi anni se alcuni strumenti – come la fatturazione elettronica e gli scontrini elettronici – che hanno prodotto una riduzione a livello percentuale dell’evasione di IVA saranno adottati anche in altri ambiti. Questo potrebbe permettere di ridurre anche l’evasione delle altre imposte.