Ancora alle prese con le problematiche legate al Superbonus, il governo si prepara a inasprire le misure sugli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e l’energia. A partire dal 2025, le agevolazioni saranno notevolmente più selettive, concentrate e controllate, focalizzandosi su obiettivi ambientali specifici. In pratica, ciò significa la fine dei bonus per le seconde case e le residenze di lusso, con incentivi riservati esclusivamente alle abitazioni meno efficienti e agli interventi più utili, accompagnati da supporti finanziari per i redditi più bassi.
Stretta sul bonus
A partire dal 1° gennaio del prossimo anno, il contributo fiscale per la manutenzione e il restauro scenderà dal 50% al 36%. Inoltre, anche la soglia massima di spese agevolabili per ciascuna unità abitativa sarà fissata a 48mila euro. Questa modifica rappresenta solo una delle numerose novità che interesseranno il panorama delle agevolazioni fiscali per i lavori edilizi. Tra queste, il bonus ristrutturazioni verrà quasi dimezzato, salvo eventuali interventi da includere nella prossima Legge di Bilancio.
Nella versione attuale delle norme, l’agevolazione fiscale è riconosciuta per tutti gli immobili di proprietà, in comodato o in locazione, senza distinzione tra prima casa e altre abitazioni, e senza differenze riguardo alla classe catastale dell’immobile. Pertanto, è possibile beneficiare dell’agevolazione anche per le case di lusso.
Tuttavia, a partire dal prossimo anno, questa situazione cambierà, come annunciato ufficialmente dalla premier Meloni durante l’assemblea di Confindustria. Confermando gli interventi già realizzati sui bonus per la casa, e a seguito del sostanziale stop al Superbonus, il governo intende riservare le agevolazioni esclusivamente alla prima casa, escludendo i bonus a pioggia anche per i micro interventi. Ci sarà una selezione mirata per privilegiare gli interventi che contribuiranno a raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla direttiva sulle Case Green.
Cos’è il bonus ristrutturazione
Ma in cosa consiste esattamente il bonus? Si tratta di una detrazione Irpef al 50% per i lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, comprese quelle rurali e le pertinenze.
Per le parti comuni degli edifici residenziali, è consentita la manutenzione ordinaria. Tra gli interventi ammessi ci sono l’installazione di ascensori e scale di sicurezza, la realizzazione e il miglioramento dei servizi igienici, nonché la sostituzione di infissi esterni, serramenti e persiane con serrande. Sono inclusi anche il rifacimento o la costruzione di scale e rampe. Inoltre, rientrano negli interventi agevolabili quelli finalizzati al risparmio energetico e alla bonifica dell’amianto, opere per prevenire infortuni domestici e l’eliminazione delle barriere architettoniche, interventi per la cablatura degli edifici e l’installazione di dispositivi di rilevazione del gas.
Scende il tetto massimo per i lavori
Come già detto prima, il tetto massimo di spesa coperto dall’agevolazione scende drasticamente da 96 a 48mila euro per ciascuna unità immobiliare. Ma come si può ottenere questa detrazione? Attraverso la detrazione Irpef, che viene distribuita in 10 quote annuali. Il rimborso avviene mediante la compilazione della dichiarazione dei redditi, utilizzando il 730 precompilato o il modello Redditi Persone Fisiche.
La detrazione spetta a tutti i contribuenti soggetti al pagamento delle imposte sui redditi, inclusi i proprietari di nuda proprietà, i titolari di diritti reali di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie), i locatari e i comodatari, nonché i soci di cooperative.
I documenti per richiedere il bonus
È fondamentale conservare la seguente documentazione:
- la domanda di accatastamento
- le ricevute di pagamento dell’imposta comunale Ici/Imu
- la delibera dell’assemblea per l’esecuzione degli interventi
- la tabella di ripartizione delle spese
- la dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori.
Il bonus Irpef al 36% sarà valido per il triennio 2025-2027. A partire dal 1° gennaio 2028, la percentuale scenderà ulteriormente al 30% e rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2033.