Tetto prezzo gas, no della Germania: Draghi attacca duro Scholz

Il tetto al prezzo del gas, in Ue, appare lontano nonostante 15 Stati, tra cui Italia e Francia, abbiano inviato una lettera di sollecito.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Nonostante le aperture delle scorse settimane, la Germania continua a mettersi di traverso sul tetto del prezzo del Gas in Unione Europea. Germania che sta giocando la sua partita sul tema energetico in solitaria, forte del suo bilancio: giovedì il cancelliere Olaf Scholz ha annunciato uno scudo per frenare i prezzi del gas, tramite un investimento da 200 miliardi di euro. Tra le cancellerie c’è malumore, per molti la Commissione è appiattita sulle posizioni tedesche.

Consiglio energia

Il tetto al prezzo del gas, in Ue, appare lontano nonostante 15 Stati, tra cui Italia e Francia, abbiano inviato una lettera alla commissaria all’Energia Kadri Simson chiedendole di studiare un price cap sul metano importato in Ue da tutti i fornitori, non solo su quello proveniente dalla Russia. “Non siamo neanche lontanamente vicini ad un consenso sul price cap”, spiega una fonte diplomatica Ue in vista del Consiglio Energia straordinario che si riunisce oggi a Bruxelles. Per la fonte, “è meglio concentrarci sulle cose che ci uniscono, non su quelle che ci dividono”.

Neppure su un price cap limitato al gas russo, secondo il diplomatico, sarebbe scontato trovare un accordo: “E’ difficile da dire, perché non se ne è discusso nelle ultime due settimane”. Ma gli Stati membri, osserva, hanno situazioni “molto diverse”, quindi “non sarà facile”. Anche se “non siamo contrari in linea di principio” ad un cap limitato al gas russo, dato che Mosca è un “partner inaffidabile” e “non civilizzato”, non è scontato che passi. E, anche se passasse, dal punto di vista pratico risulterebbe “abbastanza irrilevante”, dato che le importazioni di gas russo nell’Ue sono molto calate dopo il 24 febbraio 2022.

Draghi attacca i tedeschi

La questione investe l’Ue proprio nel momento del passaggio di consegne fra Draghi e Meloni in Italia, e il premier uscente sa bene quanto il combinato disposto rappresenti un passaggio delicato. “Davanti alle minacce comuni dei nostri tempi, non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali”, ha detto Draghi aggiungendo che nei prossimi Consigli europei i Paesi Ue devono mostrarsi “compatti, determinati, solidali proprio come lo siamo stati nel sostenere l’Ucraina”.

“La crisi energetica – ha osservato il premier – richiede da parte dell’Europa una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese, di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza”.