Reddito di libertà, come richiedere i 500 euro per le donne vittime di violenza

Il bonus è rivolto a donne in difficoltà economica, con o senza figli, che sono seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni o dai servizi sociali

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Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Pubblicato: 5 Marzo 2025 17:19

Aumenta a 500 euro il reddito di libertà, bonus mensile erogato per un massimo di dodici mesi che ha l’obiettivo di favorire l’emancipazione economica di tutte coloro che vivono in condizioni di povertà e sono seguite da centri antiviolenza regionali e da servizi sociali.

A stabilirlo è un decreto del ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, che ripartisce 30 milioni di euro del “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza”, con 10 milioni stanziati per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026.

Cresce il bonus per le donne

Il reddito di libertà, sostegno per le donne vittime di violenza in difficoltà economica, sale dunque da 400 a 500 euro mensili per un massimo di dodici mesi, con l’obiettivo di favorirne l’autonomia finanziaria. Il contributo, compatibile con altre forme di sostegno, quali l’assegno di inclusione, è destinato a donne con o senza figli, seguite dai centri antiviolenza regionali e dai servizi sociali.

Il “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza” porta a una dotazione di 30 milioni di euro (10 milioni all’anno dal 2024 al 2026), come stabilito da un decreto del ministero per la Famiglia, il Lavoro e l’Economia, firmato il 2 dicembre e reso pubblico ieri in Gazzetta ufficiale.

I dati Istat, pubblicati a novembre scorso in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, evidenziano un aumento delle richieste ai Centri Antiviolenza (Cav): nel 2023, 61.514 si sono rivolte a queste strutture, con un incremento dell’1,4% rispetto al 2022 e del 41,5% rispetto al 2017. In media, ogni centro ha accolto un nuovo caso ogni due giorni.

Il report evidenzia inoltre un aumento delle donne che avviano percorsi di uscita dalla violenza, con circa 31.500 casi. Tuttavia, il 26,3% di loro interrompe il percorso nel corso dell’anno. La dipendenza economica persiste dunque come un ostacolo fondamentale per l’emancipazione delle donne dalla violenza.

La procedura avviata evidenzia inoltre la significativa disparità tra le limitate risorse disponibili e le pressanti necessità. Con i 10 milioni di euro stanziati per ciascuno degli anni 2024-2026, integrati dal milione aggiuntivo previsto dall’ultima Manovra, solo 1850 donne potranno beneficiare dell’intero contributo di 500 euro mensili per 12 mesi.

Come presentare la domanda all’Inps

Per richiedere il reddito di libertà, le donne devono rivolgersi agli operatori del proprio Comune che inoltreranno la domanda all’Inps. Tutte quelle respinte in precedenza per esaurimento fondi saranno prioritarie se ripresentate dal 5 marzo al 18 aprile 2025, dopo la verifica dei requisiti da parte del Comune stesso. La mancata ripresentazione della domanda comporterà la definitiva cancellazione.

Dal 2023 circa 230 donne hanno potuto beneficiare del reddito di libertà e solo grazie ai fondi stanziati autonomamente dalle Regioni. Da metà aprile si entrerà poi nella seconda fase. Dal 18 del mese fino al 31 dicembre 2025, tutte le donne in possesso dei requisiti necessari potranno presentare la richiesta, comprese coloro che non l’hanno fatto entro il periodo transitorio di 45 giorni.