La Russia minaccia l’Italia: dal gas ai prezzi, cosa rischiamo

La diplomazia russa si snoda su toni forti, ma il nostro Paese non resta a guardare. Mosca si vendicherà delle sanzioni intervenendo su energia e forniture?

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Mentre la guerra in Ucraina assume contorni sempre più violenti e tragici, nei palazzi della finanza e sulle rotte commerciali si combatte con altri armi. Da un lato un Occidente, Italia compresa, compatto nel condannare e isolare la Russia, dall’altro un Putin sempre più insofferente per il rallentamento dell’invasione e per il conflitto economico che lo vede come bersaglio.

Il nostro Paese è finito ufficialmente nella lista nera del Cremlino. Per bocca del direttore del Dipartimento europeo del Ministero degli Esteri russo, Alexei Paramonov, Mosca ha prospettato “conseguenze irreversibili” per l’Italia se decidesse di procedere con le sanzioni contro Mosca. Minacce autentiche o propaganda? Cosa rischia davvero la nostra nazione?

Guerra economica: i timori e le minacce boomerang di Mosca

Seguendo l’esempio del suo presidente e degli altri attori diplomatici russi, Paramonov non si è perso in giri di parole. In una lunga intervista all’agenzia Ria Novosti, l’esponente del Cremlino ha affermato che “le sanzioni non sono una nostra scelta”.

Il nemico pubblico numero per Mosca sembra essere diventato il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, che ha dichiarato la “totale guerra finanziaria ed economica” alla Russia. Le “conseguenze irreversibili” per il nostro Paese scatterebbero proprio se Roma decidesse di seguire la logica di Parigi.

Il generale Vincenzo Camporini, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Difesa, ha sottolineato all’agenzia Adnkronos che le dichiarazioni forti di Mosca potrebbero provocare un effetto boomerang indesiderato per Vladimir Putin. Ci sarebbe, infatti, un piano dell’élite russa per eliminarlo.

Le minacce all’Italia per l‘interscambio economico “si possono infatti ritorcere contro la Russia”. Perché, secondo il generale, “se noi dipendiamo dalle forniture energetiche russe, Mosca dipende da noi per un flusso consistente di valuta pregiata che dovrebbe servire per accrescere il benessere del popolo russo e non per fare la guerra a un Paese vicino”.

La posizione dell’Italia: cosa rischia davvero?

La gara al ringhio diplomatico più rauco non ha tuttavia intimorito la Farnesina, che ha respinto “con fermezza le dichiarazioni minacciose” della Russia. In concreto, però, quali sarebbero queste “conseguenze irreversibili” per il nostro Paese?

Il primo pensiero è sempre lo stesso: la fornitura di energia, soprattutto gas. L’Italia dipende infatti dagli idrocarburi russi per circa il 43%. Il Cremlino non si è però sbilanciato su questo punto, limitandosi ad affermare che “la risposta alle sanzioni è in fase di elaborazione”.

Nulla ha vietato tuttavia a Mosca di definire il ministro Guerini “un falco anti-russo nel Governo italiano” e l’Italia stessa “ingrata e immemore della ricca storia secolare di relazioni e tradizioni forti” tra i due Paesi. Nel frattempo l’Esecutivo si guarda intorno e sta perfezionando un piano per trovare altre fonti energetiche. Da qui le missioni diplomatiche in Paesi come Algeria, Qatar, Nigeria, Congo e Angola.

Energia: la dipendenza da gas e materie prime russe

Nello specifico, l’Italia dipende per circa il 40% dal gas russo. Ma questo non è l’unico ambito che ci pone in una posizione di svantaggio nei rapporti di forza non solo con Mosca, ma anche con l’Ucraina e la Bielorussia. Da queste ultime, ad esempio, il nostro Paese importa un gran numero di materie prime, come i metalli ferrosi e il grano, e di prodotti come i fertilizzanti.

Sono numerosi gli esperti che sottolineano il rischio di una “guerra dei prezzi” per gli approvvigionamenti e le forniture se l’Italia dovesse insistere sulla strada delle sanzioni contro Mosca.