La Fed alza i tassi di interesse, valore ai massimi: cosa succede ora

La decisione della Banca centrale degli Stati Uniti avrà conseguenze inevitabili anche in Europa: cambio euro-dollaro ai minimi, ecco cosa farà la Bce

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Redazione

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L’economia globale sta attraversando una fase di grandi cambiamenti, molti dei quali si accavallano l’un l’altro in un arco temporale molto breve. Motivo per cui molti dei punti di riferimento che hanno guidato la politica degli Stati in questi anni stanno cambiando, portando a delle inevitabili ripercussioni anche sulla vita di milioni di cittadini.

Proprio nelle scorse ore l’euro ha toccato un nuovo minimo storico per quanto riguarda il proprio rapporto con il dollaro. Il valore di scambio raggiunto questa settimana è il più basso da 20 anni a questa parte: la divisa unica europea è arrivata a toccare la quota di 0,9809 dollari, un livello che non si vedeva dal lontano dicembre 2002, prima di recuperare a 0,9864 dollari nella giornata di oggi (venerdì 23 settembre), appena prima della chiusura delle Borse.

Volano i tassi d’interesse della Banca centrale americana: le ripercussioni sull’economia

Le cause di questo punto basso vanno appunto ricercate in una serie di avvenimenti che stanno condizionando l’andamento economico e finanziario di questo periodo. Il primo in ordine di importanza è anche il più recente e, sotto un certo punto di vista, il meno prevedibile: stiamo parlando del rialzo dei tassi di interesse dello 0,75% voluto dalla Fed (la Federal Reserve, ossia la Banca centrale americana) e annunciato nella serata di giovedì 22 settembre dallo stesso numero uno dell’istituto statunitense, Jerome Powell.

Ma la moneta europea sta soffrendo anche a causa di altri due fenomeni mondiali, con cui però abbiamo imparato a convivere ormai da diversi mesi. Infatti, se da un lato le incertezze legate al conflitto in corso tra l’Ucraina e la Russia (aumentate dopo l’ultimo discorso di Vladimir Putin, che ha annunciato la mobilitazione dei riservisti russi) rendono inquieti i mercati e gli investitori internazionali, dall’altro un fattore di destabilizzazione è rappresentato anche dalla crisi energetica che sta colpendo duramente l’Unione europea e in particolare alcuni Paesi membri come l’Italia e la Germania.

Il Bollettino della Bce dopo la decisione americana sui tassi d’interesse: cambia tutto

Il quadro appena descritto non sembra poter evolvere in un miglioramento, almeno nel breve periodo, tenendo conto che la Fed pare non volersi fermare: il calcolo degli esperti prevede un valore medio dei tassi di interesse americani assestato a quota 4,4% a fine 2022, ma il dato si alzerebbe ad un 4,6% già nel 2023. Motivo per cui ad oggi tutti gli analisti attivi nel campo economico danno per certo un conseguente aumento dei tassi d’interesse anche da parte della Banca centrale europea, attualmente presieduta da Christine Lagarde.

D’altronde il Bollettino economico diffuso di recente dalla stessa Bce non lascia spazio ad interpretazioni fantasiose. Nel documento infatti si legge come “alla luce del deterioramento delle prospettive economiche e delle attuali pressioni inflazionistiche, è probabile che la capacità di tenuta delle imprese dipenda anche dal perdurare del sostegno fornito dalle politiche economiche, in particolare da quello offerto dalle autorità di bilancio“. Come riportato dalle agenzie di stampa italiane ed europee, i mercati sarebbero pronti a scommettere su un rialzo dei tassi d’interesse anche da parte della Banca centrale europea, che innalzerebbe il valore fino ad un massimo del 3%, quindi ben quattro volte superiore all’attuale 0,75% e superiore anche a qualsiasi altra stima effettuata di recente.