Contributi fino a 30.000 euro per le Associazioni di produttori Made in Italy, il bando

Contributi fino a 30.000 euro, pubblicato sul portale del MIMIT il decreto direttoriale che stabilisce i requisiti di accesso al bando destinato alle Associazioni di produttori Made in Italy

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Confermati contributi fino a 30.000 euro per le Associazioni di produttori. Con un apposito decreto ministeriale, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha pubblicato un bando destinato a sostenere le spese di consulenza tecnica per l’ottenimento delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP) per prodotti industriali e artigianali.

Il bando destinato alle Associazioni di produttori Made in Italy

È stato pubblicato sul portale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy il decreto direttoriale (G.U. del 29 luglio 2024 serie Generale n.176) come Avviso di apertura del bando che stabilisce i requisiti, le spese ammissibili, l’entità e le modalità di erogazione del contributo destinato alle Associazioni di produttori per le spese di consulenza tecnica sostenute per la predisposizione del disciplinare di produzione dei prodotti industriali e artigianali tipici.

Il bando rende operativa la misura e completa l’attuazione dell’articolo 46, co. 2, della legge 27 dicembre 2023 n. 206 (c.d. Legge quadro del Made in Italy) e del decreto ministeriale 11 giugno 2024 (pubblicato nella G.U. dell’8 luglio scorso) adottato dal ministro Adolfo Urso, di concerto con il MEF.

Domanda

Le Associazioni di produttori interessate, a partire dal 16 settembre 2024 ed entro le ore 13 del 31 ottobre 2024, dovranno inviare le domande complete di tutta la documentazione necessaria all’indirizzo PEC: bandodisciplinariigp@pec.mimit.gov.it. In questa pagina è possibile scaricare il modulo domanda dove vanno inserite:

  • le informazioni sull’Associazione dei produttori e del rappresentante legale;
  • il costo totale delle spese ammissibili per la predisposizione del disciplinare;
  • le dichiarazioni di conformità volte a confermare che l’associazione non è coinvolta in procedimenti amministrativi per revoca di fondi pubblici, non è destinataria di misure antimafia e rispetta le normative sulla tracciabilità dei flussi finanziari;
  • tutti i dettagli relativi al prodotto tipico Made in Italy per cui serve il disciplinare (es. area geografica di produzione, nome, settore merceologico etc.).

Documenti da allegare alla domanda

Alla domanda di richiesta del contributo le Associazioni dovranno poi allegare i seguenti documenti:

  • statuto o atto costitutivo, oppure altra documentazione che attesti il potere di rappresentanza;
  • disciplinare di produzione insieme alla ricevuta di deposito;
  • copie delle fatture e della documentazione di spesa relative alle consulenze professionali;
  •  una copia del documento di identità del legale rappresentante.

Spese ammesse

Il contributo coprirà l’80% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 30.000 euro per ciascun beneficiario.

Queste spese comprendono i costi di consulenza tecnica necessari per la stesura del disciplinare di produzione, un documento che definisce le caratteristiche e le modalità di produzione dei prodotti per i quali si richiede la certificazione IGP.

Requisiti di accesso

Per accedere ai contributi previsti dal bando del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, le associazioni di produttori devono soddisfare alcuni requisiti specifici, ovvero:

  • il bando è rivolto principalmente alle Associazioni di produttori che rappresentano aziende e artigiani coinvolti nella produzione di beni industriali e artigianali tipici del Made in Italy. Le “associazioni di produttori” sono organizzazioni collettive costituite da gruppi di produttori, aziende o artigiani che operano in un determinato settore o comparto produttivo. Queste associazioni vengono create per perseguire obiettivi comuni che vanno oltre le capacità individuali dei singoli membri;
  • i fondi devono essere utilizzati per coprire le spese di consulenza tecnica necessarie per la redazione del disciplinare di produzione. Questo disciplinare è un documento essenziale per definire le caratteristiche e i metodi di produzione dei prodotti che si intendono certificare con il marchio Indicazione Geografica Protetta (IGP). Sono ammesse al finanziamento le spese direttamente collegate alla consulenza tecnica, come l’assistenza legale e tecnica nella preparazione della documentazione necessaria per la registrazione del disciplinare di produzione;
  • è necessario presentare una domanda completa di tutta la documentazione richiesta, inclusa la descrizione dettagliata del progetto e delle spese previste.

Obblighi post-finanziamento

I beneficiari ammessi al contributo, una volta ottenuto, devono fornire una rendicontazione dettagliata delle spese sostenute, dimostrando che i fondi sono stati utilizzati in conformità con le finalità del bando.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy si riserva infatti il diritto di effettuare controlli per verificare la corretta utilizzazione dei contributi. Se dai controlli risulta che i contributi non sono stati utilizzati per le spese ammesse o conformemente alle finalità previste dal bando, possono verificarsi diverse conseguenze, che generalmente includono le seguenti azioni:

1. Revoca del contributo, ovvero il ritiro del finanziamento: l’ente erogatore, in questo caso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), può decidere di revocare il contributo concesso. Questo significa che il beneficiario perde il diritto all’importo ricevuto ed è tenuto alla restituzione delle somme. È spesso richiesto il rimborso integrale delle somme percepite, inclusi eventuali interessi di mora, se previsti.

2. Sanzioni amministrative, che possono essere applicate nei confronti dell’associazione o dell’organizzazione che ha utilizzato in modo improprio i fondi. Le sanzioni variano a seconda della gravità delle irregolarità riscontrate.

3. Esclusione da futuri bandi, che si traduce – di fatto – nell’inidoneità a futuri finanziamenti: le associazioni o i beneficiari coinvolti possono quindi essere esclusi dalla partecipazione a futuri progetti di finanziamento pubblico per un determinato periodo.

4. Azioni legali, come procedimenti giudiziari: infatti, in casi particolarmente gravi, se si riscontrano elementi di frode o dolo, l’ente erogatore può avviare procedimenti legali contro i responsabili, che potrebbero affrontare conseguenze penali.

5. Non è da escludere, infine, il danno di reputazione, perché la scoperta di un utilizzo improprio dei fondi può danneggiare la reputazione dell’associazione o dell’organizzazione, con conseguenze negative per la sua immagine pubblica e le sue relazioni con partner, membri e il pubblico.

Le verifiche e i controlli effettuati dall’ente erogatore mirano a garantire che i fondi pubblici siano utilizzati in modo appropriato e che le finalità del bando siano pienamente rispettate. È quindi essenziale che i beneficiari del finanziamento mantengano una rigorosa trasparenza e conformità con le regole stabilite.

Obiettivi del bando

Il bando mira a facilitare l’accesso delle associazioni di produttori alle nuove tutele europee per le IGP, che saranno disponibili per prodotti artigianali e industriali a partire dal 1° dicembre 2025. Questo disciplinare di produzione diventerà un requisito fondamentale per richiedere la registrazione di un’IGP, estendendo così le protezioni finora riservate al settore agroalimentare anche ad altre categorie di prodotti.

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato l’importanza di questo provvedimento, sviluppato in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’iniziativa non solo promuoverà la valorizzazione internazionale delle produzioni locali e regionali italiane, ma rafforzerà anche la tutela del Made in Italy, contribuendo a preservare l’unicità e l’autenticità dei prodotti nazionali.