Arriva il Cashback sanitario: ecco cos’è e come funziona

C'è l'accordo nella maggioranza: il meccanismo del il cashback sarà reintrodotto ma solo per le spese socio-sanitarie

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Redazione

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Pubblicato: 3 Giugno 2022 09:12

C’è l’accordo nella maggioranza per applicare il cashback fiscale alle spese di natura socio-sanitarie. È quanto è previsto nel testo coordinato della delega fiscale – con emendamenti e riformulazioni da approvare – distribuito ai gruppi in vista del voto in commissione Finanze alla Camera che dovrebbe ripartire dal 14 giugno. Il governo ha quindi accolto l’impianto della misura voluta fortemente dal M5S. Nel riordino di deduzioni e detrazioni, in particolare, il testo prevede che non si dovrà più attendere il momento della dichiarazione dei redditi per scaricare il 19% della spesa sostenuta in relazione ad acquisti tracciabili per visite mediche o per l’acquisto di medicinali,

Come funziona

Nella pratica anziché inserire le spese mediche o sanitarie nella dichiarazione dei redditi, per poi attendere l’accredito del rimborso da parte dell’Agenzia delle Entrate, si potrà ottenere un rimborso più immediato sul proprio conto corrente tramite piattaforme telematiche nel caso di spesa sostenuta con strumenti di pagamento tracciato. Sarà poi il venditore (per esempio il farmacista) al momento di comunicare all’anagrafe tributaria la spesa sostenuta dal contribuente, ad indicare la volontà di quest’ultimo di fruire del cashback.

I vincoli

Ci sono però una serie di vincoli non banali per la realizzazione di questa misura. L’ostacolo principale è rappresentato dal fatto che il passaggio dalle classiche detrazioni attuali all’accredito sul conto corrente potrà partire solo a seguito del riordino delle tax expenditures, con la riduzione o l’eliminazione di sconti fiscali per recuperare risorse per i tagli generalizzati d’imposta. Anche se l’impresa dovesse riuscire, in ogni caso, non si tratta del ritorno del cashback cancellato fra le polemiche dal governo Draghi: perché in questo caso il meccanismo si applica a detrazioni già riconosciute dal fisco, e quindi non comporta alcuna spesa pubblica.

Cashback originario resta in soffitta

Il programma era stato avviato in via sperimentale durante le festività natalizie del 2020 e poi è entrato a regime all’inizio del 2021, fortemente voluto dall’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e sostenuto dai Cinque Stelle. Il programma di cashback premiava i pagamenti elettronici (garantendo il rimborso del 10% sull’importo degli acquisti con le carte, per un massimo di 150 euro al mese) e metteva nel mirino l’uso del contante nelle transazioni quotidiane. L’obiettivo dichiarato era quello di far emergere molte operazioni in nero.

Il programma è stato poi sospeso per sei mesi da luglio a dicembre 2021, e infine archiviato anche nel 2022 non avendo mai convinto il presidente Draghi. In occasione del primo stop, Draghi ne ha evidenziato il “carattere regressivo”, con il rischio di “accentuare le sperequazioni economiche”.