Trema la Juventus: via gli Agnelli e tutto il CdA. Cosa sta succedendo

Le dimissioni in massa del Consiglio di Amministrazione sono motivate dai guai giudiziari e dalle irregolarità in bilancio contestate dalla Consob

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

E’ un vero e proprio colpo di scena quello avvenuto ieri in casa Juventus dove si è dimesso l’intero CdA al seguito del Presidente Andrea Agnelli, che con grande amarezza, ha annunciato l’uscita di scena dalla dirigenza del club bianconero dopo 12 anni di guida del club di famiglia e numerose vittorie in Campionato e nelle principali competizioni internazionali. Tutto questo è avvenuto in una delle fasi più buie della storia della squadra di calcio, reduce da numerosi insuccessi sul campo, “last but not least” l’esclusione dalla Champions, e colpita dalle accuse di irregolarità in bilancio che pesano come un macigno sul futuro del club e sulla sua permanenza in Borsa.

Il CdA si dimette in blocco

Il Consiglio di Amministrazione della Juventus si è dimesso in blocco su proposta del presidente Andrea Agnelli, per consentire che la decisione sul rinnovo del Consiglio sia rimessa nel più breve tempo possibile all’Assemblea degli Azionisti, convocata per il 18 gennaio per la nomina di un nuovo Consiglio. Sino a quel giorno l’attuale CdA resterà in carica in regime di prorogatio.

I tre amministratori in possesso di deleghe operative – il presidente Andrea Agnelli, il vice- presidente Pavel Nedved e l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene – hanno ritenuto opportuno rimettere le deleghe, anche se il Consiglio ha ritenuto opportuno chiedere ad Arrivabene di mantenere la carica di Ad.

Agnelli: “Società affronta momento delicato”

“Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale”, ha scritto il Presidente Andrea Agnelli, motivando la difficile decisione di lasciare dopo le accuse di esser stato responsabile di un maxi buco in bilancio. “Bisogna avere la lucidità e contenere i danni: stiamo affrontando un momento delicato societariamente e la compattezza è venuta meno. Meglio lasciare tutti insieme – conclude – dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella partita”.

Alla guida arriva Maurizio Scannavino

Prima di formalizzare le dimissioni, il CdA ha deliberato di conferire l’incarico di direttore generale a Maurizio Scannavino, nell’intento di “rafforzare il management della società”. Il nuovo manager, 49 anni, è attualmente amministratore delegato e direttore generale di GEDI Gruppo Editoriale.

I guai giudiziari ed i rilievi Consob sui bilanci

L’uscita dell’attuale management del Club ha a che vedere le contestazioni della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, le carenze e criticità rilevate dalla Consob ed i rilievi sollevati dalla società di revisione Deloitte&Touche. Nell’annunciare le dimissioni, infatti, i consiglieri hanno fatto cenno alla “centralità e rilevanza delle questioni legali e tecnico-contabili pendenti” che li hanno convinti fosse “nel miglior interesse sociale raccomandare che Juventus si doti di un nuovo Consiglio di Amministrazione”.

La Juventus – ribadisce una nota pubblicata su richiesta di Consob – continuerà a collaborare e cooperare con le autorità di vigilanza e di settore, impregiudicata la tutela dei propri diritti in relazione alle contestazioni mosse contro i bilanci e i comunicati della società dalla Consob e dalla Procura”.

Frattanto, il Consiglio presenterà all’assemblea convocata per il prossimo 27 dicembre un nuovo progetto di bilancio di esercizio e in un nuovo bilancio consolidato, che saranno esaminati in una prossima riunione consiliare.

“Con riferimento alle criticità relative alle Manovre Stipendi – precisa la nota – il Consiglio di amministrazione ha rilevato che si tratta di profili complessi relativi ad elementi di valutazione suscettibili di differenti interpretazioni circa il trattamento contabile applicabile e ha attentamente considerato i possibili trattamenti alternativi”. Il Consiglio quindi “ha ritenuto di rivedere talune stime e assunzioni, che comportano rettifiche delle stime di oneri di competenza a fine giugno 2020, fine giugno 2021 e fine giugno 2022″ ed ha assicurato che “gli effetti di tali rettifiche sono sostanzialmente nulli sui flussi di cassa e sull’indebitamento finanziario netto, sia degli esercizi pregressi che di quello appena concluso e futuri”.