L’Agenzia delle Entrate lancia una nuova strategia di controllo fiscale, dando il via alla stagione dei controlli e mettendo a punto il cosiddetto sistema ribattezzato “stana grandi evasioni”.
Questo nuovo approccio, previsto dal decreto legislativo correttivo sul concordato preventivo, segna l’addio al redditometro e introduce un accertamento sintetico mirato a individuare e contrastare le evasioni fiscali di grande entità.
Come funziona il nuovo sistema di controllo “stana grandi evasioni” dell’Agenzia delle Entrate
Il sistema “stana grandi evasioni” si distingue per la sua focalizzazione su scostamenti significativi tra i redditi dichiarati e quelli presunti. In pratica, l’Agenzia delle Entrate utilizzerà indici di rischio per identificare casi di evasione quando i redditi dichiarati risultano significativamente inferiori, di oltre 100 mila euro, rispetto agli indici presuntivi calcolati. Ma non solo, il sistema si attiverà automaticamente anche in caso di omessa dichiarazione dei redditi, ampliando così la portata dei controlli ordinari.
Questo approccio rappresenta una vera e propria rivoluzione rispetto al redditometro, il quale basava i suoi accertamenti su una serie di indicatori di spesa e consumo per stimare il reddito non dichiarato. Con il nuovo sistema, l’accento è posto su discrepanze di grande entità e su dichiarazioni non presentate, rendendo i controlli più mirati.
Quando gli indici di rischio fanno scattare i controlli
Gli indici di rischio utilizzati nel nuovo sistema sono progettati per individuare anomalie significative. In pratica, l’Agenzia delle Entrate esaminerà le dichiarazioni fiscali e le confronterà con i dati presuntivi, che includono parametri economici e finanziari. Quando gli scostamenti superano i 100 mila euro, si attiva un alert che potrebbe portare a una verifica approfondita. Analogamente, la mancata presentazione delle dichiarazioni fiscali avvierà immediatamente un processo di controllo.
Quali anni sta controllando Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate può verificare e accertare le dichiarazioni fiscali fino a 5 anni dopo la scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Ad esempio, per una dichiarazione relativa al 2019, l’accertamento può avvenire fino al 2024. L’Agenzia può inoltre procedere alla riscossione delle imposte non pagate fino a 5 anni dalla data in cui l’imposta è diventata esigibile, ovvero dalla data in cui il pagamento sarebbe dovuto avvenire.
Poi nel caso specifico del nuovo sistema di accertamento sintetico “stana grandi evasioni”, il Fisco potrebbe concentrarsi su anni recenti dove sono stati riscontrati scostamenti significativi o anomalie.
Tuttavia, esistono anche casi particolari in cui i termini per l’accertamento e la riscossione possono essere più lunghi, ovvero:
- accertamento a seguito di evasione fiscale grave, quando vengono riscontrate gravi violazioni, come evasione fiscale, i termini di accertamento possono essere estesi fino a 7 anni. Ad esempio, in caso di dichiarazioni omesse o false, il periodo di accertamento può arrivare fino a 7 anni;
- accertamento per omessa dichiarazione, se un contribuente non ha presentato la dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli senza limiti temporali specifici, fino a quando non venga presentata la dichiarazione o non venga avviato un procedimento penale.
Chi Rischia
Il nuovo sistema di controllo è pensato per colpire i contribuenti che presentano scostamenti notevoli tra i redditi dichiarati e quelli presunti o che non hanno presentato dichiarazioni. In pratica, chi ha operato con pratiche evasive di grande entità o ha trascurato l’obbligo di dichiarare i propri redditi è il target principale di questo sistema.
Quindi, con l’introduzione del sistema “stana grandi evasioni”, è fondamentale per i contribuenti mantenere una documentazione fiscale accurata e completa. La maggiore precisione dei controlli comporta una responsabilità più grande nella dichiarazione dei redditi e nella gestione delle proprie finanze.
Va detto, infine, che in Italia i controlli fiscali possono essere applicati a una vasta gamma di soggetti e categorie, tra cui: contribuenti individuali (lavoratori dipendenti, pensionati, lavoratori autonomi, liberi professionisti), imprese e aziende, ma anche enti commerciali e non commerciali (associazioni e fondazioni).
Praticamente ogni contribuente, sia individuale che aziendale, può essere soggetto a controlli fiscali. Tuttavia, i controlli sono più probabili e frequenti per i soggetti che presentano anomalie, scostamenti rilevanti rispetto agli indici presuntivi, o che hanno omesso di presentare dichiarazioni. Per evitare problematiche, è fondamentale mantenere una documentazione fiscale corretta e completa e, quando necessario, consultare esperti per garantire la conformità alle normative vigenti.