Corsa alle accise sulle auto elettriche: quanto potrebbero valere

Le accise sulle auto elettriche potrebbe valere quanto quelle su benzina e diesel? Cosa accadrà quando spariranno i carburanti fossili?

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Il reperimento delle misure per finanziare la prossima manovra potrebbe spingere lo Stato ad approvare nuove imposte, prendendo come esempio gli altri Paesi europei e quelli di oltreoceano. La Norvegia e il Texas hanno infatti deciso di introdurre accise sulle auto elettriche, dato che il progressivo abbandono dei carburanti fossili potrebbe causare buchi nell’erario. La diminuzione del gettito fiscale non sarebbe sostenibile per il Belpaese, dove è tangibile l’urgenza di attuare delle riforme – tra tutte quella previdenziale. Tassare le nuove tecnologie green sarà la chiave per evitare il disastro?

Quanto guadagna lo Stato dalle accise sui carburanti

A fare i conti in tasca al Governo è stato il Corriere della Sera, che ha ipotizzato uno scenario senza i quasi 40 miliardi di euro (per l’esattezza 39,3, almeno nel 2022) che arrivano dalle accise e dall’Iva al 22% applicate sulla benzina e il diesel. Se i 40 milioni di auto che circolano in Italia diventassero tutte elettriche, quale sarebbe la soluzione per trovare quei fondi?

A spiegarlo al quotidiano è stato il presidente di Promotor Gian Primo Quagliano, che ha sottolineato che la transizione all’elettrico non intaccherebbe quella somma. La tassazione sulle vetture a batteria è infatti superiore, e in questo momento si monitora una situazione di pareggio, al netto degli incentivi fiscali concessi ai cittadini per passare all’elettrico.

Sostituire l’intero parco auto infatti circolante richiederebbe ben mille miliardi di euro, “un costo che non può essere addossato a tutti gli automobilisti”. Per questo il Centro Studi suggerisce di non cambiare la situazione attuale, che si rivela tanto conveniente per gli italiani quanto per lo Stato.

Le accise sulle auto elettriche esistono già in Italia

Dati alla mano, Motus-E, l’associazione per lo sviluppo della mobilità sostenibile guidata dal presidente Francesco Naso, ha ipotizzato i costi e le entrate per il Fisco per percorrere 100 chilometri in tre diverse situazioni.

  • 5,5 litri di benzina per una Jeep Avenger.
  • 4,9 litri di diesel per una Peugeot 3008.
  • 15,8 chilowattora per una Tesla Model Y.

A fronte di un costo per l’automobilista di, rispettivamente, 10 euro, 8,1 euro e una cifra compresa tra i 3,9 euro del mercato tutelato e i 10,9 euro per la tariffa più alta di quello libero, lo Stato incasserebbe più o meno la stessa cifra da ognuna delle tre vetture. Bisogna infatti considerare che anche sull’energia elettrica gli italiani pagano Iva, accise e oneri di sistema e di rete, tra l’altro con importanti rincari per le colonnine rispetto alla ricarica domestica.

Certo, con tariffe di ricarica flat e agevolazioni, un gettito interamente proveniente dalle auto elettriche potrebbe non essere più conveniente per lo Stato. Tuttavia la ricarica domestica, che oggi è all’85%, anche in futuro continuerà a essere il metodo di fare il pieno predominante in Italia. Per aumentare il gettito andrebbero dunque ritoccate le bollette dell’energia elettrica.

Anche per Naso la soluzione è “non toccare” accise e oneri di sistema per un po’, almeno per il tempo necessario per prendere le misure e fare in modo che la mobilità sostenibile diventi effettivamente una realtà solida in Italia. Rialzi delle fatture della luce o una nuova tassazione a monte potrebbero disincentivare i cittadini ad abbandonare i carburanti fossili.

Il mancato raggiungimento di obiettivi nazionali e comunitari e un maggiore lassismo nella lotta al cambiamento climatico potrebbero pesare sui bilanci pubblici molto più della sparizione delle accise su benzina e gasolio per auto. Meglio non fasciarsi la testa subito e, piuttosto, continuare con le misure per abbattere l’inquinamento dell’aria nelle nostre città.