Concordato preventivo biennale, ultima possibilità per aderire. Le istruzioni dell’AdE

Oggi è l'ultimo giorno per aderire al concordato preventivo biennale. L'Agenzia delle Entrate ha aggiornato le Faq per chiarire gli ultimi dubbi

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 12 Dicembre 2024 06:00

Il concordato preventivo biennale, con oggi 12 dicembre 2024, giunge effettivamente alle sue battute finali. Si chiude l’ultima opzione per poter aderire allo strumento attraverso la presentazione del Modello Redditi Integrativo.

Proprio in vista di questa scadenza l’Agenzia delle Entrate ha fornito ulteriori chiarimenti per accedere alla misura. Hanno la possibilità di aderire al concordato preventivo biennale anche i titolari di partita Iva con dei debiti tributari superiori a 5.000 euro al 31 ottobre 2024. Ma soprattutto è possibile effettuare il versamento della maggiorazione del secondo acconto Irpef entro oggi 12 dicembre 2024.

Ma entriamo nel dettaglio e vediamo chi può essere ancora interessato a cogliere al volo l’occasione per aderire a questo strumento.

Concordato preventivo biennale, di cosa si tratta

Strumento riservato ai titolari di partita Iva, la scadenza ordinaria per aderire al concordato preventivo biennale era lo scorso 31 ottobre 2024. Il legislatore ha, però, prorogato il termine e ha aperto una nuova finestra che si chiude proprio oggi 12 dicembre 2024. La nuova opportunità si applica esclusivamente ai soggetti Isa. In altre parole la proroga non è stata prevista per quanti abbiano aderito al regime forfettario.

Ma come funziona in estrema sintesi il concordato preventivo biennale? Il contribuente riceve una proposta dall’Agenzia delle Entrate su un determinato imponibile, il quale rimane bloccato per due anni. Nel caso in cui lo dovesse accettare, oltre a conoscere anticipatamente su quale importo vengono calcolate le imposte, si mette al riparo da eventuali controlli fiscali.

Da un punto di vista strettamente economico il diretto interessato si trova a dover pagare una flat tax che oscilla tra il 10% e il 15% sulla maggiorazione del reddito concordato rispetto a quello del 2023. Volendo essere un po’ più precisi, l’aliquota che verrà applicata è condizionata all’indice di affidabilità fiscale:

  • per i soggetti con un punteggio Isa pari o superiore a 8: 10%;
  • per i soggetti con un punteggio Isa compreso tra 6 e 8: 12%;
  • per i soggetti con un punteggio Isa inferiore a 6: 10%.

Il ravvedimento speciale

Tra le possibilità messe a disposizione dal concordato preventivo biennale vi è quella che permette ai contribuenti di sanare le irregolarità accertabili pregresse. Stiamo parlando, in altre parole, del ravvedimento speciale: l’operazione può essere effettuata applicando alla differenza di reddito dei coefficienti in modo da determinare l’imponibile. Dovranno essere applicate le stesse aliquote della flat tax – quindi il 10, il 12 o il 15% – sulla maggiorazione di reddito. I coefficienti che devono essere applicati sono i seguenti:

  • coefficiente 5% per chi ha un punteggio Isa 10;
  • coefficiente 10%, Isa tra 8 e 10;
  • coefficiente 20%, Isa tra 6 e 8;
  • coefficiente 30%, Isa tra 4 e 6;
  • coefficiente 40%, Isa tra 3 e 4;
  • coefficiente 50%, Isa inferiore a 3.

Nuovi termini per chi ha sanato i debiti

Per poter aderire al concordato preventivo biennale i contribuenti devono essere in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 10 del Dlgs 13/2024. Uno dei requisiti più importanti è costituito dall’assenza di debiti relativi a tasse o contributi superiori a 5.000 euro.

Proprio su questo punto l’Agenzia delle Entrate ha fornito un ulteriore chiarimento: nel caso in cui al 31 ottobre 2024 il contribuente non fosse stato in possesso di questo requisito, ma in un momento successivo entrava nella platea ammissibile, ha la possibilità – ovviamente entro oggi 12 dicembre 2024 – di aderire al concordato preventivo biennale.

L’adesione al concordato preventivo biennale

In linea teorica l’adesione al concordato preventivo biennale si esprime in sede di dichiarazione dei redditi. Essendo scaduti i termini per la sua presentazione, è necessario utilizzare una dichiarazione integrativa: i diretti interessati, in questo caso, non pagheranno alcun tipo di sanzione.

Attraverso questo modello hanno la possibilità di apportare delle modifiche rispetto al modello originario, ma solo e soltanto se alla fine dovesse risultare un maggior imponibile, un maggior debito d’imposta o un minor credito. A fornire queste indicazioni ci ha pensato direttamente l’Agenzia delle Entrate attraverso una nuova FAQ, con la quale ha confermato quanto previsto dall’articolo 1 del Decreto Legge n. 167/2024. Questa norma prevede che non sia possibile accedere al concordato preventivo biennale:

Nei casi in cui nella predetta dichiarazione integrativa sono indicati un minore imponibile o, comunque, un minor debito d’imposta ovvero un maggiore credito rispetto a quelli riportati nella dichiarazione presentata entro la data del 31 ottobre 2024.

Acconti Irpef e Ires, le scadenze da rispettare

Altro nodo particolarmente importante relativo al concordato preventivo biennale è legato alle maggiorazioni sugli acconti Irpef ed Ires. Anche in questo caso, almeno sulla carta, abbiamo ampiamente superato il termine ultimo per effettuare il versamento, che almeno in un primo momento era lo scorso 2 dicembre 2024.

Il legislatore, con una diversa disposizione rispetto a quella del Cbp, ha prorogato il termine al 16 gennaio 2025, dando la possibilità ai titolari di partita Iva di rateizzare il versamento. L’agevolazione, però, è riservata unicamente ai contribuenti che abbiano un reddito inferiore a 170.000 euro. Quanti non dovessero rientrare in questa proroga possono versare la maggiorazione anche dopo il 2 dicembre, purché lo facciano il giorno stesso in cui aderiscono al concordato preventivo biennale (essendo oggi il termine ultimo, sempre entro oggi è necessario effettuare il versamento).

È necessario, ad ogni modo, che i diretti interessati abbiano provveduto a versare la seconda rata, calcolata sulla base delle modalità ordinarie, entro lo scorso 2 dicembre 2024. L’omesso o tardivo pagamento della seconda rata d’acconto e della maggiorazione prevista dal concordato preventivo biennale possono essere regolarizzate con il ravvedimento operoso.

In sintesi

Ancora per la giornata di oggi i contribuenti hanno la possibilità di aderire al concordato preventivo biennale. Oltre ad accettare la proposta dell’Agenzia delle Entrate devono effettuare i versamenti che scaturiscono dall’adesione alla misura.

I tempi per riuscire a fare tutto sono stretti. Ma se si è interessati ad accedere alla misura, oggi è proprio l’ultimo giorno per potervi aderire.