Via libera alle targhe straniere: ecco come e quanto si risparmia

Cambiano le regole sulla circolazione in Italia di veicoli con targa straniera, con risparmi su superbollo e Rc auto

Pubblicato: 2 Aprile 2022 17:29Aggiornato: 3 Aprile 2022 01:58

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Ci sono due facce della stessa medaglia da considerare sull’apertura all’immatricolazione in Italia con targhe estere: da un lato segna la possibilità di risparmiare su Fisco e Rc auto, ma dall’altro la nuova normativa potrebbe portare alla lunga a meno entrate nelle casse dello Stato. Ma perché mai in tantissimi si organizzano in modo tale da poter circolare in questo modo per le strade del nostro Paese? La risposta è una soltanto: il prezzo eccessivamente elevato delle assicurazioni. Ciò è verissimo in alcune Regioni, dove il peso è gravoso e in nessun modo si riesce a ottenere sconti, anche al netto di anni e anni trascorsi in assenza di sinistri.

Via libera alle targhe straniere: il cambio di normativa

Dal 21 marzo è infatti possibile circolare liberamente nel nostro Paese a bordo di un’auto con targa straniera in forza dell’entrata in vigore del Pubblico Registro Veicoli Esteri (REVE) dietrofront sulla stretta a “furbetti della targa estera“, introdotta con il Dl 113/2018 per evitare che i guidatori di macchine straniere non pagassero le multe.

Un intervento dettato dalla scarsa disponibilità di auto sul mercato, per la mancanza di materie prime e microchip causata dalla pandemia e dalla guerra (qui avevamo parlato della crisi dei microchip).

Finora, con la modifica agli articoli 93, 94, 132 e 196 del Codice della strada e l’aggiunta del 93-bis, era vietato ai residenti in Italia da più di 60 giorni di circolare sul territorio nazionale a bordo di veicoli con targa estera, che è possibile adesso guidare con l’obbligo di immatricolazione con targa italiana entro tre mesi.

L’immatricolazione in Italia si può però evitare se il conducente residente in Italia non coincide col proprietario residente all’estero. Secondo le nuove normative è sufficiente, infatti, portare in auto un documento con data certa firmato dal proprietario, che indichi a che titolo e per quanto tempo il conducente può utilizzare il veicolo.

Se il diritto del conducente a disporre del mezzo “supera un periodo di 30 giorni, anche non continuativi, nell’anno solare”, basta registrare titolo e durata dell’utilizzo nel nuovo archivio Reve. A quel punto le eventuali multe potranno essere notificate all’indirizzo italiano dell’utilizzatore del mezzo, che sarà tenuto a pagarle.

Via libera alle targhe straniere: i vantaggi sul fisco

Grazie a questa nuova normativa, tramite la documentazione di un comodato, un noleggio o un leasing con un soggetto o un operatore stranieri si può iscrivere il veicolo al Reve per poter circolare liberamente in Italia legalmente, con notevoli vantaggi sul Fisco.

Sulle targhe estere non è dovuto alcun pagamento dell’Ipt (Imposta provinciale di trascrizione) né del bollo auto e dell’eventuale superbollo, nonostante il nuovo comma 4-ter dell’articolo 94 del Codice istituisca nel Pra un elenco dedicato alle targhe estere, a fini fiscali.

Inoltre, essendo la polizza assicurativa rilasciata nel Paese di immatricolazione, non è necessario pagare la Rc auto alle Province e il contributo al Servizio sanitario nazionale legato alle polizze.

In caso di una vettura più potente, con motore superiore ai ossia 252 Cv (185 kiloWatt) viene meno anche il pagamento del superbollo, non solo per gli esemplari nuovi, ma anche per quelli già circolanti con età fino a 20 anni.

Un’ulteriore tentazione verso l’evasione di questo tributo, tramite l’esportazione fittizia dell’auto e l’importazione con targa di un altro Paese.