A Mariupol “ci sono circa 100mila persone in condizioni disumane, senza cibo, acqua, medicine e sotto continui bombardamenti”. Questa la pesantissima denuncia del presidente ucraino Zelensky, all’indomani del suo discorso in videoconferenza davanti al Parlamento italiano riunito, già passato alla storia (qui cosa ha detto e cosa ha chiesto all’Italia).
Nella guerra in Ucraina sono stati finora uccisi 121 bambini, mentre 167 sono rimasti feriti, ha reso noto l’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina sul suo canale Telegram. A Chernihiv le forze russe stanno prendendo di mira obiettivi civili e ospedali, denuncia il sindaco Atroshenko in un’intervista ai media locali, come già avevano fatto altrove, puntando scuole, teatri e reparti pediatrici persino.
Stando alle denunce di Zelensky, e alcune ricostruzioni dei media internazionali presenti sul posto, Mosca avrebbe bloccato un convoglio umanitario che cercava di portare aiuti a Mariupol, e avrebbe sequestrato 15 tra autisti di autobus e soccorritori in missione di aiuto, insieme ai loro veicoli, secondo quanto riferito da un alto funzionario ucraino citato dal presidente.
Bielorussia pronta a entrare in guerra?
E mentre la guerra russa in Ucraina avanza, si affaccia sempre più insistente sullo scacchiere bellico l’amico storico di Putin, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Gli Stati Uniti e la NATO sono convinti che la Bielorussia potrebbe “presto” unirsi alla Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. È sempre più “probabile” che la Bielorussia entri nel conflitto, ha affermato un funzionario militare della NATO. “Putin ha bisogno di sostegno. Qualsiasi cosa aiuterebbe”, ha spiegato.
Da parte bielorussa, una fonte dell’opposizione interna ha affermato che le unità combattenti bielorusse sono pronte ad entrare in Ucraina nei prossimi giorni, con migliaia di forze già preparate a schierarsi.
La Russia ha lanciato il suo attacco all’Ucraina in parte dal territorio della Bielorussia e migliaia di truppe russe si sono ammassate nel Paese prima dell’invasione dell’Ucraina da parte del Cremlino il mese scorso. Sia Minsk che Mosca avevano affermato che si trattava solo di esercitazioni militari.
Un altro funzionario dell’intelligence NATO ha aggiunto che il governo bielorusso starebbe preparando il contesto adeguato per giustificare un’offensiva bielorussa contro l’Ucraina. Il più antico e fedele alleato della Russia post-sovietica ha evacuato la sua ambasciata dalla capitale ucraina, Kiev.
Il mese scorso la Bielorussia si è anche mossa per cambiare la Costituzione, con l’obiettivo di consentire al Paese di ospitare permanentemente sia le forze russe che le armi nucleari, anche se i funzionari statunitensi hanno sottolineato alla CNN che non hanno ancora visto alcuna prova che la Russia stia muovendo armi nucleari o si stia preparando a farlo.
Cosa significherebbe l’entrata in guerra di Minsk
L’intervento avrebbe un maggiore impatto a livello geopolitico che non strettamente militare, considerando che un altro Paese entrerebbe così di fatto in guerra.
Il punto, ora, non è tanto capire cosa vuole Lukashenko, quanto piuttosto se Putin vuole un altro Paese instabile nella regione, come hanno spiegato fonti interne alla NATO. Il coinvolgimento destabilizzerebbe la Bielorussia, anche se non è chiaro in quale modo potrebbe concretamente partecipare alla guerra.
Secondo i funzionari dell’Alleanza, la Russia potrebbe cercare di sfruttare la Bielorussia per interrompere, proprio dal suo confine occidentale, gli aiuti militari della NATO in arrivo in Ucraina.
Una decisione finale per il coinvolgimento della Bielorussia nella guerra deve comunque ancora essere presa a Mosca: al momento, spiega la NATO, non vi è alcuna indicazione che le forze bielorusse stiano partecipando ai combattimenti in Ucraina. Un alto funzionario della Difesa statunitense ha affermato che il Pentagono non ha “alcuna indicazione che i bielorussi si stiano preparando a trasferirsi in Ucraina o che abbia preso accordi per farlo”.
Per non perderti le ultime notizie e ricevere i nostri migliori contenuti,
iscriviti gratuitamente al canale Telegram di QuiFinanza: basta cliccare qui.
Cosa potrebbe fare la Bielorussia
Secondo l’ex vice capo di stato maggiore ucraino Ihor Romanenko, che ha rilasciato un’intervista ad Al Jazeera, il coinvolgimento bielorusso non sarebbe solo una dimostrazione di sostegno a Putin da parte di Lukashenko, ma potrebbe segnalare una mossa militare “rivoluzionaria”.
Minsk potrebbe unirsi a Mosca e inviare tra i 10 e i 15 battaglioni tattici composti da un massimo di 800 uomini ciascuno per aiutare l’esercito russo, in stallo e pesantemente indebolito dalle gravi perdite subite. Probabilmente, i bielorussi si sposteranno solo a fianco delle forze russe e solo dopo che Mosca avrà completato lo schieramento di riserve, come i paracadutisti della flotta del Pacifico, che vengono trasportati verso la Russia occidentale e la Bielorussia proprio in questi giorni.
Addirittura Lukashenko non starebbe più comandando il suo esercito, perché i vertici bielorussi sarebbero gestiti direttamente dal Cremlino. I bielorussi potrebbero prendere di mira la regione occidentale di Volyn, che funge da principale via di rifornimento per gli aiuti militari occidentali.
Secondo alcuni analisti, le forze di Lukashenko potrebbero guidare l’avanzata russa nelle regioni dell’Ucraina occidentale che finora non sono state toccate dalle ostilità. In particolare, l’avanzata potrebbe riguardare tre grandi città dell’Ucraina occidentale, proprio per dividere il Paese e tagliarlo fuori dalle fonti degli aiuti militari occidentali: si tratterebbe di Lviv, Kovel e Lutsk.
Quando? La data più probabile potrebbe essere quando Putin raccoglierà le sue riserve e ne porterà una parte a nord-est dell’Ucraina. Le forze bielorusse potrebbero anche tentare di aiutare Mosca a conquistare Kiev. D’altronde, la capitale è l’obiettivo principale, e la sua presa segnerebbe senza dubbio una vittoria importante, se non schiacciante, per Mosca.
La “shadow finance” di Putin
Intanto, l’Occidente sanziona sia i funzionari russi che bielorussi (qui tutte le sanzioni approvate dalla Ue), incluso lo stesso presidente Lukashenko, seppur con modalità che molti analisti definiscono blandi.
Putin nel corso degli anni ha messo in piedi un sistema economico “parallelo” che gli consente, oggi, di gestire l’allarme default, che comunque non dovrebbe arrivare, per Mosca, fino a giugno.
Il Capo del Cremlino ha costruito passo passo una “shadow finance” la definiscono gli analisti, una finanza ombra che sfrutta riciclaggio di denaro sporco, cyber valute, criminalità organizzata, proprio come accaduto con i terroristi dell’Isis, i talebani in Afghanistan o in Iran (qui cosa si sa del possibile piano italiano per la guerra).