I dazi di Trump causeranno danni all’Italia per 9 miliardi, le stime degli esperti

La società di consulenza e ricerca economica Prometeia ha calcolato il possibile danno dei dazi di Trump per le imprese italiane

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Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Pubblicato: 27 Gennaio 2025 12:41

Da 2 a 9 miliardi di dollari. È questo l’effetto dei dazi di Donald Trump sull’economia italiana. A rivelarlo è la società di consulenza e ricerca economica Prometeia, che tiene conto di due ipotesi diverse in base ai settori coinvolti.

Quali danni per l’Italia con i dazi

A seguito delle politiche protezionistiche di Trump, le imprese italiane potrebbero perdere fino a 9 miliardi di dollari. Dopo l’analisi di Confartigianato, che ha calcolato un calo dell’export italiano a 11 miliardi di euro e delle esportazioni dell’Italia verso gli Usa fino a 16,8%, si descrive uno scenario grigio per il nostro Paese. La previsione, elaborata prima del voto negli Usa e tornata di attualità dopo la vittoria di tycoon, tiene conto di due scenari distinti in base al numero di settori coinvolti.

Nella prima ipotesi si prevede un aumento del 10% dei dazi esclusivamente sui prodotti che sono già soggetti a tariffe doganali. Esclusi del tutto quelli attualmente esenti. Questa misura avrebbe un impatto particolarmente significativo sul settore della moda, che insieme all’agroalimentare rappresenta uno dei pilastri dell’export italiano (già oggi è esposto a una concorrenza internazionale agguerrita). Una misura che potrebbe erodere la competitività del settore sui mercati esteri, con possibili ripercussioni negative sull’occupazione e sul fatturato delle imprese.

Nel secondo scenario ipotizzato si assiste a un aumento generalizzato delle tariffe doganali. 10% su tutti i prodotti importati dagli Stati Uniti. A differenza della prima prospettiva, dove l’impatto era circoscritto a specifici settori già gravati da dazi, questa misura avrebbe ripercussioni più diffuse e profonde sull’intero tessuto produttivo nazionale. In particolare, il settore meccanico, integrato nelle catene globali del valore, sarebbe messo a dura prova dall’aumento dei costi delle materie prime e dei componenti importati dagli Stati Uniti.

Le proiezioni di Prometeia evidenziano uno scenario allarmante, se si considera che gli Stati Uniti rappresentano per l’Italia il secondo mercato dopo la Germania. Nel 2023, le esportazioni verso gli USA hanno raggiunto i 66,4 miliardi di euro. Un aumento dei dazi del 10%, come previsto nel primo scenario, determinerebbe un aggravio di circa 4,12 miliardi di dollari. Importo che salirebbe fino a 7,20 miliardi di dollari nel caso in cui si applicasse un aumento generalizzato delle tariffe, come previsto nel secondo scenario. Questi aumenti si aggiungerebbero ai dazi già esistenti, che nel 2023 ammontavano a quasi 2 miliardi di dollari, pari al 2,5% del valore totale delle esportazioni verso gli Stati Uniti.

I rapporti di Trump con l’UE

Durante il suo intervento al World Ecomic Forum in Svizzera, Trump ha puntato il dito sull’Unione Europea, criticando la tassazione di Bruxelles ai “giganti del web” e il ritardo dagli Alleati nel soddisfare i finanziamenti per la Nato.

Tuttavia, il rapporto personale tra Trump e Giorgia Meloni potrebbe creare un ponte importante tra Washington e Roma, con la premier a fare “da cerniera” per facilitare un accordo commerciale con l’Unione Europea. “Giorgia Meloni mi piace molto. Vediamo che succede”, avrebbe dichiarato Trump prima di partire per la Carolina del Nord a un giornalista, in riferimento alla possibilità di evitare di imporre dazi all’Italia.