L’Italia non è più il primo produttore di vino al mondo

Una svolta nell'industria vinicola: la Francia supera l'Italia nella produzione di vino. Ecco come il calo della produzione di vino italiano del 14% cambia il mondo del vino

Pubblicato: 22 Agosto 2023 21:00

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Alessandro Mariani

Giornalista

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

La Francia supera l’Italia, non nello sport o nella moda, ma come principale produttore di vino, segnando un momento di svolta. Dopo un lungo dominio italiano, la Francia potrebbe prendere il primato in termini di volumi prodotti, secondo le prime stime sulle vendemmie in corso. Questo cambiamento è stato evidenziato da un’analisi della Coldiretti, che ha messo in luce le prospettive di vendemmia sia in Italia che in Francia. Sebbene la Francia possa conquistare il podio della produzione, l’Italia non smette di lavorare sulla qualità dei propri vini.

Vendemmia in calo in Italia nel 2023

L’attenzione si sposta dunque verso i numeri della vendemmia. In Italia, le stime prevedono una diminuzione del 14% nella produzione, attestandosi intorno ai 43 milioni di ettolitri, rispetto ai 50 milioni della stagione precedente. Questo calo fa dell’anno in corso uno dei più critici nella storia recente, paragonabile solo a periodi storici come il 1948, il 2007 e il 2017. Dall’altra parte, in Francia, nonostante la siccità, le stime del Ministero dell’Agricoltura francese indicano che la vendemmia dovrebbe oscillare tra i 44 e i 47 milioni di ettolitri. Questi dati si collocano nella media del periodo 2018-2022. Al terzo posto rimane la Spagna, con una prevista produzione di circa 36 milioni di ettolitri.

La sfida non è solamente sulla quantità, ma anche sulla valorizzazione della produzione. Nonostante la produzione italiana sia in calo, si punta su un’elevata qualità. L’Italia si vanta di avere vini molto pregiati e può contare su 635 varietà di uve iscritte al registro, il doppio rispetto alla Francia. Circa il 70% delle bottiglie “Made in Italy” sono destinate a Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (DOCG), Doc e IGT. Questo comprende 332 vini DOC, 76 vini DOCG e 118 vini IGT, testimonianza della ricchezza di biodiversità e tradizione millenaria presenti nella viticoltura italiana. Inoltre, secondo classifica la “The World’s Most Admired Wine Brand 2023” la migliore al mondo, tra le 50 aziende vitivinicole selezionate, è italiana. L’export di vini italiani, incluso in Francia, riflette il successo del processo di qualificazione del “Made in Italy”. Le esportazioni di vino verso la Francia sono aumentate del +18,5% nei primi cinque mesi del 2023, come evidenziano i dati Istat elaborati dalla Coldiretti.

Il Futuro dell’industria vinicola

Il calendario della vendemmia è un capitolo importante nell’industria vinicola. Molto dipenderà dalle condizioni climatiche e dall’impatto dei cambiamenti ambientali. I viticoltori devono sempre essere attenti al momento giusto per la raccolta e la lavorazione delle uve, un processo che si snoda nel corso dell’anno. Si inizia ad agosto con le uve per gli spumanti Pinot e Chardonnay, si prosegue a settembre e ottobre con il Prosecco e con varietà di uve rosse autoctone come Sangiovese, Montepulciano e Nebbiolo. Il tutto culmina a novembre con le uve di Aglianico e Nerello, in un territorio che conta 658mila ettari coltivati.

La vendemmia in Italia è più di un semplice processo agricolo. Coinvolge direttamente circa 1,3 milioni di persone tra vigne, cantine e distribuzione commerciale, con un impatto significativo sull’occupazione nel settore. L’industria vinicola italiana rappresenta un patrimonio culturale, storico ed economico che ha radici profonde e rappresenta un pilastro della dieta mediterranea. L’approccio normativo, come quello delle etichette allarmistiche del vino, è stato oggetto di discussione e critiche, poiché può influire sulla commercializzazione di un alimento che rappresenta una tradizione millenaria e un’arte enologica che affonda le sue radici nella storia dell’umanità.