Quanto è costata Alitalia a ognuno di noi: cifre esorbitanti

Con il decollo di Ita finisce la storia di Alitalia, una compagnia a cui siamo legati da nostalgia e da un grosso debito pagato anche da noi

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

L’epopea di Alitalia non finisce qui. Il 15 ottobre è decollato il primo aereo con la livrea Ita, la nuova società pubblica che ha sostituito la storica compagnia di bandiera e ha tra gli obiettivi una netta rottura con il passato. Tuttavia la newco ha acquistato lo storico marchio tricolore dopo la seconda asta.

Ita acquista Alitalia per 90 milioni di euro: cosa succede adesso

La prima gara, partita da 290 milioni di euro, era andata deserta. Ita si è aggiudicata il marco Alitalia per 90 milioni di euro e gli aerei potranno dunque volare con i colori storici e con lo stesso codice sui tabelloni delle partenze, AZ.

Ita Trasporto Aereo, finanziata dallo Stato con 1,35 miliardi di euro, ha anche acquistato i domini internet di Alitalia, ed è dunque possibile che anche i biglietti saranno venduti con questo marchio.

Sono ancora incerte le modalità con cui il marchio continuerà a esistere, e si può ipotizzare che viaggeranno sia aerei a marchio Ita che a marchio Alitalia, magari con differenze su servizi e tariffe.

Il decollo di Ita è avvenuto con un organico di un terzo dei dipendenti rispetto alla vecchia compagnia. Il nuovo decreto fiscale proroga infatti la cassa integrazione per i tanti lavoratori della vecchia compagnia di bandiera che non sono stati assunti dalla newco e che intanto si chiedono come funzioni la dichiarazione immediata di disponibilità al lavoro.

Il piano di espansione dei prossimi 4 anni prevede di raddoppiare il personale e inaugurare nuove tratte, ma sarà necessario fare un accordo con un partner. Tra i papabili il nome più ricorrente è quello di Lufthansa. Ma rimangono ancora tanti nodi da sciogliere.

Quanti miliardi ci è costata Alitalia negli ultimi 47 anni di crisi

Ma quanto ci è costato arrivare, dopo oltre 30 anni di crisi, all’attuale situazione, quella alla quale dovrà trovare una soluzione il governo di Mario Draghi? Quanti soldi pubblici sono stati spesi per cercare di salvare Alitalia? Il dossier è stato tra i più discussi sul tavolo degli esecutivi che si sono avvicendati negli anni.

Secondo un report dell’Ufficio studi Mediobanca Mbres sui costi diretti, pubblici e collettivi originati dalla gestione Alitalia tra il 1974 e il 2014, solo in quei 40 anni la compagnia di bandiera ha pesato sulla collettività per ben 7,4 miliardi di euro agli italiani.

Le spese a carico del settore pubblico prodotto dalla gestione “in bonis” fino al 2007 ammontano a 3,3 miliardi di euro, considerando i versamenti per ricapitalizzare la società, le garanzie prestate a copertura del debito e contributi a vario titolo.

La voce più onerosa è stata proprio per gli interventi di ricapitalizzazione, particolarmente intensi dalla metà degli anni ‘90. Non è andata meglio la gestione dei commissari, che ha pesato sulle tasche degli italiani per 4,1 miliardi di euro.

Non è andata meglio nei 14 anni successivi, per cui sarebbero stati spesi ancora quasi 5 miliardi, con un insieme di manovre del valore totale, in 47 anni, di 13 miliardi di euro dei conti pubblici che hanno preso il volo.

In 74 anni di esistenza Alitalia ha chiuso i bilanci in attivo solo tre volte. L’ultima, 20 anni fa, solo grazie alla penale pagata KLM Royal Dutch Airlines per rompere la partnership. Inevitabile dunque che finisse all’asta.

Il Codacons sottolinea che Alitalia è costata a ogni famiglia circa 500 euro, mediamente 216 euro per ogni cittadino italiano, compresi i neonati. Un’enormità che lascia poco spazio alla nostalgia per un marchio storico a cui sono legati i ricordi della collettività, ma che ha gravato sulle nostre tasche per molti anni.