Truffa su un sito di viaggi, posso riavere i miei soldi?

Puoi riavere i soldi se dimostri che il viaggio era inesistente o l’agenzia non ha adempiuto. il rimborso non richiede la denuncia, ma prove chiare del raggiro.

Foto di Giorgia Dumitrascu

Giorgia Dumitrascu

Avvocato civilista

Avvocato civilista con passione per la scrittura, rende il diritto accessibile attraverso pubblicazioni mirate e consulenze chiare e personalizzate.

Pubblicato:

Prenotare un viaggio online è comodo, scegli la destinazione, confronti due o tre offerte, paghi con carta e aspetti la conferma. Il problema nasce quando quella conferma non arriva, l’agenzia di viaggi risulta inesistente, la casa vacanze è un indirizzo fantasma o il tour operator sparisce a pochi giorni dalla partenza. È lo schema tipico delle truffe legate ai viaggi online, sempre più diffuse nei periodi di alta stagione.
Non è un disservizio, ma a un inganno costruito per farti pagare un viaggio che non esiste. Il punto è capire quando hai davvero diritto al rimborso, anche senza querela, e quali segnali permettono di riconoscere in anticipo un sito di viaggi poco affidabile.

Il viaggio prenotato online è una truffa: c’è diritto al rimborso?

Capire quando si ha diritto a riavere la somma pagata è un punto delicato nelle truffe legate ai viaggi e non tutte le situazioni sono uguali.

L’agenzia viaggi non rispetta il contratto, ho diritto al rimborso?

Sì. Se il professionista esiste (agenzia di viaggi; un tour operator ;piattaforma di prenotazione), ma non esegue correttamente il contratto, la legge parla di inadempimento. È la situazione dell’hotel diverso da quello promesso, del volo cancellato senza assistenza o della prenotazione mai confermata. Non serve provare l’inganno, basta dimostrare che il viaggio non è stato eseguito.

Il sito usa messaggi ingannevoli, è una truffa o una pratica commerciale scorretta?

Quando una prenotazione nasce da informazioni poco chiare, omissioni, offerte formulate per creare un falso affidamento, non si entra subito nel penale. Si tratta di pratiche commerciali scorrette (artt. 20-27 del Codice del Consumo).
È il caso dei siti di viaggi che nascondono dei costi o mostrano foto o descrizioni non veritiere.
Il consumatore ha diritto al rimborso perché la scelta è stata influenzata da informazioni scorrette.

Quando si parla di truffa nei viaggi online?

La truffa (art. 640 c.p.) si verifica quando qualcuno, con artifizi o raggiri, induce il consumatore a pagare per un viaggio o una casa vacanze inesistenti.

“L’inganno deve essere organizzato per far apparire reale un servizio che non esiste.”

Accade, ad esempio, quando:

  • un sito si finge agenzia autorizzata ma non compare in alcun registro;
  • le foto dell’alloggio sono rubate da altri portali;
  • il finto tour operator incassa e sparisce;
  • il pagamento viene dirottato su conti esteri attraverso pagine che imitano Booking o Airbnb.

Se il viaggio non esiste o il pagamento è carpito con schemi fraudolenti e c’è una possibile frode informatica ex art. 640-ter c.p., In questi casi, il pagamento è senza causa; non c’è mai stato un contratto, quindi, il consumatore ha diritto alla restituzione integrale delle somme.

Ho pagato un viaggio che non esiste: come ottenere la restituzione delle somme

Ti accorgi che il viaggio prenotato online non esiste, nessuna conferma, nessun voucher reale, agenzia sparita, la priorità è una sola: riavere i soldi. Nella maggior parte dei casi, il rimborso dipende dal fatto che il servizio non è mai stato fornito. La legge riconosce al consumatore tre principali strumenti:

  • risoluzione del contratto per inadempimento (art. 1453 c.c.) si usa se l’agenzia o il tour operator esistono, ma non eseguono quanto promesso. La risoluzione scioglie il contratto e comporta la restituzione di tutte le somme pagate, oltre al possibile risarcimento del danno.
  • ripetizione dell’indebito (art. 2033 c.c.): è lo strumento più forte quando il viaggio era solo un pretesto per farsi pagare, siti fantasma, portali con dominio anonimo. Se il servizio non esiste, il pagamento è “senza causa” e il consumatore ha diritto alla restituzione immediata delle somme.
  • annullamento del contratto: si applica se l’acquisto è stato determinato da raggiri (finti loghi, immagini rubate presunte partnership). In presenza di dolo, il contratto può essere annullato e le somme restituite.

“Il rimborso non dipende dall’avvio di un procedimento penale. La querela può servire per individuare il responsabile ma non è necessaria per chiedere il rimborso”.

Quali prove servono per dimostrare che il viaggio era inesistente?

Il diritto al rimborso deve essere supportato da elementi e prove concrete:

  • conferma di prenotazione (anche se falsa o sospetta);
  • email, chat, messaggi con l’agenzia o il presunto host;
  • screenshot del sito e dell’offerta pubblicizzata;
  • ricevute di pagamento;
  • URL anomali, cambi di dominio, pagine che spariscono.

Ho pagato con carta, posso avere il rimborso con chargeback?

Il chargeback è la tutela più solida quando il pagamento è avvenuto con carta. Funziona se il servizio non è stato fornito o se il sito si è rivelato inesistente.
La banca o il circuito annullano l’operazione, ma servono le prove di avvenuto pagamento e l’assenza del servizio.
Il chargeback non è una soluzione automatica, non opera se il pagamento è stato autorizzato su un sito legittimo per un semplice disservizio, né se il consumatore ha accettato metodi non tracciabili.

I casi più complessi: siti anonimi e società estere

Il bonifico verso conti esteri, le ricariche su carte prepagate o i wallet non tracciabili sono gli strumenti preferiti dai truffatori perché rendono il recupero del denaro molto difficile. Perché una volta prelevato il denaro, la banca non può revocare l’operazione.
Il recupero è possibile se:

  • la segnalazione è immediata;
  • il beneficiario non ha ancora prelevato;
  • l’intermediario blocca temporaneamente il conto.

Nelle truffe di case vacanze inesistenti o agenzie fantasma, questa finestra si chiude in pochi minuti.

Denunciare un sito o un’agenzia di viaggi truffaldina: è indispensabile?

Quando si scopre di essere stati truffati per un viaggio, la prima reazione è quella di “andare a denunciare”. Dal punto di vista legale, però, non è sempre necessario aprire un procedimento penale per avere il rimborso.

“La querela è l’atto con cui la persona offesa chiede che si proceda penalmente contro l’autore di un reato”.

La querela è necessaria nel caso della truffa, cioè se l’inganno è organizzato per far pagare un servizio inesistente.
La querela è indispensabile anche nelle ipotesi di frode informatica, tipiche delle truffe più sofisticate: link di pagamento esterni, siti clone, conti esteri creati per sottrarre rapidamente il denaro. Qui l’inganno non riguarda solo il viaggio, ma la manipolazione del sistema di pagamento; senza querela non è possibile avviare le indagini tecniche necessarie.
In sintesi, la denuncia serve quando c’è un reato, non quando c’è un disservizio.

Come capire se un’agenzia di viaggi è affidabile?

Capire come evitare una truffa su un viaggio è la vera arma preventiva.
Spesso ci sono schemi ricorrenti, e quasi sempre lasciano una scia di segnali che, se letti in tempo, impediscono di cadere nell’inganno.

Cosa verificare concretamente Perché serve
Prezzo troppo basso
Confronto con il prezzo medio di mercato della stessa struttura o destinazione
Le truffe usano il prezzo-esca per spingere a prenotare senza verifiche
Dominio del sito recente o anomalo
Verifica su WHOIS della data di registrazione e del proprietario
I siti “usa e getta” durano poche settimane e spariscono dopo aver incassato
Assenza di P.IVA, sede o dati obbligatori
Verifica trasparenza: P.IVA, sede legale, REA, contatti reali
È il segnale principale delle agenzie inesistenti o non autorizzate
Pagamenti non tracciabili
Richiesta di ricariche, bonifici urgenti all’estero, criptovalute
Il recupero delle somme è praticamente impossibile, anche con denuncia
Recensioni sospette
Commenti identici, poco dettagliati, utenti senza storico
Indicano manipolazione o recensioni comprate per creare falso affidamento
Foto irrealistiche o rubate
Controllo con reverse image search su Google o altri strumenti
Se sono immagini stock o rubate da altri siti, l’annuncio è probabilmente falso
Nessun contratto o voucher dopo il pagamento
Mancanza di conferma formale, condizioni di viaggio, riferimenti prenotazione
Senza documenti non c’è tutela legale né prova dell’esistenza del servizio