Allarme mutui e prestiti impazziti: le simulazioni su casa, auto e elettrodomestici

Dopo la riunione della Bce che ha alzato di un altro mezzo punto base i tassi, ecco le proiezioni su come cambieranno ancora le rate di mutui e prestiti

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Inflazione e caro vita stanno “mangiando” i conti correnti degli italiani. L’aumento incontrollato dei prezzi sta invertendo la proverbiale tendenza al risparmio degli italiani. Dopo quattro anni di costanti aumenti, infatti, nel 2022 il saldo totale dei conti correnti delle famiglie del nostro Paese è diminuito di quasi 20 miliardi di euro. Da agosto a novembre si è registrato un calo di 18 miliardi da 1.177 miliardi a 1.159 miliardi, con una riduzione dell’1,5%.

Allarme sui depositi bancari

Questa nuova situazione segue un lungo periodo di aumento dei depositi bancari: come rilevano i dati raccolti ed elaborati da Fabi-Federazione Autonoma Bancari Italiani, a fine 2017 l’ammontare complessivo era a quota 967 miliardi, a fine 2018 a 990 miliardi (+23 miliardi), a fine 2019 a 1.044 miliardi (+54 miliardi), a fine 2020 a 1.110 miliardi (+66 miliardi) e a fine 2021 a 1.144 miliardi (+34 miliardi). I conti degli italiani sono sempre cresciuti e hanno superato quota 1.000 miliardi, con una tendenza all’accumulo che ha oltrepassato i 212 miliardi di euro dal 2017 al maggio 2022.

Ma oggi è evidente il crollo di potere di acquisto che ci costringe ad attingere ai nostri risparmi per far fronte ai maggiori costi. La fotografia scattata da Fabi sui debiti delle famiglie italiane è nitida: segna infatti un incremento dei prestiti per il consumo e una tenuta dei finanziamenti a scopo personale. Nel complesso, a novembre l’ammontare dei prestiti per entrambe le categorie si è attestato a 256 miliardi di euro, in crescita rispetto a gennaio dello stesso anno (+1,5%) e superando la tendenza al costante aumento dal 2017, pari all’1,2%.

“I numeri di crescita del mondo dei prestiti finalizzati e non finalizzati arrivano come uno schiaffo rispetto a quelle che sono le condizioni di mercato – denuncia Fabi – perché non sono certamente i bassi tassi di interesse a spingere le richieste, ma piuttosto la crescente propensione a rateizzare gli acquisti, che rende contraddittorio il rapporto che gli italiani hanno con economia e risparmio. Il senso di incertezza e paura di coloro che non rinunciano alla liquidità e neanche alle spese hanno fatto volare non solo i depositi liquidi, ma anche i prestiti”.

Tra mutui e prestiti, quanto sono indebitate le famiglie italiane

Negli ultimi cinque anni si è registrato un aumento complessivo dei finanziamenti personali e per i beni di consumo di 3,1 miliardi (+1,2%): grazie ai nuovi prestiti gli italiani hanno comprato beni e servizi per 21,1 miliardi (+22,2%), mentre le spese personali sono diminuite di 17,9 miliardi (-11,3%). Nei soli 11 mesi del 2022, la richiesta di prestiti è aumentata di ben 5 miliardi di euro, con un tasso di crescita che sfiora il 5%, ben superiore anche all’incremento medio dei mutui per l’acquisto di casa (3,8%).

E proprio sui tassi la situazione ora si fa ancora più critica. In vista della decisione della Bce del 2 febbraio di alzare di un altro mezzo punto percentuale il tasso base, portandolo così dal 2,5 al 3%, la Fabi ha elaborato diverse proiezioni su come cambieranno, ancora, le rate dei mutui e dei prestiti degli italiani.

Le famiglie indebitate, in Italia, sono 6,8 milioni, pari a circa il 25% del totale: di queste, 3,5 milioni hanno un mutuo per l’acquisto di una casa. Il valore complessivo dei mutui per l’acquisto di case ammontava, a fine novembre, a 426 miliardi di euro, in crescita di 50 miliardi rispetto a fine 2017 (+13,5%). Tra credito al consumo e prestiti personali, le banche hanno erogato 256 miliardi di euro di prestiti ai cittadini, valore in crescita di circa 2 miliardi rispetto al 2017 (+1%).

Come spiega il segretario generale della Fabi Lando Maria Sileoni, l’inflazione resterà ancora a livelli particolarmente elevati per i prossimi due anni: un primo calo si registrerà solo alla fine di quest’anno, ma dovremo aspettare il 2025 per veder tornare l’indice dei prezzi al consumo al 2% medio nell’area euro. Vuol dire che nel 2023 e nel 2024 i prezzi continueranno a salire a un ritmo importante, con evidenti conseguenze negative per tutti gli italiani.

“La risposta non può essere soltanto l’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea che, anzi, corre il rischio di diventare un boomerang sul credito. Servono, da parte del governo, politiche fiscali, volte ad aumentare il reddito disponibile, più incisive e auspico che già quest’anno possano arrivare risposte in questo senso”.

Quanto costa oggi un mutuo: le rate a tasso fisso e variabile

Nonostante pesi sulle nostre teste come un macigno il rischio di arrivare a tassi del 6%, buone notizie per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso fisso alla fine del 2021 o inizio 2022, perché per questi le rate non cambiano e resteranno uguali fino al termine del piano di rimborso. Per quanto riguarda i nuovi mutui a tasso fisso, questi sono passati da un interesse medio di circa 1,8% anche oltre il 4% con le rate mensili: in molti casi sono più che raddoppiate.

Sono dolori invece per chi aveva scelto il tasso variabile: le rate dei vecchi mutui a tasso variabile sono cresciute in media del 43%. Tradotto, significa che chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga 715 euro, cioè 215 euro in più. I nuovi mutui a tasso variabile sono arrivati invece al 2,8%, dallo 0,6% di fine 2021. Per capirci, significa che per un mutuo da 150mila euro della durata di 20 anni la rata mensile oggi è di 825 euro, ben 160 euro in più (+24%) rispetto a quella che si sarebbe ottenuta un anno fa, cioè 665 euro.

Per quanto riguarda i nuovi mutui, le rate di quelli a tasso fisso sono quasi raddoppiate, mentre per quelli a tasso variabile il rateo mensile è salito del 24%.

La Fabi cita questi due esempi a scopo esemplificativo:

  • mutuo a tasso fisso da 200mila euro, tasso medio 3,9%, durata 25 anni: rata mensile 1.056 euro
  • mutuo a tasso fisso da 100mila euro, tasso 3,7%, durata 25 anni: rata mensile 517 euro.

Quanto costa comprare un’auto o un elettrodomestico a rate

Ma anche per gli altri acquisti si rischia di sborsare ingenti somme. Comprare oggi un’automobile a rate, per esempio un modello da 25mila euro, costa, nel caso di un finanziamento di 10 anni a un tasso del 10,9%, circa 42.272 euro anziché 37.426, con una differenza complessiva di addirittura 5mila euro in più (+13%). A fine 2021 il tasso d’interesse medio era “appena” dell’8,1%.

Per comprare a rate una lavatrice da 750 euro, con un finanziamento da 5 anni, il costo totale passa da 942 euro a 1.012 euro, con un aumento di ben 70 euro (+7,5%).