Processo Tributario Telematico: che cos’è e quando si svolge

Il Processo Tributario Telematico è obbligatorio per i casi di ricorso contro i provvedimenti tributari, scopri cos'è

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Mario Esposito

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Dal 1° luglio 2019, per i casi in cui il cittadino intende opporsi a un provvedimento tributario ritenuto illegittimo o non corretto, è diventato obbligatorio il Processo Tributario Telematico, che prevede la trasmissione telematica di ricorsi, notifiche e deposito degli atti.

Step successivo rispetto alla mediazione tributaria per accertamenti di valore inferiore o pari a 50mila euro, il PTT è uno strumento utile per velocizzare le procedure e garantire massima trasparenza per i soggetti coinvolti.

Cosa fare in caso di ricorso contro un provvedimento tributario

Il cittadino che, a seguito di un controllo dell’Agenzia delle Entrate o di un altro ente pubblico, riceve un provvedimento tributario, può opporsi a quest’ultimo qualora ritenga che vi siano stati errori o irregolarità nelle verifiche. Questa facoltà è garantita a tutti coloro che intendono contestare l’atto, purché venga seguita una precisa procedura.

Il primo passo è quello della mediazione tributaria, ossia un tentativo di risolvere direttamente la controversia confrontandosi con l’ente che ha emesso l’atto, dunque senza avviare un procedimento legale. Nella mediazione si cerca, in pratica, un accordo bonario che possa venire incontro alle parti, senza attivare un tribunale e, dunque, riducendo costi e tempi. In caso di esito positivo, il contribuente è tenuto a versare la cifra concordata entro 20 giorni e le eventuali sanzioni vengono ridotte al 35% del minimo stabilito dalla legge.

Qualora invece la mediazione non si concluda in maniera soddisfacente, sarà possibile avviare un Processo Tributario Telematico, una formula che dal 1° luglio 2019 è divenuta obbligatoria per velocizzare e semplificare le procedure legali. Alla base del PTT vi è il deposito di tutti gli atti inerenti al processo mediante modalità telematica, cioè online, così da evitare il ricorso al cartaceo e la necessità di recarsi presso gli uffici pubblici.

Come funziona il Processo Tributario Telematico

Il Processo Tributario Telematico è stato reso obbligatorio dalla legge 119/2018, che ha dunque previsto che tutti gli atti relativi al processo devono essere depositati esclusivamente in modalità telematica, fatti salvi alcuni casi specifici. Per esempio, è prevista la facoltà di depositare gli atti in formato cartaceo ai contribuenti che possono stare in giudizio senza l’assistenza di un difensore abilitato ed entro i limiti di 3000 euro di valore della controversia.

La digitalizzazione delle varie fasi del processo ha lo scopo di semplificare il contenzioso e di garantire maggiore trasparenza agli interessati, che in ogni momento possono consultare il fascicolo online tramite Telecontenzioso, senza contare la possibilità di ridurre la durata del processo stesso grazie alla maggiore velocità di scambio e comunicazione.

Nell’ottica della digitalizzazione della giustizia e, più in generale, di tutti i servizi pubblici, il PTT mira a garantire diversi vantaggi sia, come visto, ai cittadini interessati che agli stessi enti. Le procedure telematiche, infatti, permettono di ridurre i costi relativi alla gestione degli archivi cartacei e a migliorare la produttività del personale, per un risparmio stimato di quasi 5 milioni di euro.

Per avviare il Processo Tributario Telematico è prevista la registrazione al portale SIGIT (Sistema Informativo della Giustizia Tributaria), dopo la quale si viene abilitati alla trasmissione degli atti e al Telecontenzioso. Accessibile sia da desktop che da mobile, il sistema permette di interagire in ogni momento con le Commissioni Tributarie, gli uffici impositori, i giudici tributari e gli altri soggetti coinvolti, favorendo così un rapido ed efficace scambio informativo tra le parti.

Attraverso il SIGIT è possibile depositare non soltanto il ricorso, ma anche la procura alle liti, eventuali allegati, ricevute PEC e il Contributo Unificato e, ogni qual volta si procede alla trasmissione di un documento, il sistema rilascia una ricevuta con pieno valore legale. Affinché la procedura vada a buon fine è comunque necessario che ogni documento e allegato presenti una firma digitale in formato .p7m con certificato valido, altrimenti anche in caso di certificato scaduto, sospeso o revocato, la firma viene considerata non apposta.

È possibile tenere udienze a distanza?

Non è solo la parte documentale a essere digitalizzata con il ricorso al Processo Tributario Telematico, ma anche quella relativa alle udienze. Il decreto che ha portato all’adozione del PTT, infatti, ha introdotto anche la possibilità di effettuare, su richiesta delle parti, un’udienza a distanza.

L’udienza, in questo caso, viene svolta sfruttando le tecnologie per il collegamento audiovisivo a distanza tra tutti i soggetti coinvolti, che potranno dunque confrontarsi proprio come nell’aula di tribunale ai fini dello svolgimento del processo.