Donazione di un’azienda ai figli: è possibile farlo senza pagare le tasse

La normativa vigente prevede la possibilità di donare l'azienda di famiglia ai figli senza pagare le relative tasse. Ma solo se si rispettano alcuni requisiti

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 11 Marzo 2024 09:16

Una delle modalità attraverso le quali è possibile trasferire l’azienda ai figli – quando il genitore è ancora in vita – è la donazione. Nella maggior parte dei casi questa operazione ha come oggetto delle quote di una SRL. Grazie alla donazione, in altre parole, è possibile effettuare il passaggio generazionale, senza che sia necessario attendere la successione mortis causa. E soprattutto permette di sfruttare alcuni vantaggi fiscali.

Uno dei casi più classici che si possono venire a verificare è quello dell’imprenditore che procede con la donazione dell’azienda ai figli, in modo che possano proseguire l’attività dell’impresa. La donazione di un’azienda costituisce un elemento di particolare importanza nella tutela del patrimonio e costituisce uno strumento valido nel passaggio generazionale di un’azienda all’interno della famiglia. Questi sono i motivi per i quali il legislatore ha previsto alcune agevolazioni per facilitare il passaggio. Scopriamo come muoversi e cosa prevede la normativa in materia.

La donazione dell’azienda: di cosa di tratta

Come si può intuire, la donazione di un’azienda è la procedura attraverso la quale un soggetto – il donante – decide di trasferire attraverso un atto di liberalità un’azienda ad un soggetto beneficiario – ossia il donatario -.

Il contratto è consensuale ed è di tipo gratuito. E comporta la diminuzione patrimoniale di un determinato soggetto senza che ci sia un corrispettivo per chi ha effettuato la donazione. Si va a perfezionare con il semplice consenso manifestato dalle parti in sede di atto notarile.

Molto pragmaticamente questa operazione avviene nel momento in cui il titolare di un’azienda ha intenzione di donare un’azienda ad un qualsiasi altro soggetto. Generalmente questa casistica si viene a creare in tutti quei casi legati al passaggio generazionale di un’azienda ai figli. È una procedura ben precisa grazie alla quale – rispettando alcuni requisiti ben precisi – è possibile risparmiare sulle imposte di successione.

La continuità dell’attività di impresa

La donazione, sostanzialmente, permette al titolare dell’impresa di trasferire la proprietà dell’impresa quando è ancora in vita. Questa singolarità differenzia l’operazione dal semplice passaggio di azienda a seguito di una successione testamentaria, dove il tutto viene effettuato a seguito della morte del titolare.

La donazione dell’azienda permette all’imprenditore che effettua la donazione di avere un controllo sulla continuità del proseguimento dell’attività di impresa da parte del donatario. Fino a quando il donante è in vita – sotto il profilo giuridico – non rileva il consenso dei legittimari alla donazione. E nemmeno un’eventuale rinuncia della quota di legittima.

Le quote di legittima: il loro rispetto

Come per qualsiasi altro caso di donazione è sempre necessario prestare la massima attenzione al rispetto delle quote di legittima. Questo perché, nel momento in cui il donante dovesse morire, gli altri eredi potrebbero effettuare un’azione volta a ripristinare l’asse ereditario prima che venisse effettuata la donazione (collazione).

Nel caso in cui si dovesse venire a generare questa situazione, il donatario potrebbe essere chiamato a versare i corrispettivi economici agli eredi legittimari. Questa procedura potrebbe portare ad una nuova ripartizione del patrimonio complessivo del soggetto che ha effettuato la donazione ed è deceduto. Operazione che serve a determinare le quote di legittima e della parte disponibile.

Quando la donazione dell’azienda è avvenuta in misura superiore rispetto alla quota della parte disponibile, i legittimari possono effettuare un’azione di riduzione. Attraverso questa operazione è possibile far riequilibrare la quota di eredità che spetta ai legittimari.

Come anticipato in precedenza, a questo punto, nel momento in cui si apre la successione ereditaria, il donatario potrebbe trovarsi nella situazione di dover versare dei corrispettivi economici ai legittimari. Questo è il motivo per il quale, almeno sotto il profilo giuridico, la donazione dell’azienda deve essere pianificata con largo anticipo, in modo da andare ad analizzare le eventuali quote di legittima che si andranno ad aprire nel momento in cui si apre la successione. E prevedere dei meccanismi di compensazione.

Donazione dell’azienda: come avviene

La donazione dell’azienda deve essere effettuata attraverso un contratto o una scrittura privata. Che devono essere documentati al Registro delle Imprese. L’atto, perché sia valido a tutti gli effetti, deve essere pubblico, pena la sua nullità. Nel momento in cui viene effettuato il rogito devono essere presenti dei testimoni.

Attraverso la donazione dell’azienda possono essere trasferiti anche dei beni fisici o delle conoscenze necessarie per proseguire l’attività. In alcuni casi può comportare anche il trasferimento dei dipendenti. Alcune normative, comunque vada, hanno proprio come oggetto il trasferimento di un’azienda attraverso la donazione. Il proprietario, in questo caso, si impegna a trasferire l’attività ed i beni relativi in modo gratuito. Non può chiedere, successivamente, un pagamento per questo tipo di trasferimento.

Dovranno, inoltre, essere trasferiti anche i contratti in essere dell’azienda con altre attività, fornitori di beni o servizi. E contratti con i quali sia regolamentato il lavoro dei dipendenti.

Maggiori sono le dimensioni dell’azienda e più delicato risulta essere il processo di trasferimento. Sostanzialmente ogni contratto deve essere trasferito al nuovo proprietario.

Le imposte dirette

A regolamentare il trasferimento di un’azienda, almeno dal punto di vista delle imposte dirette, è l’articolo 58 del TUIR, che prevede quanto segue:

il trasferimento di azienda per causa di morte o per atto gratuito non costituisce realizzo di plusvalenze dell’azienda stessa; l’azienda è assunta ai medesimi valori fiscalmente riconosciuti nei confronti del dante causa.

Sostanzialmente è possibile affermare che esiste una sorta di neutralità fiscale nel momento in cui viene effettuata la donazione di un’azienda. Perché questa si possa realizzare, devono essere rispettati i seguenti requisiti:

  • la donazione deve essere effettuata dall’imprenditore individuale;
  • la donazione deve avere ad oggetto un’azienda (ex articolo 2555 del Codice Civile);
  • la donazione deve prevedere una continuità dei valori fiscali in capo al beneficiario.

Nel caso in cui si dovessero venire a verificare queste condizioni, la plusvalenza che ordinariamente sarebbe stata a carico del donante rimane latente. Questa, però, andrà a formare il reddito del beneficiario solo quando ci sarà una successiva donazione dell’azienda o dei singoli beni che la compongono.

È necessario ricordare che le disposizioni che abbiamo appena visto trovano applicazione esclusivamente per le persone fisiche imprenditori. La circolare n. 341/E/2007 ha spiegato che questa normativa ha l’obiettivo di favorire il passaggio generazionale dell’azienda. La neutralità fiscale si applica anche quando tra donante e donatario non ci siano dei rapporti di parentela.

Azienda: il passaggio

La neutralità fiscale della donazione dell’azienda si applica nel caso in cui esiste un’azienda come definita dall’articolo 266 del Codice Civile. Ai fini delle imposte dirette il donatario, sostanzialmente, riceve l’azienda a valori storici e non a valori correnti.

In questo modo il donatario assume i valori aziendali al valore fiscalmente riconosciuto in capo al donante.