Al via i mutui agevolati per le famiglie numerose. Attenzione al conguaglio Imu di febbraio

Partono i mutui agevolati per le famiglie numerose. Attenzione al conguaglio Imu di febbraio 2024: chi lo deve pagare

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 22 Gennaio 2024 09:39

Tra le novità previste dalla Legge di Bilancio 2024 una molto importante riguarda i mutui agevolati, ai quali potranno accedere le famiglie numerose. È stata, inoltre, prorogata la possibilità per i Comuni di aggiornare le aliquote Imu: alcuni contribuenti saranno chiamati ad effettuare un versamento extra a conguaglio della tassa relativa al periodo d’imposta 2023 nel corso del mese di febbraio.

Per quanto riguarda l’Imu è possibile, comunque, che i contribuenti possano ricevere, in alcuni casi, un rimborso. Ma in questo caso è bene precisare che non arriverebbe in automatico, ma spetterà al singolo cittadino fare un’esplicita richiesta.

Ma cerchiamo di capire quali sono le novità introdotte dal 2024 in campo immobiliare.

Mutui agevolati per le famiglie numerose

Uno degli emendamenti alla Legge di Bilancio 2024 ha previsto l’inserimento delle famiglie numerose tra quelle che hanno la priorità nell’accesso al Fondo di garanzia per la prima casa nel momento in cui richiedono dei mutui.
Ma quali sono, sostanzialmente, i soggetti che possono accedere a questa agevolazione? La misura è rivolta principalmente alle famiglie con tre figli che abbiano un’età inferiore a 21 anni. Devono essere in possesso, inoltre, di un Isee inferiore a 40.000 euro. Nel caso in cui la famiglia sia composta da quattro figli, l’Isee deve essere inferiore a 45.000, mentre per quelle con cinque o più figli deve essere sotto i 50.000 euro annui. Lo scopo di questa misura, che è stata sostenuta dalle forze di maggioranza, dovrebbe essere quello di andare in aiuto ai nuclei familiari più numerosi.

Ma come è stata articolata la misura? Per i nuclei familiari con tre figli verrebbe rilasciata la garanzia del fondo per i mutui fino ad un tetto massimo pari all’80% della quota capitale, che sale all’85% quando ci sono quattro figli e passa al 90% per quelli con cinque o più figli.

Nel momento in cui vengono rilasciate le garanzie a queste famiglie viene sostanzialmente accantonato a coefficiente di rischio un importo non inferiore alle seguenti percentuali:

  • 8,5% dell’importo garantito dei mutui per le famiglie con tre figli;
  • 9% per quelli delle famiglie con 4 figli;
  • 10% per i mutui dei nuclei con cinque o più figli.

Il legislatore, inoltre, ha previsto una riserva complessiva di importo massimo pari a 100 milioni di euro.

Mutui agevolati under 36: la conferma

Per il 2024 sono stati confermati i mutui agevolati per acquistare la prima casa riservati agli under 36. La misura, in questo caso, è riservata:

  • alle giovani coppie;
  • ai genitori soli;
  • ai conduttori di alloggi Iacp.

Questa misura costituisce, nelle intenzioni del legislatore, una risposta all’impennata dei tassi d’interesse dei mutui che è stata registrata nel corso dei primi dieci mesi dello scorso anno. Corsa che è stata innescata dalla situazione internazionale e dalla crisi energetica, che hanno contribuito a rendere molto difficile – e, a tratti, addirittura proibitivo – l’accesso ai mutui per le cosiddette categorie prioritarie.

Grazie a questa agevolazione i diretti interessati possono beneficiare dell’intervento del Fondo di Garanzia per la prima casa, che permette di calmierare i tassi di interesse sui mutui. La Legge di Bilancio 2024 ha previsto un rifinanziamento del fondo per 282 milioni di euro.

Ricordiamo che il Fondo di Garanzia prima casa risulta essere gestito direttamente dalla Consap. È rivolto ai cittadini che non siano proprietari di un immobile ad uso abitativo in Italia o all’estero. È necessario chiedere il finanziamento per un immobile il cui valore sia inferiore a 250.000, che dovrà essere adibito ad abitazione principale e non deve rientrare nelle seguenti categorie catastali:

  • A1, abitazioni signorili;
  • A8, ville;
  • A9, castelli e palazzi.

Imu 2023: chi dovrà pagare il conguaglio nel 2024

Sicuramente una delle novità più importanti previste dalla Legge di Bilancio 2024 è quella relativa all’Imu 2023, per il quale è previsto il conguaglio nel 2024.

Entrando un po’ più nello specifico, l’articolo 72 della norma ha introdotto una novità relativa alla tempestività delle delibere regolamentari e di approvazione delle aliquote e delle tariffe che coinvolgono direttamente alcuni tributi comunali, tra i quali rientrano anche l’Imu. All’interno del comma 73 vi è la disciplina che deve essere applicata in caso di differenza positiva o negativa tra l’Imu che è stata versata e quella che è effettivamente dovuta.

Ma cosa è previsto nel dettaglio. Esclusivamente per l’Imu versata nel 2023, vengono considerate come tempestive le delibere regolamentari di approvazione delle aliquote e delle tariffe concernenti i tributi comuni prese entro il 30 novembre 2023 e pubblicate, perché diventino efficaci, entro il 15 gennaio 2024. Sono escluse da questa proroga:

  • l’imposta di soggiorno;
  • l’addizionale comunale all’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF).

Questa norma costituisce, a tutti gli effetti, una deroga all’articolo 15-ter del Decreto Legge n. 201/2011 e dell’articolo 1, commi 762 e 767 della Legge n. 160/2019.

Cosa è previsto nel dettaglio

A dare indicazioni precise su come si debbano comportare i contribuenti è il comma 73, il quale prevede che l’eventuale differenza positiva tra l’Imu, così come risulta dagli atti pubblicati ai sensi del comma 72 entro il 15 gennaio 2024, e quella effettivamente versata ai sensi dell’articolo 1, comma 762 della Legge 160/2019, deve essere versata entro il 29 febbraio 2024. Non previste delle sanzioni o degli interessi.

Nel caso in cui la differenza dovesse essere negativa, per il rimborso si seguono le vie ordinarie. Ed è proprio il rimborso che i contribuenti devono stare attenti: nel caso in cui questo sia previsto non arriverà in maniera automatica dai Comuni, ma è necessario presentare una domanda. Spetterà, quindi ai diretti interessati verificare se i Comuni hanno abbassato le aliquote – situazione improbabile, ma non impossibile almeno sulla carta – e a questo punto presentare istanza di rimborso.