Bonus Befana da 100 euro nella tredicesima, la proposta di Leo per aiutare le famiglie

Il viceministro all'Economia Leo ha dichiarato che il cosiddetto Bonus Epifania da 100 euro potrebbe essere anticipato già nelle tredicesime di dicembre

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 16 Settembre 2024 16:20Aggiornato: 17 Settembre 2024 11:17

Meno tasse per il ceto medio e più aiuti alle famiglie. Questo il motto che il governo sostiene a spada tratta, e che cercherà – dice – di tradurre nella prossima Manovra. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha fatto il punto sulle priorità del governo per la Legge di bilancio 2025, con un focus chiaro: dare una mano alle famiglie e alleggerire il peso delle tasse sul ceto medio.

Tra le varie proposte, quella di anticipare nella tredicesima il cosiddetto “Bonus Befana”. Vediamo nei dettagli in cosa consiste la nuova proposta.

Bonus Epifania 100 euro nelle tredicesime di dicembre

“Continueremo sulla strada tracciata in questi ultimi due anni, sempre con un occhio attento all’equilibrio dei conti pubblici”, ha dichiarato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. Ma c’è di più.

Il governo Meloni potrebbe anticipare il bonus da 100 euro netti previsto per gennaio già a dicembre, “integrandolo” nelle tredicesime che gli italiani ricevono in vista del Natale. “Vogliamo dare un sostegno concreto alle famiglie, soprattutto in un momento cruciale dell’anno”, ha detto.

La misura non ha ancora ricevuto l’approvazione ed è attualmente al vaglio del ministero che intende inserirla all’interno del decreto Omnibus per renderla operativa entro il 2024.

Questi i requisiti previsti:

  • reddito complessivo inferiore o pari a 28.000 euro annui;
  • non essere separati/divorziati e avere coniuge e almeno un figlio a carico. Oppure non essere spostati (o non esserlo più) e avere almeno un figlio a carico e trovarsi in una condizione in cui l’altro genitore non è presente o non ha riconosciuto il figlio. Questo vale anche se i figli sono adottati o affidati;
  • imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente, percepiti dal lavoratore d’importo superiore a quello delle detrazioni spettanti.

Taglio del cuneo fiscale e meno Irpef

Ma Leo è tornato anche a parlare di tasse al ceto medio: quella del cuneo fiscale, che pesa sempre di più sulla classe media, “è una questione che mi sta particolarmente a cuore”, ha sottolineato in un’intervista al Messaggero. Chi guadagna fino a 50mila euro l’anno non può certo essere considerato “ricco”, per questo – insiste – è necessario abbassare le tasse per questa fascia di reddito.

Come? Questo è il punto. “Dobbiamo trovare le risorse giuste per farlo”, ha precisato mettendo le mani avanti. Una delle ipotesi sul tavolo è la riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 60mila euro. “Un’opzione interessante e da valutare con attenzione”, una scelta che, prosegue ancora il viceministro, darebbe un segnale positivo e sarebbe in linea con la riforma fiscale.

Ma ridurre le tasse è solo l’inizio: “Per fare la differenza, dobbiamo rafforzare il potere d’acquisto, migliorare l’accesso ai servizi e creare più opportunità di lavoro. Serve una riforma fiscale completa che porti più equità e sostenga la crescita economica”.

Nuovi aiuti alle famiglie

Leo ha parlato anche della crisi demografica e delle misure allo studio per contrastarla: “Stiamo valutando se potenziare l’Assegno unico o introdurre nuove detrazioni per i figli. L’obiettivo è sempre lo stesso: sostenere le famiglie, che sono al centro delle nostre politiche”.

Aiuti alle imprese

Per quanto riguarda le imprese, lo slogan del governo è “chi più assume, meno paga“. Leo ha spiegato che è stata introdotta una super deduzione del costo del lavoro per le assunzioni a tempo indeterminato: il 120% per tutti, che sale fino al 130% per chi assume mamme, giovani under 30, ex percettori di Reddito di cittadinanza (peraltro bollato dalla Corte europea come “discriminatorio“) e persone con disabilità.

Infine Leo ha parlato di Ires. “Ci stiamo lavorando – assicura -. Il Consiglio dei ministri ha già approvato una prima versione del decreto e ora la parola passa al Parlamento per arrivare alla miglior soluzione possibile”.