Bonus casa, rischio truffa: arrivano le lettere di Poste Italiane

Poste Italiane ha avviato un'operazione antifrode sui crediti legati ai bonus casa 2020-2022: nelle lettere inviate chiesta documentazione aggiuntiva per far emergere le truffe

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 8 Aprile 2025 14:58

Poste Italiane ha avviato un’operazione antifrode volta a scoprire eventuali truffe perpetrate dai cittadini nel periodo compreso tra il 2020 e il 2022. Il riferimento va ai crediti ceduti, collegati ai vari bonus casa (compreso il Supebonus).

Entrando nel dettaglio, chi nella fase indicata ha venduto bonus a Poste, sta ricevendo un’intimidazione ad adempiere, nella quale si richiede di fornire entro 30 giorni tutta la documentazione dei crediti d’imposta ceduti.

Le lettere di Poste Italiane sui bonus casa

Poste Italiane ha avviato la propria operazione antifrode dopo le richieste di chiarimenti sui crediti d’imposta presenti nel proprio portafoglio, pervenute dalle autorità preposte.

Per comprendere al meglio tale aspetto è necessario tornare al febbraio del 2023 quando, per decreto, venne limitata la possibilità di cedere il credito dei bonus edilizi a soggetti terzi. Prima di tale intervento, si ricorda, il cedente non era obbligato a fornire documentazione specifica, ma poteva limitarsi a concederne una sommaria.

Una situazione ideale per chi è pratico nell’elaborare truffe ai danni dello Stato, con l’iter di Poste Italiane che è stato avviato, come detto, dopo le segnalazione ricevute dall’Agenzia delle Entrate sui crediti con profili di rischio.

Cosa chiede Poste Italiane

Fatta la precedente premessa, nelle sue lettere Poste Italiane chiede ai riceventi di fornire i documenti basilari, previsti dal decreto del 2023, per effettuare la cessione dei crediti. Si tratta:

  • del titolo edilizio abilitativo degli interventi;
  • delle fatture ricevute o altri documenti comprovanti le spese sostenute e i bonifici parlanti per attestare l’avvenuto pagamento;
  • delle asseverazioni, quando obbligatorie per legge, dei requisiti tecnici degli interventi e della congruità delle spese;
  • del visto di conformità e i dati relativi alla documentazione che attesta i presupposti che danno diritto alla detrazione;
  • dell’attestazione rilasciata dai soggetti obbligati alla disciplina antiriciclaggio che intervengono nelle cessioni relativa al rispetto delle norme in materia (art. 1, commi 6 e 6-bis, del DL 11/2023).

Nel chiedere i documenti elencati, Poste ricorda che è spinta all’operato da quanto previsto dall’art. 1262 del Codice civile, secondo il quale il cedente è obbligato alla consegna dei documenti giustificativi al cessionario.

Cosa fare se si riceve la lettera

Chi dovesse ritrovarsi destinatario della lettera di Poste Italiane relativa ai crediti del bonus casa può rispondere alla stessa sia tramite Pec che con raccomandata indirizzata all’’Ufficio affari legali di Poste Italiane. Va tuttavia precisato che, al momento, non è stato specificato dall’azienda cosa succederà a chi mancherà di fornire la completa documentazione richiesta. Vengono soltanto annunciate azioni legali e la sospensione dei termini di prescrizione.