Sigaretta elettronica, tasse in aumento: quanto pagherà in più chi svapa

Salgono le accise sulle sigarette elettroniche: dal 38% al 40%. Ma l'entità esatta dell'aumento viene rimandata a una successiva determinazione delle Dogane

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 18 Agosto 2024 12:39

Si alzano le imposte sulle sigarette elettroniche: il decreto delegato di riforma approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri del 7 agosto 2024 prevede una nuova imposta di consumo per tutti i prodotti da inalazione senza combustione costituiti da sostanze solide diverse dal tabacco, contenenti o meno nicotina. Il legislatore punta a colpire unicamente i prodotti da svapo, dal momento che esiste una deroga per le sostanze medicinali come l’aerosol.

Sale l’accisa sulle sigarette elettroniche

Fino ad oggi, in ordine ai tabacchi da inalazione senza combustione e ai prodotti simili con e senza nicotina, l’accisa è stata pari al 38% dell’accisa gravante su un equivalente quantitativo di sigarette. Ai sensi dell’articolo 39 del Tua, la nuova imposta si applica nella misura del 40% dell’accisa gravante sulle sigarette. L’impegno di fissare l’entità esatta dell’imposta da applicare sulle sigarette elettroniche viene comunque attribuita ad un successivo provvedimento dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli dal decreto delegato. E sempre alle Dogane viene assegnato il compito di rideterminare ogni anno, entro l’1 marzo, l’imposta di riferimento parametrandola alla variazione del prezzo medio ponderato delle sigarette.

Chi pagherà di più

L’imposta non si applica direttamente ai cittadini, ma grava sui soggetti a monte:

  • il fabbricante per quanto riguarda i prodotti da svapo realizzati sul territorio italiano;
  • il cedente, per le cessioni che avvengono da un Paese dell’Ue verso l’Italia;
  • l’importatore per i prodotti provenienti da Paese terzo.

In ogni caso, come è facile immaginare, costi di produzione e commercializzazione più alti si tradurranno verosimilmente in prezzi maggiorati per i consumatori finali.

A quanto ammontano le accise oggi

L’ultimo ritocco all’insù dell’imposta di consumo sui liquidi da inalazione per le sigarette elettroniche era avvenuto l’1 febbraio 2024, come di consueto, per iniziativa dell’Agenzia delle dogane e monopoli. L’importo viene calcolato come conseguenza all’equivalenza con il tabacco tradizionale. Dunque, con l’aumento dei prezzi e delle accise, viene spinta all’insù anche l’imposta sui prodotti da svapo. Attualmente l’accisa gravante su un chilo di sigarette è pari a 159,49 euro e corrisponde a 0,15949 per sigaretta. Un millilitro di liquido da inalazione equivale a 5,63 sigarette. Di conseguenza, attualmente, l’imposta è pari a 0,134689 euro per millilitro sui liquidi e sigarette elettroniche usa e getta con nicotina e in 0,089793 euro per millilitro sui liquidi, sigarette elettroniche usa e getta senza nicotina. Dall’1 maggio tali importi vengono applicati anche sugli aromi concentrati e sugli scomposti.

Su un flacone da 10 millilitri, attualmente l’imposta netta è di 1,34689 euro (con nicotina) e di poco meno di 90 centesimi di euro (senza nicotina). A tali cifre va poi aggiunta l’Iva al 22%.

Occorrerà adesso vedere come i maggiori costi per produzione, cessione e distribuzione per gli operatori del settore si ripercuoteranno sulle tasche dei consumatori di prodotti da svapo.