Acqua frizzante addio, supermercati nel caos: perché potrebbe sparire

Crisi del settore dell'acqua gassata, a causa dello stop della produzione dell'anidride carbonica: sono nuovi effetti della crisi energetica

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

L’anidride carbonica è introvabile per i produttori di acqua imbottigliata e bevande. A lanciare l’allarme sono le associazioni e le aziende di settore, a iniziare da Acqua Sant’Anna, il più grosso produttore europeo di acque oligominerali, con un miliardo e mezzo di bottiglie all’anno. Spiegando che anche i competitor si trovano ad affrontare questa importante crisi, che rischia di causare ingenti danni.

L’anidride carbonica è “introvabile”

La Co2 “è introvabile“, ha dichiarato Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna. “Siamo disperati”, ha aggiunto, spiegando che si tratta di un problema gravissimo, che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità, che in questo momento sta impoverendo le sorgenti.

Non è la prima volta che il settore si trova ad affrontare una crisi simile. L’anidride carbonica per i prodotti alimentari aveva iniziato a scarseggiare già alla fine dello scorso anno, anche se in quel caso si era riusciti a risolvere in tempi brevi il problema. Che oggi si presenta come una “vera emergenza“, che riguarda tutte le aziende dell’Unione Europea.

Con importanti conseguenze sul mercato. Infatti, è questo l’avvertimento lanciato dall’Ad di Acqua Sant’Anna, “l’acqua gasata rischia di finire”. Appena gli stock dei magazzini dei supermercati e dei discount, non ci saranno più bottiglie in vendita nella grande e media distribuzione.

Acqua Sant’Anna ha fermato le linee dell’acqua gasata, che equivalgono a circa un terzo della produzione totale dell’azienda. I fornitori infatti hanno spiegato che non è più conveniente produrla a causa degli alti costi, e a loro volta hanno fermato gli impianti, destinando la produzione al comparto della sanità.

Questo nonostante la volontà dei big dell’acqua imbottigliata e delle bevande gassate di pagare anche di più i rifornimenti, i cui prezzi sono già alle stelle.

Manca l’anidride carbonica per acqua e bevande

Lo stesso allarme è stato lanciato da Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia, che fa sapere che la scarsa disponibilità di questa materia prima “è un ulteriore effetto dell’aumento dei costi dell’energia e delle difficoltà di trasporto“.

La nuova emergenza si aggiunge ai già esorbitanti costi dell’energia elettrica, della plastica, dell’alluminio, del cartone e del vetro, da mesi “fuori controllo“, che mettono a rischio la stagione estiva per molti operatori. Inoltre “tra qualche mese arriverà anche la sugar tax“, con un incremento medio della fiscalità del 28%.

Un “ulteriore limite alla sostenibilità economica delle imprese del settore e della sua filiera”. Per questo Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, chiede al Governo di Mario Draghi almeno di eliminare la sugar tax, per “dare un po’ respiro alle aziende e provare davvero a ripartire”. Quando partirà, la sugar tax peserà sui bilanci delle imprese per 180 milioni.

Come viene fatta l’acqua frizzante

L’acqua gassata è un’acqua minerale naturale a cui è aggiunta anidride carbonica con un processo chiamato carbonazione. Questo avviene con l’aggiunta di bicarbonato di sodio, clorito di sodio, citrato di potassio, solfato di potassio, o molto più comunemente di biossido di carbonio, cioè con l’anidride carbonica.

La cui produzione, in un periodo in cui le materie energetiche sono ai massimi storici, è diventata particolarmente onerosa. Proprio in un momento in cui l’acqua in bottiglia potrebbe rischiare di sparire dai supermercati. Anche se per ora il problema non sarebbe imminente.