Manovra: sfuma detassazione tredicesima, busta paga meno ricca a Natale
Manovra: sfuma detassazione tredicesima, busta paga meno ricca a Natale
Governo costretto a fare i conti con la scarsità di risorse a disposizione. La Sanità il settore più colpito, mentre sul fronte lavoro si prova a mantenere inalterato il taglio sul cuneo fiscale, ma rischia di saltare la detassazione sulle tredicesime.
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Pubblicato: 5 Ottobre 2023 10:04
Come ampiamente prevedibile, il governo si trova a fare i conti con una Legge di Bilancio a cui verranno a mancare le risorse necessarie per tenere fede ai programmi. Il taglio più preoccupante riguarda la Sanità, e ha messo in allarme i governatori di Regione in un panorama in cui il 35% dei cittadini che hanno bisogno di farsi vedere da uno specialista o di fare accertamenti non passano attraverso strutture pubbliche o convenzionate – in cui le liste di attesa superano i 12 mesi – ma si rivolgono all’ampia offerta di centri privati a pagamento. Riguardo il fronte lavoro, l’esecutivo prova a tenere dritta la barra sul taglio del cuneo fiscale almeno fino alla fine dell’anno, ma è probabile che debba fare marcia indietro sulla detassazione delle tredicesime. La busta paga di Natale, dunque, rischia di essere più leggera. Vediamo di quanto.
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Prima le pensioni
Le indiscrezioni sulla Manovra indicano i fondi per la tredicesima 2023 con tassa agevolata verso l’adeguamento sulle pensioni anticipato nel cedolino di novembre, come recupero sulla rivalutazione dovuta per il 2023, applicando la differenza dello 0,8% tra l’inflazione programmata e quella effettiva per il 2022, in base alla quale erano stati quantificati gli assegni pensionistici dell’anno in corso.
L’anticipo della detassazione per le tredicesime sarebbe stato dunque accantonato, anche alla luce delle risorse limitate emerse durante la presentazione della NaDEF.
Doppio binario
Impegnato su un doppio fronte, il governo tiene il punto sul taglio del cuneo fiscale fino a fine anno e possibilmente per tutto il 2024. L’altro è quello della tassazione ridotta di tredicesima e straordinari/notturni oltre una certa soglia. Entrambe le agevolazioni rientrano nella Delega per la Riforma Fiscale, destinate ad avere applicazione a valle di un decreto attuativo che si pensava potesse combaciare col decreto fiscale di fine autunno, collegato alla Manovra di Bilancio. Ma la NaDEF ha già messo nel conto oltre trenta decreti collegati alla legge di Bilancio, dunque è probabile che per le tredicesime non se ne farà nulla.
Se da un lato, dunque, la conferma del taglio del cuneo fiscale dovrebbe tenere alto il netto in busta paga, la stessa risulterà alleggerita sul lato della tredicesima.
Come sarebbe stato la detassazione della tredicesima
Inizialmente, l’anticipazione della detassazione della tredicesima mensilità era stata programmata per dicembre 2024. Tuttavia, alla fine, l’esecutivo ha preso la decisione di anticiparla al termine di quest’anno. Questa anticipazione rappresentava uno dei principali obiettivi su cui il governo stava concentrando i propri sforzi: ridurre le imposte sulla tredicesima mensilità, con l’obiettivo di aumentarne l’importo effettivo per i lavoratori. La detassazione della tredicesima mensilità, degli straordinari e dei premi di produzione, tutti inclusi nell’emendamento del governo alla delega fiscale, era una parte cruciale della strategia del governo volta a ridurre il cuneo fiscale complessivo. Questo piano fiscale rappresentava uno dei punti chiave nel programma di governo, con l’ambizione di introdurre gradualmente l’idea di una flat tax attraverso la riforma delle aliquote dell’IRPEF.
Nonostante l’entusiasmo per queste misure, il governo si è trovato ad affrontare limitazioni dovute alla disponibilità limitata di risorse finanziarie. Di conseguenza, i fondi destinati originariamente a queste iniziative sono stati dirottati verso altri settori prioritari. E sarebbe stato davvero un gran bonus per i lavoratori dipendenti, dato che questa detassazione avrebbe influito positivamente sulle buste paga. Per un lavoratore con un reddito annuo di 15.000 euro ad esempio:
Senza detassazione: Pagherebbe 230 euro di Irpef.
Con detassazione al 15%: Pagherebbe 150 euro di Irpef.
Risparmio: 80 euro in più nella busta paga.
L’ammontare del risparmio aumenterebbe all’aumentare del reddito. Se si applicasse la stessa aliquota (ad esempio, il 15%) anche alle classi di reddito più elevate, ciò rappresenterebbe un passo verso l’adozione di una flat tax, anche se al momento le risorse disponibili per farlo potrebbero essere limitate. Per quanto riguarda gli altri redditi:
Lavoratori con reddito fino a 35.000 euro annui: Risparmio di circa 560 euro.
Lavoratori con reddito fino a 30.000 euro annui: Risparmio di 480 euro.
Lavoratori con reddito fino a 25.000 euro annui: Risparmio di 200 euro.
Lavoratori con reddito di 20.000 euro annui: Risparmio di 160 euro.