C’è un data da segnare in rosso sul calendario per chi, entro il 12 dicembre scorso, ha aderito al concordato preventivo biennale. Si tratta di lunedì 31 marzo, giorno ultimo entro la quale sarà possibile per i soggetti indicati sfruttare il ravvedimento speciale. Questo, lo si ricorda, consente ai beneficiari del concordato preventivo di sanare la propria posizione con il Fisco italiano in riferimento agli errori dichiarativi del periodo compreso tra gli anni fiscali 2018 e 2022. Grazie allo strumento fortemente caldeggiato dal governo di Giorgia Meloni, i soggetti aventi diritto dovranno soltanto pagare un’imposta sostitutiva sui redditi e le relative addizionali, senza essere assoggettati a ulteriori interessi.
Cosa prevede il ravvedimento speciale
Il ravvedimento speciale rappresenta una forma specifica di sanatoria per gli errori dichiarativi del passato (2018-2022 in questo caso specifico) che è stata riservata soltanto ai contribuenti Isa che hanno aderito entro le scadenze previste al concordato preventivo biennale.
Con questo istituto deflattivo, è possibile arrivare all’emersione di ulteriore materia imponibile relativa agli anni pregressi in aggiunta ai redditi già dichiarati. Il vantaggio è rappresentato, come detto, da una flat tax sostitutiva che non prevede l’applicazione di interessi e, soprattutto, di sanzioni per i contribuenti.
Entrando più nello specifico, l’integrazione del redditto d’impresa o di lavoro autonomo di coloro che hanno aderito al concordato preventivo avviene a forfait. La percentuale di integrazione, infatti, dipende dell’affidabilità Isa del soggetto aderente negli anni oggetto di regolazione. Viene da sé che il prelievo fiscale non risente delle aliquote standard di Irpef, Ires e delle addizionali, ma si basa su un’imposta sostitutiva ridotta, in alcuni casi, anche del 30%. Tutto dipende dal punteggio Isa.
La procedura da seguire
Per chiudere definitivamente i conti con il passato e sanare la propria posizione con l’Agenzia delle Entrate, gli aderenti al ravvedimento speciale devono seguire una procedura ben definita.
Anzitutto è necessario che l’imposta sostitutiva venga pagata in un’unica soluzione entro il 31 marzo 2025 o in massimo 24 rate (con interessi al tasso legale) a partire dalla stessa data. In quest’ultimo caso, si sottolinea, il pagamento della prima rata garantisce l’efficacia della sanatoria che sarà poi subordinata alla regolarità dei pagamenti successivi. Il ravvedimento speciale si perfezione con la presentazione del modello F24, con gli aderenti che potranno beneficiare anche di un vero e proprio scudo di protezione da eventuali azioni accertative che, entro certi limiti, non potranno più essere esercitate dagli uffici finanziari sulle annualità oggetto di ravvedimento.
Le altre modifiche al concordato preventivo
In tema di concordato preventivo biennale ci sono alcune novità che interessano in particolar modo professionisti e partite Iva. Così come stabilito dal Consiglio dei ministri del 13 marzo 2025, infatti, al fine di migliorare l’adesione dei contribuenti allo strumento di pace fiscale, viene posticipato il termine ultimo di adesione. La nuova data è quella del 30 settembre 2025.
È doveroso precisare che, malgrado la scarsa adesione all’iniziativa fin qui registrata, il governo ha comunque deciso di escludere dall’intervento i contribuenti che operano sotto il regime forfettario che, dunque, godono già della flat tax. Per loro il concordato preventivo per i contribuenti forfettari verrà abolito con effetto retroattivo dal 1° gennaio 2025.