Scontro Italia-Francia: tutti i dossier aperti e cosa rischiamo

Fra Italia e Francia non ci sono solo rivalità: al di là delle offese e della tensione ci sono anche rapporti economici e finanziari miliardari. Alzare i toni dello scontro può essere rischioso.

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Italia e Francia tornano a fare scintille. Sono ormai anni che i rapporti di buon vicinato fra i due Paesi vengono occasionalmente incrinati da rivalità e divergenze sostanziali.

Ancora tensione fra Italia e Francia

Nella maggior parte dei casi gli italiani e i cugini francesi hanno trovato modo di litigare per la gestione dei flussi migratori, ma non sono mancate, da ambo le parti, anche variazioni sul tema come ingerenze nella politica dell’altro Paese, sgambetti commerciali e tentativi di aumentare il proprio prestigio in seno all’Unione europea a scapito dei cugini d’Oltralpe.

L’ultimo scivolone diplomatico si è registrato nella giornata di mercoledì 4 maggio quando uno dei pilastri dell’esecutivo francese, il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha attaccato Giorgia Meloni dandole della “incapace”.

Intervistato da RMC in merito alla situazione della frontiera franco-italiana, Darmanin ha risposto che “la signora Meloni” è alla guida di “un governo di estrema destra scelto dagli amici della signora Le Pen” ed è inoltre “incapace di risolvere i problemi migratori per i quali è stata eletta”.

Tajani annulla la visita a Parigi

Allo schiaffone diplomatico è seguita la risposta del governo italiano, col ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha annullato il suo viaggio diplomatico in Francia.

Allo schiaffone è seguita anche una carezza: una nota del ministero degli Esteri francese ha ribadito “reciproco rispetto” fra Italia e Francia e ha auspicato “concertazione e un dialogo tranquillo”. Acqua sul fuoco, dunque, ma nessuna scusa.

Le frizioni fra i due Paesi sono ormai un genere letterario. A ottobre scese direttamente in campo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in difesa del Bel Paese. E a novembre si innescò una polemica per la gestione della nave umanitaria Open Viking. Allora la polemica si chiuse con un compromesso: la Francia accolse i migranti della Open Viking, ma sospese il previsto accoglimento di 3.500 rifugiati. Questo solo per citare i casi più recenti.

I rapporti economici fra Italia e Francia

Italia e Francia non sono solo partner politici all’interno dell’Unione europea, ma hanno anche rapporti economici e finanziari delicati e strategici.

Se alcuni politici si beccano, altri si mettono d’accordo: a inizio marzo il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha firmato una dichiarazione congiunta di politica industriale con Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese. La dichiarazione di intenti prevede “maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi europei” e “l’istituzione di un fondo sovrano a sostegno della capacità produttiva nei settori strategici”.

A novembre 2021 il governo Draghi ha siglato con la Francia il Trattato del Quirinale per incrementare la cooperazione tra i due Paesi.

Uno dei dossier più delicati riguarda Tim e lo scorporo della rete. La fetta più ricca di Tim appartiene al gruppo francese Vivendi che, in qualità di azionista di maggioranza, ha potere decisionale. Vivendi punta a valutare offerte da almeno 30 miliardi, avendo rifiutato le offerte giunte finora che erano tutte sotto i 20 miliardi.

Fra i vari dossier sul tavolo, uno si è chiuso: quello relativo a Ita. Air France si è ritirata dall’operazione e ora si attendono le valutazioni dei tedeschi di Lufthansa.

Italiani e francesi sono poi fra i partner europei del futuristico progetto dell’Agenzia Spaziale Europea finalizzato a creare connessioni internet via satellite.

C’è poi una spinosa questione relativa alla politica estera, ovvero la gestione del dossier Libia: il governo Meloni ha recentemente cercato un dialogo con il generale Khalifa Belqasim Haftar, dominus della Cirenaica, suscitando l’irritazione di Macron. Per gli interessi di Francia e Italia la Libia non rappresenta solo il possibile tappo ai flussi migratori, ma anche una terra ricca di petrolio e uranio. L’uranio fa gola ai francesi perché materiale essenziale per il funzionamento delle loro 56 centrali nucleari.

Inasprire i rapporti con i cugini francesi sarebbe quanto di più deleterio per l’Italia. La locomotiva europea è, de facto, guidata da un asse franco-tedesco. Inimicarsi i francesi potrebbe avere ripercussioni politiche a livello comunitario. Il difficile obiettivo dell’Italia è dunque quello di difendere gli interessi nazionali mantenendo basso il livello delle frizioni con Parigi.