Chi è Marcello Sala, l’uomo scelto da Giorgetti per calmare i mercati

Sulle nomine delle partecipate statali, il numero due della Lega ha giocato un ruolo davvero determinante: chi è il suo fedelissimo dentro l’ex Finmeccanica

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

La prima stagione primaverile vissuta da Giorgia Meloni con le insegne di presidente del Consiglio si sta rivelando molto più complicata di quanto ci si potesse attendere alla vigilia. Dopo un autunno di grande euforia – tra la vittoria elettorale e l’insediamento a Palazzo Chigi – e un inverno diviso tra la questione economica (con il delicato passaggio della legge di Bilancio) e l’emergenza migranti, la leader di Fratelli d’Italia contava di affrontare i mesi di marzo e aprile in un clima più disteso, senza il bisogno di rispondere colpo su colpo alle critiche mosse dalle opposizioni. Invece pare proprio non essere così.

Nelle ultime settimane, il tema centrale che ha occupato le discussioni tra i diversi esponenti della maggioranza è stato quello delle nomine dei nuovi vertici della società partecipate. Stiamo parlando delle aziende statali più importanti per le sorti del Paese, quelle che determinano l’indirizzo economico ed imprenditoriale della nazione: sono tenute sotto stretta osservazione da parte dei mercati e dagli investitori internazionali, gestiscono settori industriali che fatturano decine di miliardi di euro e garantiscono un’occupazione a milioni di lavoratori in tutta Italia.

Rinnovati i vertici delle partecipate statali: il risiko delle nomine del governo Meloni

Ebbene, le “cinque sorelle” – così le hanno ribattezzate i media e gli organi di stampa – erano attese da una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda le figure degli amministratori delegati e dei presidenti. L’unica vera certezza sul tavolo della discussione era quella della riconferma di Claudio Descalzi come deus ex machina di Eni: sotto la sua gestione, la multinazionale del cane a sei zampe ha visto ampliare il proprio business in tutto il mondo, forte anche del sostegno incondizionato prima di Giuseppe Conte e poi di Mario Draghi. Ora, al suo fianco, nel ruolo di presidente siederà Giuseppe Zafarana, generale della Guardia di Finanza e uomo vicino alla Lega.

Gli equilibri interni all’Ente nazionale idrocarburi costituivano uno dei capitoli meno complicati per le forze di centrodestra. La fase più dura della trattativa si è avuta sulle altro 4 grandi aziende partecipate: Enel (su cui Forza Italia è riuscita ad imporre il nome di Paolo Scaroni come nuovo presidente), Terna (con la prima donna, Giuseppina Di Foggia, a ricoprire il ruolo di amministratore delegato), Poste Italiane (dov’è stato riconfermato Matteo Del Fante, che già dal 2007 ricopre il ruolo di ad, nonostante in molti volessero sostituirlo) e soprattutto Leonardo.

I vertici di Leonardo e la figura di Marcello Sala, fedelissimo di Giancarlo Giorgetti

Quest’ultima rappresenta lo stadio più recente di quella che per decenni è stata identificata come Finmeccanica. Stiamo parlando della multinazionale nostrana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Qui, come nuovo amministratore delegato, è stato scelto Roberto Cingolani, figura di importanza cruciale sia con il precedente governo (era ministro della Transizione ecologica) sia con l’attuale (in questi mesi ha svolto il ruolo di consulente di Palazzo Chigi sulle politiche energetiche). Sulla sua nomina ha insistito molto Giancarlo Giorgetti: non solo per l’esperienza condivisa nello scorso esecutivo, ma anche perché il ministero dell’Economia e delle Finanze risulta come azionista di maggioranza proprio di Leonardo.

Ma il numero due del Carroccio non si è fermato qui: nonostante da diversi giorni si trovi a Washington per le riunioni del Fondo monetario internazionale, il titolare di via XX Settembre ha saputo fare valere le proprie volontà anche da oltreoceano. La prova più lampante della sua influenza sulle nomine è la presenza di Marcello Sala come nuovo membro del consiglio di amministrazione di Leonardo. Un manager con una lunga esperienza nel settore privato che Giorgetti ha già voluto al dicastero e che ora dovrà fare un grande lavoro per garantire l’affidabilità dell’ente e rinsaldare la fiducia delle borse verso una partecipata così importante per la stabilità del nostro Paese.