Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti presenta all’ultimo in Cdm il colpo di grazia al Superbonus. Nella riunione a Palazzo Chigi, il Governo ha approvato un decreto legge con nuovo giro di vite sui bonus edilizi che mette fine agli sconti in fattura e alla cessione del credito per i lavori di ristrutturazione, ritenuti dal responsabile del Mef ormai insostenibili per le casse dello Stato. Nelle due ore di Consiglio dei ministri sono state varate anche altre misure, dall’introduzione dei test psicoattitudinali per l’accesso alla professione di magistrato, alla creazione del registro nazionale per l’affido dei minori, oltre all’informativa del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi sul possibile scioglimento del comune di Bari.
La stretta sul Superbonus
“Il governo ha approvato un decreto in materia di bonus edilizi che elimina ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano” ha annunciato Giancarlo Giorgetti nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
“Abbiamo eliminato la disposizione della remissione in bonis – ha spiegato – che avrebbe consentito fino al 15 ottobre le correzioni con il pagamento di minime sanzioni di tutte le comunicazioni già intervenute e previsto per tutte le nuove fattispecie una nuova comunicazione preventiva, quando si inizia il lavoro, in modo da avere un monitoraggio del fenomeno e non solo quando le fatture vengono caricate” (qui abbiamo spiegato la validità dei crediti sul Superbonus per compensare i contributi previdenziali).
Il titolare del Mef ha chiarito che le misure adottate con il decreto sul Superbonus e sui bonus edilizi “sono tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità di una misura che come è noto ha causato gravi effetti sulla finanza pubblica e i cui effetti, definitivamente, potremo contabilizzare tra pochi giorni quando si caricherà la finestra per tutte le fatture e i lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023″ (qui avevamo riportato la scadenza ultima per la cessione del credito sul Superbonus).
“Sicuramente aspettiamo i dati definitivi, le sorprese purtroppo non sono mancate, sempre in senso negativo – ha affermato Giorgetti – Già il conto è salatissimo, anche se qualcuno ne è entusiasta, il prezzo per la finanza pubblica e sul debito graverà per diversi anni a venire. L’obiettivo di questo decreto è mettere un punto finale rispetto all’impatto sul 2023, fatto salvo le valutazioni definitive di Eurostat”.
“Il fatto che introduciamo norme di monitoraggio testimonia che queste norme sono nate in modo scriteriato e hanno prodotto risultati devastanti per la finanza pubblica, l’ho detto dall’inizio, continuo a sostenerlo, qualcuno sorrideva sul mal di pancia, confermo che fa malissimo a me e a tutti gli italiani” ha concluso il ministro dell’Economia.
I test per i magistrati e il registro per l’affido dei minori
Il Consiglio dei ministri ha approvato inoltre l’introduzione dei test psicoattitudinali per l’accesso alla professione di magistrato a partire dal 2026, dunque non per i concorsi già banditi, anche in modo da dare il tempo al Consiglio superiore della magistratura di applicare le nuove procedure per le nomine.
Spetterà al Csm individuare i professori universitari specializzati nelle materie psicologiche che comporranno la commissione giudicante per i testi psicoattitudinali per i magistrati.
Secondo quanto previsto dalla bozza di legge, riportata da Ansa, i candidati che avranno superato la prova scritta riceveranno dei test individuati dal Csm, sul modello di quelli utilizzati per quelli effettuati agli agenti di polizia, prima dell’esame orale, durante il quale si effettuerà il colloquio psicoattitudinale.
L’interrogazione non sarà realizzata dallo psicologo presente alla verifica, ma dal presidente della commissione esaminatrice, la quale valuterà l’esaminando, comunicando il giudizio conclusivo sulla totalità delle prove. Da quanto emerso dal Cdm, inoltre, dal 2026 i magistrati fuori ruolo saranno ridotti a 180.
“Sui test non c’è un’invasione di campo da parte del governo nei confronti della magistratura” ha spiegato in conferenza il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, respingendo tutte le polemiche nate attorno alla misura e assicurando che non ci sono “interferenze da parte del governo. Non c’è nessun vulnus, nessuna lesa maestà”.
Tra le misure varate dal Cdm c’è anche l’istituzione del registro nazionale per l’affido dei minori, con una misura a firma del ministro Nordio e della collega della Famiglia, Eugenia Roccella, oltre alla creazione del Dipartimento per le Politiche per la Famiglia un Registro e di un Osservatorio nazionale.
Il provvedimento supera l’attuale normativa con l’obbligo degli istituti di assistenza pubblici o privati e delle comunità di tipo familiare di trasmettere ogni sei mesi al procuratore della Repubblica del tribunale per i minorenni del luogo, l’elenco di tutti i minori collocati con l’indicazione della località di residenza dei genitori, dei rapporti con la famiglia e delle condizioni psicofisiche del minore stesso.
Infine, il Consiglio dei ministri ha approvato il Ddl Semplificazioni, con un pacchetto di norme per facilitare le procedure al servizio dei cittadini nelle Pa, dalla scuola al turismo, fino alla nuova farmacia dei servizi, di cui abbiamo parlato qui nelle anticipazioni sul Ddl Semplificazioni ( qui tutte le altre misure del Ddl Semplificazioni).