Airbnb applicherà la cedolare secca sugli affitti: ravvedimento operoso per gli host

C'è l'accordo fra il Fisco e Airbnb: cedolare secca del 21% sugli affitti brevi. Il grosso del pregresso viene sanato, ma per il 2022 serve il ravvedimento operoso

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 16 Dicembre 2023 22:00

Airbnb diventa sostituto d’imposta. Il nuovo corso si deve all’accordo con l’Agenzia delle Entrate che ha obbligato il portale a versare al Fisco 576 milioni di euro. E non solo: la cedolare secca viene ora applicata anche gli affitti brevi. Gli host che affittano appartamenti e camere con Airbnb sono chiamati a regolare la loro posizione. La piattaforma si fa carico di sanare il dovuto fino a un certo periodo. Ma per il periodo successivo, gli host sono chiamati a mettersi in regola tramite il ravvedimento operoso.

Airbnb: cosa cambia per gli host

Si chiude così il braccio di ferro fra la giustizia italiana e Airbnb. Tutto era iniziato con l’inchiesta della procura di Milano che aveva portato al sequestro di oltre 779 milioni di euro per sanare la posizione della piattaforma in merito alla mancata applicazione delle ritenute per il triennio 2017-2021. L’accordo giudiziario, fra l’altro, viene affiancato dalle misure introdotte dalla legge di Bilancio 2024, che andranno a modificare la tassazione sugli affitti brevi.

Per quanto riguarda il passato remoto, gli host possono stare tranquilli: Airbnb si farà carico della cedolare secca per il periodo 2017-2021. Come detto, si tratta di circa 576 milioni di euro, così distribuiti: 353 milioni per le ritenute, 174 milioni per le sanzioni e 49 milioni per gli interessi.

In merito al passato prossimo, cioè alle omissioni relative al 2022, saranno gli utenti stessi a doversi mettere in regola. La piattaforma ha già informato gli host circa la necessità di regolarizzare la propria posizione fiscale: chi non abbia versato la cedolare secca (o l’Irpef in caso di tassazione ordinaria) dovrà ricorrere al ravvedimento operoso, incorrendo così in sanzioni ridotte.

Per quanto riguarda il presente, gli albergatori hanno l’obbligo di pagare le tasse secondo normativa e scadenze vigenti. Per la cedolare secca 2024, Airbnb applicherà automaticamente la ritenuta del 21% sui canoni d’affitto a titolo di cedolare secca o di acconto sull’imposta dovuta.

Host per arrotondare

“L’Italia ospita migliaia di host su Airbnb. Più di tre quarti condividono un solo annuncio e l’host tipico ha guadagnato poco più di 3.500 euro l’anno scorso. Quasi due terzi (59%) affermano che il reddito derivante dall’hosting li aiuta ad arrivare a fine mese, e il 15% degli host afferma di lavorare in ruoli sanitari, educativi o di pubblica amministrazione. La stragrande maggioranza degli host su Airbnb in Italia sono famiglie comuni che utilizzano la piattaforma per integrare il proprio reddito. Ci auguriamo che l’accordo con l’Agenzia delle Entrate italiana e le recenti modifiche legislative in Italia diano a queste famiglie certezza sulle regole relative all’ospitalità per gli anni a venire”. Così si legge in una nota di Airbnb.

Oltre ad Airbnb, anche Booking ha recentemente ricevuto le attenzioni del Fisco.

Cedolare secca 2024 per affitti brevi

L’articolo 18 della legge di Bilancio 2024 ha cambiato le carte in tavola per gli affitti brevi, ma ha “graziato” i portali di intermediazione: l’aliquota per la cedolare secca viene innalza al 26% per le locazioni brevi di più di un immobile nel corso dell’anno, ma per chi ricorre a portali come Airbnb non cambia nulla.