Non hai presentato la dichiarazione dei redditi: cosa rischi e che fare

Presentare la dichiarazione dei redditi è un obbligo e dimenticarsene può avere delle conseguenze pesanti. Ecco come porvi rimedio immediatamente

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

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Lo scopo della dichiarazione dei redditi è comunicare all’Amministrazione finanziaria i guadagni percepiti nel corso dell’anno. È un obbligo a cui sono chiamati periodicamente i contribuenti: le scadenze da rispettare cambiano a seconda che si utilizzi il Modello 730 o il Modello Redditi Persone Fisiche.

Nel caso in cui non dovesse essere presentata, il soggetto incorre nel reato di omessa dichiarazione dei redditi. Non sempre si incorre in questo rischio per perseguire degli scopi illeciti (ossia evadere le tasse): si crede, molto ingenuamente, di non essere tenuti a questo adempimento. Le conseguenze della negligenza, però, non cambiano. E nemmeno le soluzioni per porvi rimedio.

Dichiarazione dei redditi, quando viene considerata trasmessa

Ufficialmente la dichiarazione dei redditi viene considerata inviata nel momento in cui viene trasmessa telematicamente o quando viene consegnata in banca o in Ufficio postale (nei casi in cui queste ultime due modalità sia permesse).

Il Modello 730 o il Modello Redditi Pf si ritengono trasmessi tempestivamente nel momento in cui vengono inviati entro i termini previsti (il 30 settembre il primo, il 31 ottobre il secondo). Nel caso in cui vengano scartati, l’adempimento si ritiene espletato nei termini se la documentazione viene consegnata entro i cinque giorni successivi alla data di emissione della comunicazione di scarto dell’Agenzia delle Entrate (su questo argomento vedasi la circolare n. 195/E/99).

Quando si configura l’omessa dichiarazione

Una dichiarazione si considera regolarmente presentata nel caso in cui venga presentata entro 90 giorni dalla scadenza dei termini. In questo caso vengono applicate delle sanzioni amministrative e si dovrà parlare di presentazione di dichiarazione tardiva.

Quando la dichiarazione viene presentata con un ritardo che supera i 90 giorni – come previsto dall’ex articolo 2, comma 7 del Dpr n. 322/98 – viene considerata omessa, ma è a tutti gli effetti un documento valido per la riscossione delle imposte che scaturiscono sulla base degli importi imponibili che sono indicati al loro interno.

La dichiarazione viene considerata omessa nel caso in cui:

  • nel caso in cui il Modello 730 dovesse essere presentato dopo il 29 dicembre dell’anno di scadenza;
  • per il Modello Redditi Persone Fisiche: quando la presentazione avviene dopo il 29 gennaio dell’anno successivo rispetto a quello della scadenza.

Sulla presentazione del Modello 730 è importante quando ha precisato la Corte di Cassazione nella sentenza n. 13322/14, attraverso la quale viene chiarito che nel caso in cui per una dichiarazione reddituale, nel corso dell’anno, ci siano più scadenze, deve essere sempre presa a riferimento l’ultima per il computo dei giorni. In questo caso è il 30 settembre di ogni anno.

Altri casi in cui la dichiarazione è omessa

La dichiarazione dei redditi viene considerata omessa anche quando si dovessero a configurare le seguenti situazioni:

  • la dichiarazione viene redatta su degli stampati che non sono conformi a quelli approvati. La documentazione presentata, in questo caso, è considerata nulla e non costituisce un presupposto per riscuotere le imposte sugli imponibili che vi sono indicati;
  • dichiarazione dei redditi non sottoscritta. Anche in questo caso quanto inviato viene considerato nullo e non costituisce un valido titolo per riscuotere le imposte che sono indicate al suo interno. Il contribuente ha la possibilità di sanare la situazione entro 30 giorni dal momento in cui riceve l’invito da parte degli uffici dell’Agenzia delle Entrate.

Quali sanzioni sono previste

A regolamentare le sanzioni in caso di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi è il Dlgs n. 471/97. Quella irrogata è una sanzione di tipo pecuniario particolarmente pesante, dato che il reato che si viene a configurare è ritenuto particolarmente grave.

Non inviando la propria documentazione reddituale, il contribuente non permette all’Amministrazione finanziaria di esercitare le funzioni di controllo necessarie per gli accertamenti tributari.

L’importo della sanzione viene determinato in modo percentuale sulla differenza tra l’importo accertato dall’Agenzia delle Entrate e l’importo dichiarato (su questo argomento alcune informazioni arrivano dalla circolare n. 5/E/2002 dell’Agenzia delle Entrate). Nel caso in cui dovessero emergere dei crediti d’imposta con una dichiarazione presentata ma considerata omessa, non è possibile utilizzarli per compensare eventuali debiti fiscali (questo è quanto previsto dalla risoluzione n. 82/E/2020).

Caso specifico: i Paradisi fiscali

L’Amministrazione finanziaria presta particolare attenzione alle attività di natura fiscale che i contribuenti detengono nei cosiddetti paradisi fiscali, ossia gli Stati o territori a fiscalità privilegiata. In questo caso viene violata la normativa sul monitoraggio fiscale: salvo prova contraria, questi redditi vengono ritenuti costituiti risparmiando sulla tassazione. In altre parole vengono considerati come frutto di evasione fiscale.

Le sanzioni relative al reddito presunto non dichiarato oscillano tra il 6% e il 30% delle imposte non versate.

Cosa succede se non si dichiarano i canoni di locazione

Per i contribuenti che abbiano optato per la cedolare secca – nel caso in cui siano proprietari di un immobile dato in locazione ad uso abitativo – e dovessero dichiarare gli importi in misura inferiore la sanzione prevista è pari al 140% delle imposte dovute, con un minimo di 300 euro.

In caso di omessa dichiarazione sono pari al 240%, con un minimo di 500 euro.

Cosa fare se non si è presentata la dichiarazione

Come è necessario muoversi nel caso in cui non si sia presentata la dichiarazione dei redditi? Prima di tutto è necessario verificare se si fosse realmente tenuti a presentarla: si potrebbe rientrare in uno di quei casi nei quali si è esonerati.

Nel caso in cui ci si dovesse accorgere di rientrare tra i soggetti che la dovevano presentare, conviene correre immediatamente ai ripari: almeno per quella del 2025 è ancora possibile presentare la documentazione tardivamente. Il suggerimento è quello di affidarsi ad un professionista, con il supporto del quale farsi calcolare correttamente le sanzioni e gli interessi da versare.

È bene non attendere troppo, in modo da sanare la propria posizione ed evitare di incorrere in costi letteralmente più alti. Per sanare la propria posizione c’è tempo fino al 29 dicembre, ma è bene tenere a mente che ci saranno degli oneri leggermente più alti.