Tredicesima e quattordicesima più alte: ecco di quanto e per chi

Sull'aumento di tredicesime e quattordicesime influiscono molteplici fattori. Ma le somme più alte potrebbero essere corrisposte già quest'anno

Foto di Maurizio Perriello

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

L’approvazione da parte del Governo Meloni del taglio del cuneo fiscale (di cui abbiamo parlato qui) con la Legge di Bilancio 2023 comportano cambiamenti, tra le altre cose, anche per gli importi di tredicesime e quattordicesime. Si parla di aumenti che, anche se non eclatanti, potrebbero comunque fare comodo a un gran numero di contribuenti.

Cosa sono tredicesima e quattordicesima e perché aumentano

La cosiddette tredicesima e quattordicesima sono mensilità aggiuntive che vengono riconosciute ai lavoratori dipendenti e ai pensionati (aumenti in arrivo da luglio), e che si affiancano alla normale retribuzione. Quest’anno le somme riconosciute saranno lievemente più alte, come accennato, per effetto del taglio del cuneo fiscale introdotto dalla Manovra 2023.

Si parla di un 3% per redditi fino a 25mila euro, cioè per stipendi lordi fino a 1.923 euro, e di un 2% per redditi tra 25mila e 35mila euro, cioè per stipendi fino a 2.692 euro mensili lordi. In generale, si tratta di qualche decina di euro in più nelle tasche dei lavoratori dipendenti.

È bene ricordare tuttavia che, a differenza della tredicesima, la quattordicesima non spetta a tutte le categorie di lavoratori dipendenti e pensionati. Per sapere se si è inclusi in questo elenco, occorre controllare il proprio contratto nazionale di lavoro CCNL. Per quanto riguarda i pensionati, invece, ne ha diritto chi possiede un reddito lordo fino a 14.657,24 euro. Sotto tale soglia, la somma intera spetta agli appartenenti a tutte e tre le fasce di pensione. Oltre il limite, invece, la somma aggiuntiva di pensione non spetta più.

Cosa sappiamo sull’aumento

L’ultimo taglio del cuneo fiscale, approvato contestualmente al Decreto Lavoro di maggio e portato al 7% per redditi fino a 25mila euro e al 6% per redditi tra 25mila e 35mila euro, non influirà dunque sulle somme aggiuntive di quest’anno. A prescindere anche dal taglio precedente, gli importi tredicesima e quattordicesima potrebbero cambiare con la nuova riforma del Fisco, con l’annessa revisione delle aliquote Irpef di tassazione sui redditi, attualmente in vigore secondo il seguente schema:

  • del 23% per redditi fino a 15mila euro;
  • del 25% per redditi tra 15mila e 28mila euro;
  • del 35% per redditi tra 28mila e 50mila euro;
  • del 43% per redditi oltre i 50mila euro.

Qualunque sia lo schema di revisione che lo Stato introdurrà, il cambiamento inciderà in ogni caso sulle tasse che lavoratori e pensionati dovranno pagare e, di conseguenza, anche sui relativi importi di tredicesima e quattordicesima.

Le ipotesi del Governo

Un’altra ipotesi sarebbe quella di aumentare i valori di tredicesima e quattordicesima da subito attraverso un meccanismo di detassazione. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, avrebbe infatti delineato l’intenzione del Governo di prevedere una tassazione più bassa per tredicesima ed eventuale quattordicesima mensilità (se prevista dal contratto di assunzione).

Una strategia del genere comporta però un impiego di risorse non indifferente. La risposta certa sulle coperture finanziarie arriverà soltanto con la redazione della Nadef, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Bisognerà dunque aspettare il quarto trimestre per capire se gli importi aumenteranno già dalla tredicesima di dicembre di quest’anno o se sarà tutto rimandato al prossimo, per la quattordicesima di luglio e la tredicesima di dicembre 2024.