Tasse, addio all’acconto di novembre: cosa cambia

Una mano tesa ai lavoratori con Partita IVA da parte del governo Meloni: ecco come viene ripensato il sistema di tassazione

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Un importante cambiamento all’orizzonte per i lavoratori con Partita IVA, che potranno gettare nel dimenticatoio l’incubo dell’acconto delle tasse di novembre, già a partire fine 2023. Un freno all’anticipo sui tributi dovuti, che non pochi problemi genera nei professionisti autonomi, già alle prese più di altri con gli effetti negativi dell’inflazione, considerando l’assenza di uno stipendio garantito ogni mese e la necessità di autogestirsi in tutto.

Acconto di novembre: le novità

Non è ancora del tutto ufficiale ma la via intrapresa dal governo di Giorgia Meloni è proprio questa. A breve si potrà salutare, finalmente, l’acconto delle tasse fissato per il mese di novembre. Le somme da pagare non svaniscono nel nulla, è ovvio, ma viene garantito un rinvio, offrendo più tempo per riuscire a far quadrare i conti, ma soprattutto la chance di rateizzare quanto dovuto al Fisco.

Agevolazioni che però non riguardano tutti gli autonomi con Partita IVA. Si lavora infatti per stabilire un tetto in termini di fatturato, al di sotto del quale offrire questa forma d’aiuto. Chi risulta al di sopra, invece, viene di fatto considerato in grado di gestire senza troppi affanni la programmazione fiscale così com’è.

Proviamo però in breve a spiegare quanto sia importante tutto ciò per moltissime Partita IVA che, soprattutto negli ultimi tre anni, caratterizzati dal Covid, guerra e aumenti in ogni settore, faticano a far quadrare i conti. Nessuno vuole ritrovarsi in condizione debitoria nei confronti del Fisco, che però pretende i pagamenti per quanto fatturato l’anno precedente, più una somma ipotizzata su quanto si guadagnerà nel successivo. Un’ottima notizia, dunque, considerando come tale richiesta venga avanzata ormai da differenti anni.

Come pagare l’acconto di novembre

Come detto, il fatto che l’acconto non venga pagato a novembre, non vuol dire che sparisca dal piano delle incombenze economiche dei lavoratori autonomi con Partita IVA. Il governo garantisce un rinvio in questa riforma fiscale, prevedendo inoltre una suddivisione in rate dell’ammontare segnalato dal Fisco.

Un totale di sei rate, invece di un versamento in soluzione unica. Il carico fiscale viene così enormemente alleggerito, procedendo ai “mini versamenti” a partire da gennaio, proseguendo in ordine fino a giugno.

Una nuova struttura fiscale che non sembra fare una piega in termini logici, considerando come l’anticipo faccia riferimento proprio ai guadagni (presunti) dei primi sei mesi dell’anno successivo. A ciò si aggiunge il fatto che il saldo, risultante dal conguaglio della dichiarazione dei redditi presentata, potrà essere a sua volta rateizzato fino a ottobre.

A ricevere maggior sollievo sono i soggetti con cassa previdenziale professionale. Nel loro caso, infatti, oltre al dovuto di giugno, già rateizzabile, e quello di novembre, ora meglio gestito, ci sono i versamenti contributivi di cui tener conto. Un vero e proprio salasso evitato.

Un intervento intelligente, che in realtà non presenta alcun costo per le casse dello Stato, anzi. Il Fisco potrebbe beneficiare maggiormente di un sistema più “gentile” nei confronti dei contribuenti, ora privati di una sorta di cappio alla gola, in grado di restare più agevolmente in regola con gli F24 richiesti.