Regime forfettario, cosa cambia dal 2025. Tutte le novità previste dal prossimo anno

A partire dal 1° gennaio 2025 sono previste alcune novità per chi ha aderito al regime forfettario. Alcune sono già certe, per altre si attende l'approvazione definitiva

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 20 Novembre 2024 06:00

Confermato anche per il 2025 il regime forfettario, la tassazione agevolata per i titolari di partita Iva che, però, andrà incontro ad alcune importanti novità. Alcune delle quali risultano essere in fase di discussione.

In linea di principio i titolari di partita Iva che optano per il regime forfettario hanno la possibilità di beneficiare di una flat tax al 5% per i primi cinque anni di attività. L’imposta sostitutiva dell’Irpef passa poi al 15% negli anni successivi. Indubbiamente, uno dei requisiti più importanti da rispettare è il limite dei ricavi e dei compensi, che non deve essere superiore a 85.000 euro. Questo è uno dei nodi sui quali si rincorrono le ipotesi degli ultimi giorni e che potrebbe essere oggetto di alcune modifiche. Stando a quanto si riesce a intravedere dal disegno di Legge di Bilancio 2025, la soglia potrebbe essere portata a 100.000 euro. Ma non solo: potrebbero essere allargati altri requisiti di accesso, tra i quali rientrano i redditi da lavoro dipendente o di pensione percepiti nel corso dell’anno precedente, che per il momento sono fissati a 30.000 euro.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio e cerchiamo di comprendere come potrebbe cambiare il regime forfettario dal prossimo anno.

Regime forfettario, le novità previste nel 2025

Per riuscire a comprendere a fondo cosa sia il regime forfettario è necessario partire dalla sua definizione. Come spiega l’Agenzia delle Entrate, è un regime naturale che viene applicato ai titolari di partita Iva, che stiano esercitando attività d’impresa, arte o professione in forma individuale. Questi soggetti non devono superare alcuni limiti di ricavi e di compensi.

Il regime forfettario permette di accedere ad alcune semplificazioni, che riguardano alcuni adempimenti e l’Iva. Ma soprattutto consente di accedere ad una tassazione agevolata. I contribuenti non sono soggetti alle aliquote Irpef, ma si vedono applicare un’imposta sostitutiva fissata al 15%, la quale, almeno per i primi cinque anni di attività, scende al 5%.

Per poter accedere al regime forfettario, i titolari di partita Iva non devono superare il limite di 85.000 euro di ricavi o compensi. Oltre a questo requisito fondamentale se ne aggiungono degli altri molto importanti.

Proprio questo limite è uno dei nodi sui quali il governo sta lavorando: l’ipotesi è quella di aumentare la soglia per poter accedere al regime forfettario. Tra gli emendamenti presentati alla Camera in relazione alla Legge di Bilancio 2025, uno chiede di portare il limite da 85.000 euro a 100.000 euro. L’ipotesi, di cui si era già discusso nel corso degli ultimi mesi, è stata messa a questo punto nero su bianco, anche se si attendono delle novità ufficiali in questo senso.

L’eventuale estensione del regime forfettario si va a legare all’esito del concordato preventivo biennale: nel caso in cui i risultati dovessero essere particolarmente positivi – almeno stando alle indicazioni di Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia – potrebbero essere estesi i limiti di accesso al regime forfettario.

Le novità sulla fattura elettronica

Per la soglia dei limiti dei ricavi e dei compensi sarà necessario attendere, mentre il discorso è diverso per le novità relative alla fatturazione elettronica.

Prima di tutto è necessario ricordare che proprio a partire dal 2024 è venuto meno l’esonero residuale dall’e-fattura per le partite Iva di dimensioni ridotte. Ma non solo: a partire da gennaio 2025 verrà recepita la nuova normativa Ue in materia Iva, che prevede l’introduzione dal 1° gennaio 2025 delle novità in materia di fatturazione semplificata.

Quanto previsto dall’articolo 31-bis del Dpr n. 633/1972 verrà applicato senza limiti di importo. L’obiettivo è quello di ridurre al massimo gli oneri amministrativi: il legislatore ha l’obiettivo di favorire la crescita permettendo a quanti hanno optato per il regime forfettario di emettere la fattura in modalità semplificata nel caso in cui l’operazione abbia un valore inferiore a 400 euro. Ricordiamo che la fattura semplificata è un normale documento elettronico al cui interno è possibile inserire meno informazioni rispetto ad una fattura ordinaria, ma ha la sua stessa validità. Non è necessario, per esempio, descrivere tutti i prodotti ceduti e i servizi resi, ma è sufficiente darne un’indicazione generica.

La tassazione agevolata per il regime forfettario

La fattura semplificata si va ad inserire in un contesto più ampio che prevede una serie di semplificazioni previste per questa tipologia di contribuenti. Accedere al regime forfettario permette di ottenere tre vantaggi ben precisi, che sono i seguenti:

  • una tassazione ridotta;
  • una riduzione dei contributi Inps;
  • una serie di semplificazioni ai fini Iva e delle imposte sui redditi.

Il primo punto prevede la possibilità di versare un’imposta sostitutiva dell’Irpef, che si concretizza in una flat tax al 15%, che si riduce al 5% per i primi cinque anni di attività.

Il secondo vantaggio consiste in una riduzione del 35% dei contributi Inps: l’agevolazione viene applicata nel caso in cui si trasmetta un’apposita comunicazione all’istituto di previdenza entro e non oltre il 28 febbraio di ogni anno. L’agevolazione coinvolge i soggetti che;

  • stiano svolgendo un’attività d’impresa;
  • siano obbligati ad iscriversi alla Gestione Separata Inps artigiani e commercianti.

Non hanno la possibilità di accedere a questo tipo di agevolazione quanti:

  • svolgono l’attività senza l’obbligo di iscriversi al Ccia;
  • senza obbligo di iscrizione ad una cassa professionale,,
  • con obbligo di iscrizione alla gestione separata Inps professionisti senza cassa.

L’esclusione dal regime forfettario

Nel 2025 non sono destinate a cambiare le cause che determinano l’esclusione dal regime forfettario. Non possono aderire a questo strumento:

  • i soggetti che si stanno avvalendo di regimi speciali ai fini Iva o particolari regimi che determinano in maniera forfettaria il reddito;
  • i non residenti in Italia, con la sola eccezioni di quanti risiedono negli Stati membri dell’Unione europea;
  • i soggetti che si occupano in via prevalente o esclusiva della cessione di fabbricati o terreni edificabili;
  • i professionisti o quanti esercitano l’attività d’impresa e che partecipino contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari.

In sintesi

Per il 2025 sono due le novità che riguardano direttamente quanti hanno optato per il regime forfettario: la possibilità che la soglia dei ricavi passi da 85.000 a 100.000 euro (non ancora decisa definitivamente) e l’introduzione della fatturazione semplificata per le operazioni di valore inferiore a 400 euro.