Meloni prepara nuova sanatoria: la pace fiscale degli scontrini

Il governo Meloni ha necessità di liquidità e il decreto Energia introduce una nuova sanatoria: nel mirino scontrini e fatture

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Spazio per una nuova sanatoria da parte del governo. Il decreto Energia approderà in Consiglio dei ministri lunedì 25 settembre, portando con sé un intervento notevole sul fronte scontrini e fatture irregolari. Ecco cosa accadrà nei prossimi mesi.

Pace fiscale: il limite per regolarizzare

Non è ancora terminata la discussione in merito alla rottamazione quater, che l’esecutivo di Giorgia Meloni è già alle prese con una nuova pace fiscale. In termini generali, quest’ultima consentirà la regolarizzazione delle omissioni e delle carenze dei contribuenti, con limite fissato al 30 giugno 2023.

Una mano tesa a chiunque abbia operato in maniera non propriamente regolare in merito all’emissione degli scontrini fiscali. Proviamo però a scendere nel dettaglio, verificando i casi presi in considerazione dal decreto e i procedimenti previsti.

La sanatoria non è, di fatto, un aiuto offerto ai contribuenti in condizioni irregolari. Non è questo il motivo per il quale questo processo ha avuto origine. Si tratta, di fatto, del tentativo del governo di accumulare in tempi rapidi un’ingente quantità di denaro, considerando l’emergenza in atto per le coperture necessarie per la legge di Bilancio 2024.

Considerando la convenienza della manovra, c’è da aspettarsi infatti una risposta in massa, il che si tradurrà in una liquidità salvifica. Il riferimento in tal senso va all’articolo 8 del decreto Energia, che offre la chance di regolarizzare la propria posizione con l’Agenzia delle Entrate. Ciò in caso di scontrini non emessi, ricevute fiscali e fatture non in regola.

È possibile dover fronteggiare soltanto una piccola sanzione, versando ovviamente l’imposta mancante, evitando così successivi e ben più problematici interventi da parte del Fisco. Lo sguardo è rivolto unicamente alle violazioni commesse dal primo gennaio 2022 al 30 giugno 2023, sia chiaro. Si ricorda, inoltre, come sia possibile sanare la propria posizione unicamente entro e non oltre il 15 dicembre 2023.

Il governo di Giorgia Meloni si muove in tale direzione per riuscire ad avere la certezza di veder emergere, per quanto possibile, la reale imponibile. Qualcosa di cruciale in un momento del genere, in cui la liquidità per i vari provvedimenti in programma va scarseggiando. Il versamento complessivo non può però superare quota 2mila euro (in caso di più posizioni da sanare, il limite è di 500 euro per ognuna, ndr) e, inoltre, non è possibile accedere alla sanatoria se è già giunta la constatazione.

Dichiarazione infedele: cosa succede

Ovvio che le violazioni su scontrini e fatture possa aver portato in numerosi casi a una dichiarazione dei redditi infedele, in piena violazione con gli obblighi previsti, si dovrà procedere in maniera differente. Non è infatti possibile accettare una sanatoria se il sistema comprende una dichiarazione infedele, per la quale occorre provvedere a una correzione.

Tanto lavoro in programma per gli studi commerciali, prevedibilmente. Anche in questo caso, va da sé, si dovrà versare la maggiore imposta dovuta, provvedendo anche al saldo della sanzione prevista. Quest’ultima è pari alla metà di quelle applicate in sede di ravvedimento operoso. Anche in questo caso, dunque, una mano tesa dal governo ai contribuenti in posizioni irregolari.

Tutto ciò, si ricorda, è un’analisi di un testo non ancora definitivo. Occorrerà attendere la stesura finale del decreto Energia per poter confermare il tutto o apportare lievi modifiche a quanto dichiarato. Appuntamento fissato per il Consiglio dei ministri di lunedì 25 settembre.