Il sostegno del partito di maggioranza a una potenziale estensione dei termini per accedere al Superbonus è durato meno di 24 ore. Subito dopo la scadenza per la presentazione degli emendamenti al decreto Salva-spese in discussione alla Camera, Fratelli d’Italia ha fatto marcia indietro sulla richiesta di proroga del 110%. È stato ritirato l’emendamento al decreto Superbonus, presentato inizialmente da Saverio Congedo e identico ad altre due proposte avanzate dal Pd e dal gruppo Misto. L’obiettivo era concedere ulteriori due mesi ai condomini che avevano completato lavori per almeno il 70% entro il 31 dicembre, consentendo loro di beneficiare della detrazione al 110 per cento.
Secondo quanto dichiarato dal gruppo parlamentare della Camera, la decisione è stata influenzata dalle perplessità espresse dal Ministero dell’Economia. Si attende una verifica più approfondita, che avverrà durante la riunione tecnico-politica programmata per martedì.
Le richieste delle forze politiche
Tutte o quasi le forze politiche alla Camera stanno rilanciando la richiesta di una possibile estensione, anche minima, dei termini per accedere al Superbonus. Il “no” categorico, ripetuto per settimane dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, legato alla stabilità dei conti pubblici, sembra non essere stato sufficiente.
Il Ministero dell’Economia sembra aver posto un ostacolo alle modifiche al Superbonus, attualmente fissato al 70%, ma da diverse direzioni si esercita pressione per avanzare una proposta di proroga. Le modalità di approccio non differiscono significativamente, poiché Partito Democratico e il gruppo Misto condividono la convinzione sulla necessità di posticipare la scadenza del beneficio al 110%.
Quali sono le proposte: Pd e gruppo Misto per la proroga
Il 28 dicembre scorso, la maggioranza aveva raggiunto un accordo per una sanatoria dei lavori ancora in corso relativi al Superbonus del 110%. In pratica, il bonus rimane in vigore, ma con uno sconto del 70% per coloro che proseguiranno i lavori nel corso del 2024. Inoltre, è stata prevista una sanatoria che eviterà la restituzione delle somme per coloro che non avevano completato i lavori entro il 31 dicembre. Tuttavia, il bonus edilizio al 110% sarà confermato per coloro con reddito basso che non hanno ancora concluso i lavori.
Questa era la situazione prima del 2024, quando varie proposte da diverse parti hanno aperto la strada a possibili proroghe. Attualmente, il Partito Democratico e il gruppo Misto hanno presentato modifiche al mini decreto. I tre testi sono molto simili e riflettono chiaramente la necessità diffusa di trovare una soluzione per il Superbonus al 110%. Anche Fratelli d’Italia aveva aperto negli ultimi giorni ad una proroga, salvo poi ritirare gli emendamenti.
Le proposte, pressoché identiche, prevedono una proroga di alcuni mesi per il bonus edilizio per coloro che, entro dicembre 2023, avevano completato almeno il 70% degli interventi totali. Alcuni chiedono una proroga di due mesi, mentre altri, come Fratelli d’Italia, proponevano di estendere tale beneficio fino al 30 giugno 2024 per chi, entro il 31 dicembre 2023, aveva raggiunto uno stato avanzato dei lavori pari al 70%.
Le condizioni del ministero dell’Economia
Dal Ministero dell’Economia e della Finanza giungono segnali contrastanti che indicano una posizione favorevole a “zero proroghe”. Nonostante ciò, altri tre emendamenti bipartisan stanno cercando di aumentare il tetto del quoziente familiare per beneficiare del contributo da 15 a 25 mila euro. Questo incremento sarebbe applicato alle spese sostenute tra il primo gennaio e il 31 ottobre di quest’anno. Tuttavia, il ministero sostiene che sono necessari fondi e che attualmente non sono disponibili.
Martedì è previsto un confronto tra il governo e i parlamentari della commissione, ma al momento l’esito sembra già prevedibile. Nonostante ciò, eventuali sorprese sono accolte positivamente, considerando che la speranza è l’ultima a morire per coloro che hanno avviato i lavori con il Superbonus al 110% e non li hanno ancora conclusi.