Bot, Btp e libretti postali fuori dal calcolo Isee 2024: bonus a rischio

L'Inps ha comunicato che la norma per l'esclusione di titoli di Stato e prodotti finanziari come i libretti postali dall'aggiornamento Isee non è operativa

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Un vero e proprio cortocircuito sull’Isee che può mettere a rischio diversi bonus sociali, come l’Assegno unico o quello di inclusione. L’Inps ha comunicato il contrordine sulla norma prevista dalla legge di Bilancio 2024 che prevede l’esclusione dal calcolo dell’indicatore per il 2024 dei Bot, Btp e di altri titoli di Stato oltre a prodotti finanziari come i libretti postali, entro un valore complessivo di massimo 50mila euro. Come spiegato dall’Ente in un messaggio, infatti, il Dpcm che dovrebbe riformare il Regolamento dell’Isee non è ancora pronto e la modifica non può quindi essere applicata.

Le conseguenze

Come accade spesso per i decreti attuativi delle norme inserite in Manovra, i tempi di attesa per l’adeguamento del Regolamento che disciplina l’Isee, rivisto l’ultima volta nel 2013, saranno ancora lunghi: la procedura prevede che il Dpcm venga prima stilato dai ministeri competenti con il coinvolgimento degli enti interessati, per poi essere esaminato dal Consiglio di Stato prima, formalizzato dalla Presidenza del Consiglio, fino alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Il ritardo incide sulla Dichiarazione sostitutiva unica 2024 che serve a ottenere l’aggiornamento dell’Isee, necessario a sua volta per calcolare diversi servizi di welfare, come il calcolo delle tasse universitarie, la mensa scolastica o il bonus sui trasporti pubblici, ma anche i bonus direttamente erogati dall’Inps, come l’Assegno unico universale o l’Assegno di inclusione, di cui abbiamo parlato qui relativamente ai primi accrediti in arrivo.

L’Istituto di previdenza ha precisato, quindi, che per presentare la Dsu sarà ancora necessario dichiarare il proprio patrimonio, comprensivo di titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato sotto i 50mila euro.

Un dettaglio non di poco conto, considerando che nel 2022, anno a cui fanno riferimento le Dichiarazioni unificate attuali, i titoli di Stato posseduti dalle famiglie italiane ammontavano a 212,7 miliardi di euro.

“La norma sull’esclusione dei titoli di Stato per il calcolo dell’Isee – ha spiegato al Corriere della Sera la segretaria confederale Uil, Vera Buonomo – crea una ulteriore differenza tra chi necessita di aiuti e chi non ne ha bisogno. Mette sullo stesso piano famiglie che sono riuscite a risparmiare fino a 50 mila euro e chi fa fatica ad arrivare a fine mese. Sono pochi i dipendenti e i pensionati che hanno risparmi di questa entità”.

Il parere del ministero del Lavoro

In risposta alla richiesta di parere espressamente formulata dall’Inps, il ministero del Lavoro ha chiarito che l’entrata in vigore della disposizione che consente di escludere dall’Isee i titoli di Stato e i prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato “non è immediata essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento recante la disciplina dell’Isee“.

In attesa delle modifiche al regolamento, l’Inps ha precisato che “resta pertanto immutata la disciplina Isee relativa al patrimonio mobiliare, con la conseguenza che nelle Dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu) presentate a partire da gennaio 2024 permane l’obbligo di indicare tutti i rapporti finanziari previsti dal Dpcm originario (159/2013) e posseduti al 31 dicembre 2022 dai soggetti appartenenti al nucleo familiare” (qui i pagamenti di gennaio in arrivo dall’Inps).