La corsa alla presidenza di Confindustria, il cui voto è previsto per il 4 aprile, vedrà come unico candidato Emanuele Orsini poiché Edoardo Garrone ha deciso di ritirarsi. L’imprenditore, presidente di ERG e del Sole 24 Ore, infatti, ha deciso di annunciare il ritiro attraverso una lunga lettera in cui ha spiegato i motivi dietro la sua scelta e ha augurato il meglio a Orsini che, non avendo altri rivali, si appresta a diventare la nuova guida della Confederazione.
Edoardo Garrone annuncia il ritiro
Garrone si defila, Orsini verso la presidenza di Confindustria. Questa, a ventiquattro ore dal voto, è infatti la notizia più importante per la corsa alla poltrona che verrà lasciata da Carlo Bonomi al termine del proprio quadriennio in carica, con l’imprenditore ligure che ha deciso di farsi da parte “in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli”.
Lo ha annunciato lo stesso Garrone tramite una lunga lettera inviata agli industriali in cui, cercando di spiegare i motivi della propria scelta, ha richiamato al senso di responsabilità dopo le ultime settimane di tensioni all’interno dell’associazione. L’ex presidente della Sampdoria, nonché ex vicepresidente di Confindustria dal 2008 al 2012 sotto la presidenza Marcegaglia, ha infatti spiegato che il suo passo indietro è arrivato per un senso di responsabilità verso Confindustria, per regalare alle imprese una guida libera da ogni condizionamento.
“Per avere una Confindustria forte, occorre innanzitutto mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente” ha scritto Garrone alle imprese, sottolineando che il candidato presidente non deve vincere per qualche voto, ma essere appoggiato da tutti per essere messo nella condizione ideale per governare nel migliore dei modi.
Una scelta sofferta, una rinuncia che è costata molto a Garrone, che però si augura di determinare una svolta comportamentale e sostanziale per un cambiamento storico doveroso.
Emanuele Orsini verso la nomina
Dopo che la corsa alla presidenza di Confindustria era passata da tre a due, con Antonio Gozzi escluso, ora il passo indietro di Garrone apre le porte a Emanuele Orsini che viaggia spedito verso la nomina.
Orsini che, tra l’altro, è stato informato dallo stesso Garrone prima dell’invio della lettera agli industriali e al quale lo stesso imprenditore ha augurato il meglio. Ancor prima della rinuncia, comunque, Orsini era avanti nei sondaggi. Rispetto a Garrone, infatti, era il preferito per il 58% dei votanti.
Emiliano classe 1973, opera nei comparti del legno e dell’alimentare e la sua corsa spedita verso Confindustria è appoggiata anche dai “gozziani”, col candidato che gli ha promesso i “suoi” voti. Amministratore delegato di Sistem Costruzioni e di Tino Prosciutti, presidente di Maranello Residence e vicepresidente di Confindustria nazionale con delega al Credito, alla Finanza e al Fisco fin dal 2020, Orsini sarà quindi il successore di Bonomi.
Lo stesso Orsini, dopo aver letto della rinuncia di Garrone, in una lunga lettera ha raccontato del confronto avuto con l’imprenditore che poche ore prima lo aveva avvertito della sua intenzione di lasciargli spazio nella corsa alla presidenza. Ha quindi sottolineato la condivisione degli stessi valori, idee che uniscono Orsini e Garrone, con il futuro presidente di Confindustria che ha già fatto una promessa anche all’ex presidente della Samp: “Lealtà, spirito di squadra, desiderio di ripristinare appieno il ruolo di una Confindustria a servizio delle imprese e della crescita del nostro Paese”.
Bonomi lascia Confindustria
Dall’aprile 2020 alla guida della Confederazione, Carlo Bonomi ha quindi un suo erede. Come avverrà in occasione della nomina di Orsini, anche nella corsa alla presidenza per il quadriennio poi affidatagli c’era stato il passo indietro di un candidato. Si tratta di Licia Mattioli che, convinta dallo stesso Bonomi e il comitato di saggi a ritirarsi dalla corsa, aveva poi accettato l’incarico di vicepresidente.
Confindustria, che conta circa 151.000 imprese associate, ha 183 dipendenti con un costo del personale di 17,6 milioni l’anno e spese complessive per circa 35 milioni di euro. Controlla il 67% del gruppo Sole 24 Ore e l’Università Luiss.