Prezzi, la corsa non si ferma: quanto aumenta ancora la spesa

L'Istat rileva dalle stime preliminari di aprile un'inversione di tendenza dell'inflazione, che rispetto al calo registrato nei mesi precedenti torna a salire

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Ad aprile l’inflazione rallenta la discesa intrapresa a marzo e i prezzi fanno inversione di marcia anche in Europa. Lo rileva l’Istat che registra sulla base delle stime preliminari un aumento dello 0,5% su base mensile dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) (al lordo dei tabacchi) e dell’8,3% su base annua, dal +7,6% del mese precedente.

L’inflazione torna a crescere: i dati Istat

Come spiega l’Istituto di statistica, la nuova crescita del carovita è provocata innanzitutto dall’aumento su base tendenziale dei prezzi dei “Beni energetici non regolamentati”, cioè dei carburanti per gli autoveicoli, i lubrificanti, i combustibili per uso domestico non regolamentati e l’energia elettrica mercato libero, che impennano dal +18,9% al +26,7%.

A crescere, anche se con tassi minori, sono anche i “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona”, saliti dal +6,3% al +6,7%, che vanno dai ristoranti ai bar, dai viaggi per vacanza ai soggiorni in hotel e altre strutture ricettive, dai servizi per l’abbigliamento a quelli per la cura della persona e ancora i servizi ricreativi e culturali più disparati.

Sale ancora più lievemente il costo delle attività che rientrano nei “Servizi vari”, dall’istruzione ai i servizi medici, dai servizi per l’assistenza ai servizi finanziari ecc.., che passano dal +2,5% al +2,9%.

Stando alla fotografia elaborata dall’Istat, l’inflazione di fondo (che esclude i prezzi di energia e alimentari freschi) resta stabile a +6,3%, così come quella al netto dei soli beni energetici (a +6,4%).

Da quanto emerge dalle stime dell’Istituto di statistica, il carovita non sembra però aver intaccato il carrello della spesa: i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano anzi in termini tendenziali dal +12,6% al +12,1%. Sale invece il costo dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, come affitto, trasporti e ristorazione che crescono dal +7,6% al +8,2% (qui avevamo riportato le stime dell’Istat sull’inflazione di marzo).

Così come in Italia, il caroprezzi torna a farsi sentire anche nel resto dell’Eurozona per la prima volta dalla discesa cominciata a novembre del 2022. Secondo quanto rilevato dall’Eurostat, tra i Paesi dell’euro ad aprile l’inflazione è risalita al 7%, in aumento, seppur leggero, rispetto al 6,9% di marzo.

L’inflazione torna a crescere: quanto costa alle famiglie

La nuova accelerazione dell’inflazione ad aprile rappresenta per Assoutenti un segnale preoccupanti dato che, come spiega il presidente Furio Truzzi, “una famiglia con due figli si ritrova a spendere +969 euro annui solo per il cibo. Temiamo che sull’andamento dei listini al dettaglio si stiano registrando speculazioni e anomalie, con alcuni beni che su base annua vedono incrementi a due cifre anche in assenza di rialzi delle materie prime, e senza alcuna ripercussione causata dalla guerra in Ucraina o dall’andamento delle bollette” (qui per conoscere la classifica delle città più care d’Italia).

Una “tregua finita” come definisce Federconsumatori questi nuovi rialzi, che secondo le stime del suo Osservatorio nazionale, si traduce in una stangata di “2.473,40 euro annui a famiglia. Non dimentichiamo che tali aumenti non hanno un impatto uguale per tutti: pesano in misura maggiore per le famiglie meno abbienti. Un dato che non fa altro che aumentare le disuguaglianze, le ingiustizie e le difficoltà nel nostro Paese” (qui avevamo scritto degli effetti sulle famiglie dell’inflazione).